«Grande divulgatore con enorme umiltà». Piero Angela e la lectio magistralis all'Università di Bari

«Grande divulgatore con enorme umiltà». Piero Angela e la lectio magistralis all'Università di Bari
di Giuseppe ANDRIANI
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Domenica 14 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:47

Una laurea honoris causa nel 2004 e il sigillo d’oro nel 2018 all’Università di Bari, il discorso all’inaugurazione nel 2013 all’Università di Foggia: il legame tra la Puglia e Alberto Angela è sempre stato forte. Qui ha ricevuto una delle dodici lauree honoris causa, una di quelle a cui evidentemente teneva di più, perché in Medicina Veterinaria. Ci teneva Angela, divulgatore scientifico e giornalista. Si è spento ieri, a 93 anni, ne avrebbe compiuti 94 il prossimo 22 dicembre. Si è spento non prima di aver scritto, nei giorni scorsi, una lettera, diffusa poi tramite i canali social di SuperQuark, la sua trasmissione. Un pezzo di storia di questo Paese.

La sua lectio magistralis su "Cultura scientifica e televisione"

«Per la profonda conoscenza dei vari aspetti biologici, socio-economici e più squisitamente emotivi che legano gli uomini all’animale, per le sue competenze nel campo dell’etologia, della medicina, delle scienze alimentari e dell’ecologia che rispecchiano in modo eccellente gli obbiettivi del percorso formativo delle Scienze Veterinarie», si leggeva nelle motivazioni del conferimento della laurea. Era il 18 novembre 2004 quando il Consiglio della facoltà di Veterinaria decise per il titolo, alla presenza del rettore Giovanni Girone. In quel caso Piero Angela tenne una lectio magistralis, ben fissata nella mente di chi c’è stato, dal titolo “Cultura scientifica e televisione”. Poi Angela è tornato a Bari, questa volta nel 2018, per omaggiare il Dipartimento di Medicina Veterinaria, che aveva vinto un finanziamento, come dipartimento d’eccellenza, di oltre sette milioni di euro. Erano i primi “dipartimenti d’eccellenza”, volle esserci a tutti i costi. In quell’occasione il sindaco di Bari Antonio Decaro gli consegnò la sacra manna di San Nicola, a conferma del rapporto tra il giornalista e la città di Bari, e quindi con la Puglia.

«Non amava dormire fuori casa - ricorda Nicola Decaro, al tempo vicedirettore del Dipartimento di Medicina Veterinaria - ci raccontò che vista l’età preferiva dormire nel proprio letto.

Prese un treno al mattino per venire e uno al pomeriggio per tornare a casa. Di lui mi colpì l’umiltà, la voglia con cui accettò il nostro invito, dopo la laurea di oltre dieci anni prima».

«Un grande studioso, un divulgatore di livello altissimo»

E il dolore, ieri, nell’apprendere la scomparsa del divulgatore scientifico, è stato enorme: «Ci lascia un vuoto incolmabile - commenta Decaro - era un grande studioso, un divulgatore di livello altissimo. Basti ricordare che molti di noi hanno appreso delle nozioni sul mondo animale grazie alle sue trasmissioni. Anche molti di noi. Fu molto disponibile, andare a pranzo con lui è stato un privilegio». Gli aneddoti? «Ci raccontava che suo figlio Alberto da ragazzo non andava bene a scuola. E invece ne è diventato un degno erede».

Quella manifestazione fu presieduta da Antonio Uricchio, oggi presidente di Anvur ma nel 2018 rettore dell’Università di Bari: «Ho avuto il piacere e l’onore di poter consegnare il sigillo d’oro, un premio che per noi è importante, rappresenta tanto. È stata una grande emozione, innanzitutto perché ho avuto il piacere e l’onore di conoscerlo e di poterci parlare. Piero Angela era una figura straordinaria per le capacità scientifiche innate e per il tratto umano elevatissimo. Leggete il messaggio d’addio che ha scritto, è toccante, già quello ci dà le dimensioni della sua figura. Nel 2018 stabilì un legame diretto con tutto l’auditorium, sia con i ragazzi che con noi professori, con tutta la comunità accademica. Il ricordo di quel giorno è ancora vivo, non è possibile dimenticare. Si fermò a lungo con i nostri ragazzi, per invitarli a non arrendersi e a investire su se stessi, valorizzando il talento, la conoscenza, l’esperienza».

Il suo nome a un'orchidea del Salento

A margine dell’evento si fermò a parlare con i ragazzi. Parlare con gli studenti era una delle cose che amava di più. Diede alla platea dei consigli su cosa fare dopo la laurea. Il primo? Non perdere mai la curiosità. Perché Piero Angela ha cambiato il modo di intendere la scienza in gran parte del Paese, è entrato nelle case e nelle vite di tutti. E in Puglia ha lasciato testimonianze che resteranno per sempre. Così anche la comunità scientifica pugliese piange la sua scomparsa. Nel 2016, a lui e al figlio Alberto, fu intitolato un raro ibrido di orchidea spontanea scoperto per la prima volta a Collepasso, nel Leccese, nelle campagne della Serra di Sant’Eleuterio. Gli scopritori - Roberto Gennaio, Francesco Chetta, Marco Gargiulo e Pietro Medagli - lo chiamarono “Ophrys x angelarum”. Il fiore, un ibrido naturale, fu inserito sulla rivista ufficiale del Giros, il Gruppo Italiano Ricerca Orchidee Spontanee, e ad Alberto Angela fu consegnata una foto dell’orchidea: un dono molto apprezzato da lui e dal padre.

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