La mostra diffusa e la xilomorfosi: dall'arte la rivincita dell'identità locale

La mostra diffusa e la xilomorfosi: dall'arte la rivincita dell'identità locale
di Carmelo CIPRIANI
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Martedì 29 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 07:33

È una moltitudine di elementi scultorei giallo fluo quella che fino al 31 agosto accoglie il visitatore ad Agriturismo Malcandrino, antica struttura masserizia all’ingresso di Monteroni di Lecce. 
È la firma cromatica di Salvatore Sava, artista leccese dalle fiere origini contadine, che proprio nella terra ha trovato il suo ideale humus creativo. Non solo nota cromatica dominante ma anche segno forte e immediatamente riconoscibile, testimonianza di una natura ricreata e di un paesaggio ripensato, al tempo stesso gesto di cura e di denuncia. L’artista, da sempre attento alle dinamiche della natura, intese come processi trasformativi ma anche pratiche produttive, dedica la mostra alla “Xilomorfosi”, trasformazione del paesaggio salentino causata dalla Xylella. Una distruzione che è sotto gli occhi di tutti e che consente all’artista di aprire la riflessione ai più vasti cambiamenti naturali e antropici che coinvolgono la campagna. Sava infatti immagina la campagna del futuro come un paesaggio non più popolato e disegnato dai contadini ma “ispirato da convegni di intellettuali e politici”. Concepita in stretta relazione alle strutture masserizie, la mostra prende dunque la mosse dalla tragedia della Xylella quale passaggio fondamentale di questo cambiamento territoriale, implacabile fattore di distruzione e desertificazione del paesaggio.

Una riflessione aperta non solo ai tragici cambiamenti materiali determinati dal batterio ma anche a quelli indotti nell’immaginario collettivo. I salentini, sembra ricordarci l’artista, devono oramai fare i conti con un paesaggio connotato da fronde nude e tronchi tagliati e arsi, consapevoli che le verdi distese di un tempo torneranno ma solo tra molti anni e in un paesaggio radicalmente mutato, in meglio o in peggio non è dato saperlo. Sava immagina la Xylella come ipertrofici insetti infestanti mentre il dramma da essa veicolato è da lui tradotto in quel giallo fluo dominante, un colore che non solo connota l’epidermide dei suoi insetti ma anche il ricreato campo di grano (visibile fin dalla strada sulla terrazza di Malcandrino, come segnale attrattivo e destabilizzante insieme), i sassi levigati, “simboli di un territorio arido e contaminato”, le grandi gocce appese agli alberi, simili a lacrime, e persino il “tavolo della comunicazione”, una seduta per due interlocutori in cui ha luogo il folle dialogo. Seduti al piccolo tavolo, uno di fronte all’altro, immagina l’artista, si discute del destino della natura e si prendono scelte controverse se non scellerate. Tutto questo mentre l’albero che lo sormonta piange, assistendo inerme al suo destino di distruzione. La mostra “Xilomorfosi e dintorni” è organizzata nell’ambito di “Identità Salentina”, progetto promosso da vent’anni dalla sezione Sud Salento di Italia Nostra, presieduta da Marcello Seclì. Un progetto incentrato sul paesaggio, sull’arte e sull’archeologia nel Salento, generalmente realizzato in forma convegnistica, ma che, nell’edizione di quest’anno, è dedicato all’arte contemporanea. Sette masserie per sette artisti selezionati da Massimo Guastella, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università del Salento: oltre a Sava espongono Marco Mariano alla Masseria “Casa Porcara” di Veglie, Andrea Buttazzo all’Agriturismo “Sante Le Muse” di Salve, Francesca Speranza all’Agriturismo “Le Stanzie” di Supersano, Fabio Pedone alla Bio-masseria “Santa Lucia” di Montesardo presso Alessano, Lauretana Paladini all’Agriturismo “Gli ulivi” di Tricase e Teresa Vella alla Masseria “Sant’Angelo” di Corigliano d’Otranto.

L’intero progetto espositivo, visitabile gratuitamente accedendo alle strutture ricettive, si concluderà a fine agosto con la presentazione del relativo catalogo. 

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