Roma, torna alla luce la casa segreta di Nerone sul Palatino

Roma, torna alla luce la casa segreta di Nerone sul Palatino
Roma, torna alla luce la casa segreta di Nerone sul Palatino
di Laura Larcan
3 Minuti di Lettura
Martedì 26 Febbraio 2019, 08:55 - Ultimo aggiornamento: 22:11

Prima della Domus Aurea, ci fu lei, la Domus Transitoria. Ma l'estro architettonico e i virtuosismi decorativi sono intatti. E la suggestione è forte al cospetto della prima reggia di Nerone, l'imperatore che torna ancora una volta a far parlare di sé con questo tesoro quasi del tutto sconosciuto, incastonato nel cuore del Palatino. Dopo quasi settant'anni di chiusura incondizionata, e qualche apertura spot, la Domus Transitoria, la prima casa dell'imperatore eccentrico e (possiamo dirlo?) visionario, edificata tra il 60 e il 64 d.C. all'insegna del lusso più sfrenato, apre al grande pubblico. Sicuramenre in aprile: se non ci sono imprevisti nel cronoprogramma dei lavori, dovuti anche al maltempo, dovremmo aprire l'11 aprile, annuncia Alfonsina Russo direttrice del parco archeologico del Colosseo.
 

 


Un traguardo importante nel piano ambizioso della Russo di ampliamento dei luoghi sul Colle dei Cesari. Ci son voluti anni di restauri e messa in sicurezza per svelare questo complesso monumentale quasi mai visto, che ebbe vita breve, perché dopo l'incendio del '64, Nerone fece costruire subito la nuova Domus Aurea che si estendeva dal Palatino al Colle Oppio. Poi, la damnatio memoriae ha fatto il resto. Il rifiuto da parte dei successori, i Flavi, ha pesato sulla conservazione delle architetture neroniana.

Le visite saranno per piccoli gruppi, visto che si accede attraverso una delle due antiche scale originali, scendendo nel ventre del Palatino, in un ampio spazio che oggi appare chiuso come una grotta da un vasto solaio costruito negli anni 60 del secolo scorso. Siamo al di sotto della cosiddetta Coenatio Iovis della Domus Flavia, nota come Bagni di Livia, scavata la prima volta nel Settecento dai Farnese. Quello che si coglie qui è l'opulenza degli ambienti. A colpire subito l'attenzione è la struttura architettonica di un ninfeo concepito come la frons scaene di un teatro che doveva sfoggiare giochi d'acqua come uno spettacolo teatrale per intrattenere Nerone e i suoi ospiti. Sul pulpito, infatti, sfilano piccole nicchie ornate di colonnine in marmo policromo, da cui duemila anni fa esplodevano zampilli d'acqua in sincrono con la cascata del ninfeo. Di fronte spicca il padiglione sostenuto da colonne in porfido dove Nerone amava sdraiarsi, cuore di una parata di sale lussuosamente decorate, dove oggi incombono le fondamenta della Domus Aurea.

L'acqua giocava un ruolo da protagonista: la struttura era uno specus estivo dove Nerone trovava refrigerio in estate. Lo storico Svetonio scriveva che il sogno di Nerone era quello di riportare l'età dell'oro, e sarà la tecnologia multimediale a restituire l'effetto originario. Il percorso di visita, curato nel dettaglio da Alessandro D'Alessio, è arricchito da un allestimento illuminotecnico che sottolinea i punti chiave dell'opulenza, tra i pavimenti in tarsie marmoree in opus sectile, e le volte con affreschi, rivestiti di foglie d'oro, lapislazzuli. Nella sala del padiglione, una proiezione in doppio audio italiano e inglese introduce i visitatori alla storia della prima residenza neroniana sul Palatino e mettendola in rapporto con la successiva Domus Aurea.

La visita prosegue esplorando altri preziosi ambienti, fino ad attraversare una inaspettata imponente latrina da 80 posti, intersecata dal muro di fondazione della successiva costruzione dell'età di Domiziano. E si raggiunge un settore finale, non appartenente alla Domus Transitoria, dove un video wall offrirà la vertiginosa ricostruzione dell'apparato decorativo pittorico dell'epopea neroniana. Come ha reso noto l'ufficio valorizzazione del parco guidato da Martina Almonte, la visita alla Domus Transitoria ad aprile, rientrerà nei luoghi visitabili con il nuovo biglietto esclusivo per Palatino e Foro Romano che sarà attivato dal prossimo 11 marzo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA