«Il mio consiglio ai giovani: cercare l’eccellenza»

«Il mio consiglio ai giovani: cercare l’eccellenza»
di G
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Domenica 14 Agosto 2022, 05:00

Quel giorno, a Bari, Piero Angela firmava autografi, scattava selfie con gli studenti. A loro ha dedicato una vita, tanto da riuscire a diventare un idolo facendo il divulgatore scientifico. Una rarità, una figura unica. Nel 2018, quando fu ospite dell’Università di Bari per il sigillo d’oro, tenne una lectio magistralis sul tema “Uomo e animali, una magnifica avventura”. Aveva ricevuto la laurea honoris causa in Medicina Veterinaria, una delle 12 collezionate. Dopo la lectio, si fermò a parlare con i ragazzi. Nella mente di chi c’era, i consigli su come realizzarsi, in qualunque ambito. E quella lezione, tirata fuori dalla righe, che ha ripreso anche nell’ultimo messaggio affidato ai social di Superquark ieri.

«Io consiglio ai giovani di cercare l’eccellenza»

«Noi non sappiamo come sarà il futuro del lavoro. Ci sarà sempre bisogno di leggere. E’ importante che nel lavoro ci si realizzi. Io consiglio ai giovani di cercare l’eccellenza, in qualunque lavoro. Non bisogna mai accontentarsi di quello che si fa, fare qualcosa in più, leggere qualcosa in più, rifare un progetto. Al di là dello studio c’è una parte di partecipazione e di impegno che poi fa la differenza in qualunque settore della vita e del lavoro. Ogni uomo deve essere curioso verso il proprio lavoro, ma il ricercatore un po’ di più, perché è un’attività che si basa su questo».

«Si apre nell’era della globalizzazione una competizione tra Paesi nell’ambito della ricerca - aggiunse in un dialogo con il professor Domenico Otranto, direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria - il nostro Paese deve fare uno sforzo produttivo, siamo pieni di intelligenze. Quello che manca è un sistema che riesca a valorizzare i talenti, le capacità che vi sono.

Altrove questo viene fatto meglio, soprattutto nell’ambito dello sviluppo economico. Siamo una nazione piena di risorse e gente in gamba, ma non sempre riusciamo a valorizzarle. Con le energie che abbiamo potremmo produrre un risultato maggiore di quello che riusciamo a fare».

«Nei geni la dimostrazione di quanto siamo imparentati con gli animali»

Uno stralcio del discorso tenuto durante la lectio, con un aneddoto su un documentario: «Ringrazio molto l’Università di Bari per avermi invitato in questa occasione. Qui ho ricevuto una laurea honoris causa che mi ha fatto enorme piacere. Vi svelo un po’ il dietro le quinte del mio lavoro, anche per quanto riguarda gli animali. La nostra vita, e quella dei nostri coinquilini, gli animali, si è evoluta in modo parallelo. Ma ritroviamo nei geni quanto siamo imparentati. E dovremmo imparare a valutarne le conseguenze. Oggi c’è molto più rispetto degli animali rispetto al passato, quando venivano sfruttati in maniera pesante e crudele. E’ bene, invece, che vengano tutelati. E poi naturalmente sono venuti fuori altri problemi, ma di questo non parlerò. Alla fine degli anni ‘90 pensavo a un documentario sul leopardo, l’animale più difficile da filmare. Se andate in Africa, vedete leoni, zebre, iene, bufali, leopardi mai. Perché è un animale solitario e si nasconde e fa gli agguati. Per riuscire a realizzarlo siamo andati a vivere per una ventina di giorni con un ricercatore americano, di origini italiane».

Qualche giorno prima di quel 29 gennaio 2018 era venuta fuori la notizia della sua morte. Una fake news. «Si sta inquinando il mondo dell’informazione», disse in Aula Magna. Stavolta, invece, purtroppo è vero. Buon viaggio.

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