Santa Marina, un libro sul più antico ciclo nicolaiano del mondo bizantino

Santa Marina, un libro sul più antico ciclo nicolaiano del mondo bizantino
di Anna Manuela VINCENTI
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Giovedì 8 Marzo 2018, 16:27

Sarà presentata domani sera (venerdì) alle 19, nella sala Convegni de Palazzo del Principe a Muro Leccese, la monografia sulla chiesetta di Santa Marina di Muro Leccese, “Il più antico ciclo Nicolaiano del mondo bizantino”.
Il quinto volume della collana “De là da mar” fondata e diretta da Sergio Ortese, (Mario Congedo editore) attraverso una raccolta di contributi scientifici e interdisciplinari, svela la storia millenaria di questo piccolo gioiello artistico del Salento, mettendo a fuoco le dinamiche e le rotte mediterranee che nei secoli ne hanno determinato l’attuale morfologia.
Tra i diversi studiosi che hanno dato il loro contributo alla pubblicazione, «interessante – dice Regina Poso di Unisalento che cura la prefazione - il contributo di Brunella Bruno e Teresa Oda Calvaruso incentrato sulle ricerche archeologiche. I recenti scavi effettuati dalle studiose all’esterno del monumento hanno consentito di riconoscere un luogo trasfigurato dalle moderne metamorfosi urbanistiche. Il risultato più eclatante, è il ritrovamento di alcune raffinate fibbie e guarnizioni in lega di rame applicate sulle cinture, da leggere tutto d’un fiato con quelle riportate in luce nel corso degli scavi di Quattromacine (Giuggianello) e Apigliano (Martano) nonché con elementi del vestiario riprodotti su alcuni affreschi salentini del Trecento».
 

 

Massimiliano Limoncelli è l’artefice di una Lettura stratigrafica delle murature, di uno studio architettonico della chiesa e di una interessante ricostruzione virtuale del dipinto originale dell’abside. Il metodo applicato dallo studioso si basa sul presupposto che qualunque azione o manomissione esercitata sulla fabbrica nel corso dei secoli, lasci delle tracce più o meno evidenti, consentendo di stabilire una cronologia relativa dei vari interventi.
Il saggio di Giuseppe M.Costantini, da restauratore, esamina le superfici esterne e interne della chiesa, stratificatesi in un intricato palinsesto. «L’emergere di alcune incognite – secondo la Poso - arricchisce di mistero la chiesa e consente di prefigurare ulteriori azioni di approfondimento e valorizzazione, anche attraverso nuovi restauri».

Marina Falla Castelfranchi per la parte antica e Sergio Ortese per la parte moderna, conducono il lettore in un autentico viaggio nel tempo. Marina Falla, affronta un’accurata rilettura della costruzione della chiesa dedicata al Santo di Mira e del ricco programma decorativo.
Allo studioso, fondatore e curatore della collana, spetta il compito di analizzare la decorazione pittorica post medievale della fabbrica.
Chiude il volume, patrocinato dall’Università del Salento e dal Fai, un saggio di natura demo-etno-antropologica a cura di Fernando Bevilacqua e del comitato festa Santa Marina, uno spaccato di vita e tradizioni con interviste dei protagonisti della valorizzazione della festa.

La pubblicazione è dedicata al compianto Totò Negro, che da sindaco-architetto, sin dal 1995, avviò percorsi di valorizzazione del patrimonio artistico.
Lo stesso Tonino De Pascali, assessore alla cultura, lo ricorda nella sua presentazione iniziale.

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