Leandro, primitivo artista visionario

Leandro, primitivo artista visionario
di Marinilde GIANNANDREA
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Venerdì 9 Settembre 2016, 14:00 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 17:20

Ci sono artisti intensamente inseriti dentro l’immaginario e le narrazioni di una comunità. “Ezechiele Leandro, unico primitivo” è uno di quelli e la retrospettiva – dislocata tra il Museo provinciale di Lecce, l’ex Distilleria De Giorgi e il Santuario della Pazienza a San Cesario e la Galleria nazionale di Bitonto – testimonia l’ampiezza della produzione di un artista visionario e del fenomeno più ampio dell’arte outsider, oggetto di recenti indagini storiche e critiche. La mostra è curata da Antonella Di Marzo e Tina Piccolo della soprintendenza di Bari, da Lorenzo Madaro e Brizia Minerva, in una collaborazione virtuosa tra enti e istituzioni, dimostrando che lavorare per un territorio significa ascoltarne e valorizzarne anche le voci minori.

Leandro il visionario, l’eccentrico, il produttore di mostri, l’anticipatore dell’arte del riciclo. Chiuso dietro un muro che costruisce per proteggere il proprio mondo dal vandalismo dei concittadini. Ma Leandro è anche l’artista consapevole di possedere un mondo da fare emergere come se questa dimensione identitaria fosse l’unica certezza di una vita difficile. Ne offre uno spaccato quello che rimane del Santuario della Pazienza, perché in questo giardino inquietante, mistico e fantastico, Ezechiele ha costruito il suo museo personale dando forma al proprio senso religioso, alle suggestioni profane, alle mitologie e alle proprie ossessioni. I gruppi statuari sono assemblaggi di cemento e materiali vari in un progetto monumentale realizzato all’insegna di una libertà ingenua e primitiva se non fosse così espressivamente drammatica. E non è strano che proprio per queste sue caratteristiche sia stato scelto nei primi anni Settanta per realizzare i bassorilievi per la segnaletica delle strade del villaggio della Specchiulla a nord di Otranto. È una conferma della capacità di Leandro di spaventare e appassionare, forse anche per una tendenza alla decorazione, riscontrabile anche nella produzione di oggetti d’arredo o nel lavoro pittorico sui frammenti di carte da parati. Del resto le sue “bizzarrie” sono appese nei salotti borghesi accanto a dipinti più tradizionali come dimostra la sezione della mostra della Pinacoteca a Bitonto con le opere collezionate di Girolamo e Rosaria Devanna.

A San Cesario nell’ex distilleria De Giorgi il responsabile dell’allestimento, Pietro Copani, ha scelto di mimetizzare gli assemblaggi nello spazio dell’officina, quasi a volere sottolineare la loro natura di opere povere ma la sezione più consistente è quella del Museo “Castromediano” dove si trova la parte più significativa della produzione pittorica. Leandro comincia a dipingere alla fine degli anni Cinquanta e apre un universo di cui sono presenti: “Capo tribù” e “I scenziati della luna” del 1967, la “Ragnatela” ispirata al mosaico di Otranto del 1969, “La carrozza verso la luna” del 1971 e il ciclo dedicato a S. Francesco che donò ai frati di Lequile, dai quali era stato accolto da bambino in seguito all’abbandono della madre, passato poi nella collezione della Pinacoteca d’arte francescana di Lecce. È una produzione che dispiega tutta la sua forza in un mondo popolato da esseri alieni, con teste enormi, piegati dal peso di una fatica invisibile, per certi versi simili ai soggetti di altri artisti “brut”, autodidatti e folli, di cui il museo provinciale offre un focus con opere di Giovanni Bosco, Fançois Burland, Marcello Cammi, Giordano Gelli e Carlo Zinelli. Un’arte che sfugge ai processi di omologazione ma che è stata assorbita dal mercato globale come ha dimostrato la Biennale di Venezia targata Massimiliano Gioni.

Ricca anche la collezione di disegni, scritti editi e inediti che testimoniano in un italiano incerto la passione di Leandro per la scrittura e la poesia. L’ampio catalogo, pubblicato in occasione della mostra (sarà presentato domenica alle 19 presso la Distilleria de Giorgi), è ritracciabile solo sul sito dell’editore (Claudio Grenzi, Foggia) e ha il merito di collocare Leandro all’interno di uno scenario più ampio, grazie ai testi dei curatori e ai contributi di Alessandra Acconci, Marcello Aprile, Eva Di Stefano, Rita Ferlisi, Rachele Fiorelli, Gabriele Mina e alle interviste tra cui quella a Sarah Lombardi, direttrice del Museo di Outsider Art di Losanna.
Leandro, unico primitivo” prosegue fino al 30 settembre. È promossa dalle Soprintendenze di Bari e Lecce con il contributo della Regione Puglia, della Provincia di Lecce e del Comune di San Cesario.
La Distilleria De Giorgi e il Santuario della Pazienza sono visitabili tutti i giorni dalle 18 alle 22; il Museo “Castromediano” tutti i giorni dalle 9 alle 19, la domenica dalle 9 alle 13; la Galleria Nazionale della Puglia “Girolamo e Rosaria Devanna” tutti i giorni, tranne il mercoledì, dalle 9 alle 20.
 

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