La morfologia del cranio dell'uomo di Neanderthal in uno studio su uno scheletro rinvenuto ad Altamura

La morfologia del cranio dell'uomo di Neanderthal in uno studio su uno scheletro rinvenuto ad Altamura
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Martedì 28 Marzo 2023, 13:32 - Ultimo aggiornamento: 14:11

La morfologia del cranio dell'uomo di Neanderthal non è mai stata così chiara. E lo si deve a uno studio internazionale, a cui hanno partecipato l'Università di Pisa e la Sapienza di Roma, pubblicato su Communications Biology. È stato preso in esame lo scheletro, di fatto intero, di un uomo di Neanderthal ad Altamura, nell'Alta Murgia in provincia di Bari. La scoperta risale al 1993. Si tratta di un reperto paleoantropologico che risale a circa 150.000 anni fa e racconta la storia di una tragedia, non ancora del tutto spiegata, che portò un neandertaliano a restare intrappolato nel buio di una grotta senza poterne più uscire. Oggi il suo scheletro scomposto giace tra stalattiti e stalagmiti in un cunicolo quasi inaccessibile della grotta di Lamalunga (presso Altamura, Bari), ricoperto di concrezioni calcaree coralloidi. Tale ritrovamento, eccezionale per la completezza dei resti, ha consentito di compiere uno studio dettagliato della morfologia del cranio, reso possibile dall'applicazione di tecniche di antropologia virtuale. I risultati dello studio internazionale coordinato dalla Sapienza Università di Roma (Giorgio Manzi e Mary Anne Tafuri) e a cui hanno partecipato anche i paleoantropologi Antonio Profico, Giovanni Boschian e Damiano Marchi del Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa, sono stati pubblicati sulla rivista «Communications Biology». Nel team di ricercatori erano presenti anche Costantino Buzi (IPHES di Tarragona, Spagna) e Fabio Di Vincenzo (Università di Firenze). Lo studio descrittivo e quantitativo del cranio rivela come la morfologia di questo importante reperto si inserisca nella variabilità del Neanderthal, pur mostrando alcuni tratti meno tipici, cioè più arcaici rispetto ad altri fossili europei datati tra 300 e 40 mila anni fa. Alcuni di questi tratti non sono mai stati osservati in Homo neanderthalensis, il che suggerisce che la loro origine possa risalire a lunghe fasi di isolamento geografico delle popolazioni umane nei rifugi ecologici rappresentati dalle regioni meridionali della penisola italiana.

I commenti

«Le parti digitalizzate in grotta non hanno punti di giunzione, perciò è stato necessario sviluppare un nuovo metodo per ricomporle - dichiara Antonio Profico, primo autore dell'articolo - Abbiamo così deciso di combinare virtualmente le due metà come se fossero porzioni disarticolate di un cranio, utilizzando campioni di riferimento su cui basare la migliore corrispondenza».

Il cranio, così come l'intero scheletro di Altamura, si trova all'interno di una piccola camera all'estremità nord-occidentale del sistema carsico, chiamata «Abside dell'uomo». La maggior parte degli elementi scheletrici è collassata qui dopo la morte dell'individuo e la decomposizione dei tessuti molli. I ricercatori hanno acquisito con tecniche digitali le due parti esposte del cranio, separatamente: la parte anteriore in modo diretto con sensori laser, essendo visibile dall'Abside dell'Uomo, mentre l'altra metà ha richiesto l'uso combinato di fotogrammetria e sonde telescopiche in quanto accessibile solo attraverso aperture nella cortina di colonne oltre lo scheletro. Le due parti sono state poi ricomposte e analizzate attraverso tecniche avanzate di morfometria geometrica, a seguito di una valutazione comparativa basata su diversi campioni di confronto. Ricostruzione virtuale del cranio di Altamura (in ocra) mediante tecniche di paleoantropologia virtuale; il reperto di confronto in grigio (g) è il Cranio 5 di Atapuerca-SH.

«Alla luce dei nostri dati, riteniamo che il cranio di Altamura possa fare luce sul dibattito sull'evoluzione dei Neanderthal - aggiunge Giorgio Manzi, coordinatore della ricerca - La forma del cranio dell'uomo di Altamura rientra nella variabilità di questa specie estinta, condividendo caratteristiche con esemplari comunemente riferiti ai cosiddetti »Neanderthal classici« ma allo stesso tempo mostra affinità con Neanderthal antichi - come quelli di Saccopastore, qui a Roma - o con reperti ancora più arcaici, come il cranio di Ceprano (Lazio meridionale), che risale a circa 400 mila anni fa.» «L'uomo di Altamura rappresenta un esempio unico: è un Neanderthal potenzialmente completo (non ne conosciamo altri così rappresentativi) - commenta Costantino Buzi - Lo scheletro è disarticolato e ricoperto da strati di calcite, la cui formazione ha favorito la conservazione eccezionale anche delle strutture scheletriche più fragili, come quelle interne all'apertura nasale». «La stretta somiglianza riscontrata con reperti precedenti lungo la linea evolutiva dei Neanderthal - come il Cranio 5 di Atapuerca-SH, datato a 430 mila anni fa - è piuttosto inaspettata - conclude Fabio Di Vincenzo - Abbiamo osservato questa somiglianza nell'espressione di varie caratteristiche craniche discrete, così come nella morfologia complessiva dell'osso occipitale, la cui anatomia può essere accuratamente valutata su Altamura»

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