In giro per il mondo scavando nella Storia

In giro per il mondo scavando nella Storia
di Eleonora Leila MOSCARA
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Venerdì 28 Gennaio 2022, 05:00

«In questi ultimi anni abbiamo avuto tantissime difficoltà e limitazioni, ma sono rimasto molto colpito dai risultati raggiunti. Gli studenti hanno lavorato a denti stretti, rinunciando anche alle fasi di vita comune tipica degli scavi. Il 2021 è stato un po’ l’anno del ritorno alla vita, con l’auspicio di tornare quanto prima alla nostra amata normalità».

Così, con un velo di commozione nella voce, il direttore della Scuola di specializzazione in Beni Archeologici dell’Università del Salento, Gianluca Tagliamonte ha presentato ieri i principali risultati delle campagne di scavo condotte dagli archeologi nel 2021. L’occasione è stata l’inaugurazione del nuovo anno accademico della Scuola e mai come nella giornata di ieri questo importante appuntamento è stato tanto pieno di emozioni e soddisfazioni.

L'inaugurazione del nuovo anno accademico

La cerimonia è stata aperta dal rettore Fabio Pollice, dalla direttrice del Segretariato Regionale MiC per la Puglia Maria Piccarreta, la soprintendente nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo Barbara Davidde e le architette ai vertici delle Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del territorio pugliese Francesca Riccio (Lecce e Brindisi), Giovanna Cacudi (Bari) e Anita Guarnieri (BAT e Foggia). L’incontro è stato introdotto dal direttore del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento Raffaele Casciaro e dal direttore Tagliamonte che sottolinea: «Gli scavi archeologici sono un’attività rappresentativa dei compiti della facoltà e rappresentano un po’ la “quintessenza”, poiché vi si condensano aspetti didattici, ricerca scientifica, “terza missione” e internazionalizzazione. Davvero rilevante è il contributo che essi arrecano, in termini culturali ma anche socio-economici, al processo di sviluppo dei territori e delle comunità interessate, ed è un bene pertanto che l’Università del Salento continui e, auspicabilmente, rafforzi il suo impegno su questo fronte, anche con iniziative come quella che si ripete ogni anno, che vuole dare conto, all’interno e all’esterno dell’Ateneo, degli importanti risultati ottenuti».
Il professore afferma che «gli scavi effettuati nello scorso anno accademico sono una parte significativa ma non sono i soli e, inoltre, sono stati eseguiti non solo nel Salento, ma anche nel resto d’Italia e all’estero. Ci si sofferma sugli scavi che vengono fatti su concessione grazie all’affido da parte del Ministero dei Beni culturali. Sono un’esperienza di ricerca ma anche di divulgazione e rispondono a quell’esigenza di internazionalizzazione, dove è fondamentale anche la partecipazione di tanti studenti dall’estero». 

Il Salento ricco di testimonianze antiche

Nelle relazioni sono stati illustrati i più recenti risultati dei numerosi scavi nel Salento come ad Alezio, Cavallino, Muro Leccese, Nardò-Li Schiavoni, Roca, Torre Guaceto e Vaste. «In questo territorio – continua Tagliamonte – ci sono realtà, come Roca, dove si scava da almeno trent’anni. A Santa Sabina vengono effettuati anche quelli subacquei. Tra questi a Torre Guaceto lo scavo di quest’anno ha rivelato una realtà un po’ inaspettata, come una necropoli a incinerazione del bronzo finale».

Oltre al Salento gli studenti si sono spostati anche nel resto d’Italia come ad esempio nel Lazio «dove lo scavo di Aquinum, la patria di san Tommaso, ha regalato la monumentalità più impressionante con un grande complesso termale, il teatro, le iscrizioni monumentali.

Un lavoro frutto di una collaborazione inter istituzionale, che ha giovato del supporto di un grosso sponsor privato». 

Tante "campagne" anche all'estero

Tra gli scavi effettuati all’estero ci sono Malta (Tas Silġ), Turchia (Mersin, Hierapolis di Frigia), l’importante progetto portato avanti in Egitto (Dime es-Seba / Soknopaiou Nesos) e (Shahr-i Sokhta), in un ideale itinerario dalla Preistoria al Medioevo: «Gli scavi di Hierapolis di Frigia in Turchia e Shahr-i Sokta nella Repubblica Islamica dell’Iran, hanno un’importanza intrinseca che accresce tenendo conto del fatto che sia l’uno che l’altro sono stati fatti in siti ascritti alla lista del Patrimonio dell’Unesco – sottolinea il direttore - intervenire in siti del genere è un valore aggiunto sia per noi che per i ragazzi. Mersin ad esempio è uno scavo che si conduce da tanti anni, che interessa realtà archeologiche che mostrano un’assidua presenza dell’uomo dal Neolitico fino all’età bizantina. Veri e propri palinsesti storici nel cuore di una delle più grandi città turche con milioni di abitanti». 

Un’attività come sempre stimolante e formativa che, quest’anno come lo scorso anno, si è scontrata con la realtà pandemica «abbiamo avuto tantissime difficoltà - dichiara il professore - scavi fatti con pochi studenti, in condizioni non proprio ottimali ma, nonostante questo, tutti gli scavi programmati sono stati eseguiti. Buona la presenza anche se non paragonabile agli scorsi anni. Attività, lezioni, scavi hanno sofferto tanto questo momento ma, ce l’abbiamo fatta». 

Intitolata allo studioso "padre" dell'archeologia aerea

Istituita nel 1979, la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Dinu Adamesteanu” dell’Università del Salento è una delle più note e frequentate in Italia. Nel corso degli anni ha formato allievi provenienti da tutta Italia e dall’estero, alcuni dei quali ricoprono oggi incarichi di rilievo presso le strutture centrali e periferiche del MiC, università e centri di ricerca. «La Scuola è intitolata a un grande archeologo di origine rumena che ha vissuto prevalentemente in Italia - ha spiegato Tagliamonte – Adamesteanu è stato sovrintendente in Basilicata dove ha dato un grande contributo alla riscoperta archeologica di quella regione, ha ricoperto importanti ruoli anche a Roma all’Istituto centrale per il Restauro, è stato docente a Lecce e il secondo direttore della scuola di specializzazione. Si può dire uno dei padri fondatori dell’archeologia aerea in Italia, grazie a lui è stato sdoganato l’uso delle foto aeree per finalità diagnostica. Infine, è stato un uomo speciale, umanamente molto amato e indimenticato. Una scelta decisamente opportuna quella di dedicare a lui questa meravigliosa scuola».

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