PUGLIA MON AMOUR/Paola Turci: Ulivi e case bianche, amore a prima vista

PUGLIA MON AMOUR/Paola Turci: Ulivi e case bianche, amore a prima vista
di Valeria BLANCO
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Sabato 9 Agosto 2014, 21:17 - Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 15:16

C’è chi la sceglie per il mare cristallino, chi per la bellezza delle campagne punteggiate da ulivi secolari, chi per la movida e chi ancora per il buon cibo. La Puglia è ormai una delle mete di viaggio più ambite dai turisti. Tra questi, anche tanti ospiti “speciali”: artisti nazionali e internazionali che vi hanno acquistato casa, eleggendo la regione a buen retiro, oppure che ci tornano ogni anno semplicemente per qualche giorno di relax. Questa rubrica dà loro voce per raccontare i tanti volti del territorio dal punto di vista di chi lo ha scelto come “casa”. A parlare di Puglia oggi è Paola Turci, cantautrice romana pronta a comprare casa a Polignano a mare.

Negli occhi le distese di ulivi e il bianco accecante della pietra leccese.

In bocca, il sapore buono dei pasticciotti. In valigia, la voglia di tornare. Forse perché filtrato da ricordi personali romantici (il compagno è del Barese), il ritratto della Puglia fatto da Paola Turci, cantautrice e interprete di brani scritti per lei da Luca Carboni, Riccardo Cocciante e Vasco Rossi, è oltremodo poetico. Soprattutto ora che, dopo averla esplorata in lungo e in largo, Paola ha finalmente deciso di prendere casa a Polignano a mare. Intanto, Paola sarà live l'11 agosto a Racale (con la band) e il 22 a Guagnano (voce e chitarra).

Com’è stato il suo primo incontro con la Puglia?

«Il mio miglior difetto è quello di non aver molta memoria. Stranamente, però, ricordo alla perfezione i miei primi live ad Andria e Trani: ci volevo tornare ogni estate, perché ogni concerto si trasformava in un evento e trovavo sempre molto calore».

Cos’è il pubblico pugliese che gli altri non hanno?

«È un pubblico bello perché ha voglia di divertirsi, si lascia coinvolgere. È un’onda di energia che fa bene anche a chi è sopra il palco».

Come mai ha scelto proprio la Puglia come buen retiro?

«È nato tutto da un’amica di Milano che qualche anno fa ha deciso di portarmi in vacanza a Ostuni. Da lì sono partita per un lungo giro in macchina con quello che poi è diventato il mio fidanzato, che è di Bari. Abbiamo esplorato tutta le regione da Leuca fino quasi al Gargano e ad ogni tappa rimanevo sempre più incantata dalla bellezza dei luoghi».

Cosa l’ha colpita in particolare?

«Il bianco della pietra leccese e della calce. Rimango a bocca aperta ogni volta che attraverso tutti i piccoli comuni che, soprattutto nel Salento, sono così vicini da formarne quasi uno unico e grande. Mi emoziona vedere le stradine strette dei centri storici e i loro colori chiari, bellissimi. E poi mi aprono il cuore queste enormi distese di olivi lungo le strade».

Dove si può incontrare Paola Turci?

«A Lecce e a Monopoli frequento spesso il centro storico, a Bari mi piace fare una puntata al faro prima di partire. il posto che, negli ultimi anni ho frequentato di più è il ristorante Il grottone a Polignano».

Ha un luogo del cuore?

«Con Polignano a mare è stato amore a prima vista. Sto cercando casa, ma non voglio una villa sperduta nelle campagne: voglio abitare nella città vecchia, in una di quelle magnifiche case a picco sul mare».

Ha un particolare ricordo legato al territorio?

«È recentissimo, ma già scolpito nella mia memoria e nel mio cuore: un concerto magnifico a Marina Serra di Tricase, per l’Alba in jazz del Locomotive jazz festival. C’era tantissima gente sparpagliata sulle rocce e mentre alle nostre spalle sorgeva il sole, lasciando intravedere i promontorio albanese, ho cantato accompagnata da grandi musicisti come Raffaele Casarano, Marco Bardoscia e Mirko Signorile. Ho iniziato a cantare con il buio e piano piano è stata l’alba e poi c’era il sole alto: un’esperienza suggestiva, magnifica».

Un altro evento dell’estate salentina è la Notte della Taranta. A lei, che ha fatto delle collaborazioni con altri artisti una cifra distintiva, piacerebbe salire sul palco di Melpignano?

«La Notte della Taranta è una delle poche cose della Puglia che mi manca. L’ho vista varie volte in tv, ma non ci sono mai stata fisicamente: per me, che amo molto mescolare, sarebbe un’esperienza da provare».

Puglia e musica: è un momento d’oro?

«L’Italia ci regala ciclicamente delle regioni particolarmente prolifiche: c’è stata la Toscana, l’Emilia. La Puglia, rispetto alle altre, mantiene il primato nel tempo: penso ai Negramaro, a Emma, a Caparezza. Per non parlare di realtà musicali jazz forse meno note, ma molto belle e molto importanti».

Puglia e cibo: c’è qualcosa di cui non riesce più a fare a meno?

«Quando ero più piccola andavo al mare al lido Silvana, a Pulsano, e lì ho scoperto i panzerotti. Più di recente, grazie agli amici Negramaro, ho scoperto per la prima volta l’anno scorso i pasticciotti e ne sono diventata davvero dipendente».

Cosa mette in valigia prima di andare via?

«Metto scorte di olio e di taralli, che non devono mai mancare nella mia cucina. E poi metto dentro la voglia di tornare».

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