Ti racconto il mare: storia e leggende dei Borghi marinari

Foto: Alfonso Zuccalà
Foto: Alfonso Zuccalà
di Ilaria MARINACI
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Domenica 13 Agosto 2017, 06:40
Una mappa emozionale dei borghi marinari della Puglia, disegnata attraverso foto d’autore, leggende locali e diari di viaggiatori europei approdati sulle nostre coste fra il Settecento e l’Ottocento. Racconta tutto questo la mostra fotografica “Ti racconto il mare”, che si inaugura stasera al Castello Aragonese di Castro per presentare il Circuito dei Borghi Storici Marinari pugliesi. Venticinque in tutto, dei quali ben undici nel Salento: sono Brindisi, Santa Cesarea Terme, Castro, Tricase, Santa Maria di Leuca, Gallipoli, Otranto, Taranto, Santa Maria al Bagno, Porto Cesareo e Savelletri. Ognuno è stato immortalato dal fotografo Daniele Coricciati in un reportage artistico e turistico e, in esposizione come nel catalogo, ci sono proprio una selezione dei suoi scatti. A cinque coppie di fotografi europei, che sono Alice Caracciolo, Cemre Yesil, Alessia Rollo, Jan Stradtmann, Francesca Loprieno, Arianna Sanesi, Luca Marianaccio, Piero Percoco, Antonio Fantetti e Giorgio Di Noto, è stato chiesto, invece, di scegliere cinque borghi su cui lavorare, interpretando con le loro immagini le leggende locali. Castro e Taranto sono state le scelte salentine rispettivamente della coppia formata da Alice Caracciolo e Cemre Yesil e della coppia composta da Alessia Rollo e Jan Stradtmann.
«Caracciolo e Yesil, una leccese l’altra turca, si sono confrontate – spiega il curatore Andrea Laudisa – su una vecchia leggenda di Castro che affonda le radici nella storica rivalità tra popolazioni locali e Impero Ottomano, una storia fatta di religione e riscontri storici, dove la statua di una Madonna prima rubata poi restituita rappresenta oggi, in tempi di intolleranza dilagante, il simbolo di una convivenza possibile tra culture. Simile è il percorso compiuto da Alessia Rollo e Jan Stradtmann nella città di Taranto. Qui seguendo le tracce della leggenda legata all’anello di San Cataldo i due artisti sono riusciti a delineare la forte connessione tra una città e i suoi abitanti rinvenendo segni del passaggio del Santo un po’ ovunque, tra i vicoli, nei musei, nelle icone pop del passato e del presente, come fossero forme dell’umana necessità di credere in qualcosa».
Alla mostra è associata una minuziosa ricerca storiografica su tutti i 25 borghi, riportata anch’essa all’interno del catalogo. Tante le fonti antiche e moderne usate per raccontare i luoghi, inclusa anche la pubblicazione dei “Racconti sotto la luna”, fatta da Quotidiano nel giugno del 1990. Particolare rilievo ha la reportistica di viaggio di chi venne a scoprire cosa ci fosse a Sud di Napoli due e tre secoli fa. Fra questi giornalisti che fecero il primo “educational tour” della storia della Puglia spicca Janet Ross. Il suo reportage risale al 1888 e rivela un’attenzione al particolare che nessuno aveva mai visto prima, oltre ad essere un caso praticamente unico di pari opportunità in un lavoro così “maschile”. Nella sua ricerca analizza con grazia e brio il cibo, i volti, i temperamenti, i canti, i valori interiori. Insieme a lei sono citati altri reporter di viaggio dell’epoca, come Craufurd Tait Ramage, Carlo Ulisse De Salis Marschlins, Henry Swiburm. Attraverso i loro occhi si disvela una Puglia arcaica eppure aggrappata agli stessi valori di accoglienza di oggi. Scriveva, ad esempio, Johann Hermann Von Riedesel nel suo diario del 1771: «L’attenzione della gente di Gallipoli per i viaggiatori, la premura che hanno per servirli è incredibile, in guisa che non esiterei un solo minuto a confidargli uno dei miei figlioli, perché lo riterrei sicuro, nelle loro mani».
Ma la parte più suggestiva è quella legata alle leggende pugliesi fra Enea e Carlo Magno, Templari blasfemi, piissimi crociati e monaci sapienti. A Brindisi si racconta la leggenda del Crocifisso ligneo che venne dal mare, a Taranto quella dell’amore di Schiuma, sposa ripudiata di un marinaio. Santa Cesarea deve il suo nome alla leggenda della giovane Cesarea che si gettò in una grotta per sfuggire alle bramosie incestuose del padre e le acque divennero sulfuree. A Tricase fino a qualche tempo fa c’era ancora chi cercava il tesoro del diavolo nella Chiesa Nuova, mentre al largo di Leuca si narra che Medea gettò i corpi dei figli avuti da Giasone che si trasformarono negli scogli dannati. A Gallipoli la leggenda incrocia la devozione con il miracolo di Sant’Agata e della sua mammella, mentre a Porto Cesareo si narra del cappellano di un veliero sepolto in piedi nel muro di una chiesa.
La mostra è una delle attività previste nel Progetto Interregionale “Itinerari nella cultura, storia, tradizioni, paesaggi del mare e delle miniere del mare” che sono stati individuati per fare parte del circuito eco-turistico realizzato dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese Proàgo – Links Management and Technology, nell’ambito del bando di gara gestito dalla Sezione Turismo della Regione Puglia. «Abbiamo puntato con entusiasmo e convinzione su questo progetto – spiega l’assessore regionale all’Industria Culturale e Turistica, Loredana Capone – che ha l’obiettivo di valorizzare e promuovere le eccellenze marinaresche che impreziosiscono la costa nonché di contribuire alla destagionalizzazione dei flussi turistici».
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