Valle d’Itria, il belcanto per il ritorno alla “luce”

Valle d’Itria, il belcanto per il ritorno alla “luce”
di Anita PRETI
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Sabato 15 Maggio 2021, 05:00

Per una serata inaugurale c’è ancora nel mondo chi si aspetta un’Aida, magari una colossale produzione con elefanti “tolemaici” (ed è una fortuna che gli ibis non siano contemplati nell’iconografia lirica). Invece no, a Martina Franca, dove il Festival della Valle d’Itria dipana nel Palazzo Ducale la sua 47esima edizione dal 17 luglio al 5 agosto, queste cose non si fanno e non si faranno mai. Anzi quest’anno si osa quel che pareva inosabile: non sarà infatti un’opera ad aprire il cartellone (che comprende venti sere di spettacoli, con una “prima” a settimana) bensì un oratorio seppure in forma scenica (compito che spetta al regista Fabio Ceresa. Ritorna infatti “La Creazione” di Haydn nella versione italiana di Dario Del Corno (qui riletta da suo figlio Filippo, attuale assessore alla Cultura del Comune di Milano). Era stata eseguita così già nel 1988 sotto la direzione di colui che tornerà di nuovo sul podio, il grande maestro Fabio Luisi, tra l’altro direttore musicale del Valle d’Itria. Non sarà l’unico ritorno (spigolando tra titoli e artisti) e nel cartellone non mancherà il dovuto ossequio ai centenari, bi e tri secondo i casi. 

Fiat lux” dunque sulla nuova edizione: le due parole bibliche sono state scelte dal direttore artistico Alberto Triola non solo perché tra Genesi e Paradiso Perduto (come quello dello scrittore e poeta inglese Milton) “La Creazione” non fa che girarci intorno ma perché, dichiara Triola, questo Festival può identificarsi con un agognato “nuovo inizio”. I quattro “governatori” della prestigiosa rassegna: Franco Punzi, Rino Carrieri, Alberto Triola, Fabio Luisi (i nomi si distribuiscono in quest’ordine nelle quattro cariche: presidente; direttore della Fondazione Paolo Grassi che organizza il Festival; direttore artistico; direttore musicale) ieri hanno rilasciato il programma definitivo della nuova edizione.

Il programma

Il catalogo è questo: un oratorio, quello di Haydn, “progetto ardito la sua visualizzazione teatrale”, commenta Fabio Luisi (17, 23, 31 luglio); un’opera, “La Griselda” di Scarlatti (24, 29 luglio e 1 agosto), diretta da Georg Petrou; una serenata, “L’Angelica” di Porpora, libretto di Pietro Metastasio, diretta da Federico Maria Sardelli con Teresa Iervolino un Orlando en travesti e Francesca Aspromonte (3 luglio e 3 agosto); i celebri lieder di Schubert, riuniti sotto l’insegna “Winterreise” (4 agosto). E poi tanti concerti e superconcerti uno dei quali porterà a Martina il soprano Lisette Oropesa (2 agosto), recentissima Violetta per Mario Martone e Daniele Gatti, autori di una Traviata (anche televisiva, un successone di ascolti) prodotta dall’Opera di Roma. 

Il recital di belcanto dell’Oropesa, sul podio Christopher Franklin, concluderà la serata riservata all’assegnazione del premio “Rodolfo Celletti” che quest’anno laurea Richard Bonynge il maestro del Nuovo Mondo che aveva sposato Joan Sutherland. E va da sé che il riconoscimento, alla memoria, spetta anche a lei. Un’intervista impossibile, di quelle che ogni tanto per gioco si tentano, fra Rodolfo Celletti, critico musicale, e Joan Sutherland, soprano, rappresenterebbe il massimo del godimento per chi voglia avvicinarsi per davvero alla sostanza del Valle d’Itria, di questo Festival unico e inimitabile. 

Non si può barare da queste parti sulla serietà delle proposte (immutate da quando Celletti, primo direttore artistico le tracciò quasi mezzo secolo fa: belcanto, barocco, scuola napoletana) e non si scherza soprattutto sulle voci. E poi, possibilmente, diceva il burbero temutissimo ciociaro (dal cuore angelico), “squadra che vince non si cambia”. 
Ed ecco allora ritornare per la quarta volta consecutiva il soprano Carmela Remigio nel ruolo del titolo scarlattiano, “La Griselda”. Ed ecco felicemente di nuovo il controtenore Raffaele Pe per la stessa opera nel ruolo di Gualtiero e poi nell’appuntamento con la musica sacra affidato alla bacchetta di Giulio Prandi (26 luglio). 

E come non citare, in questo “riedi” al Festival, l’irresistibile Federico Maria Sardelli, trionfatore di edizioni anche lontane nel tempo, che sale sul podio del complesso specialistico La Lira d’Orfeo per dirigere “L’Angelica” di Porpora con quel piglio vulcanico quanto quella musica, il barocco, che con tanto talento dirige.

L'allestimento

Un barocco esaltato dall’allestimento di Gianluca Falaschi, celebre costumista al debutto nella regia. 
Acclamata più volte riecco la Fattoria Vittadini per “La Griselda”. Si contano i ritorni anche tra chi non si affaccia al pubblico ogni sera dal palcoscenico: la regista Rosetta Cucchi (“La Griselda”); lo scenografo Tiziano Santi (“La Creazione” e “La Griselda” in cui lo affianca Claudia Pernigotti per i costumi, un’altra buona abitudine “cellettiana”: tentare l’unità dell’immagine). Ritornano infine i “Winterreise”, già eseguiti durante gli anni guidati da Sergio Segalini e ora affidati alla voce del baritono Markus Werba e al tocco del pianista Michele Gamba mentre Libero Stelluti è stato invitato a darne una versione scenica.

Ed è anche questa una bella curiosità, di quelle che la platea si aspetta dal Valle d’Itria. Poi ci sono le meravigliose creature stanziali. 

E’ martinese di fatto Liubov Gromoglasova, maestro collaboratore del Festival, che in duo pianistico con la sorella Anastasia esegue Stravinskij, Milhaud e Bartok per la rassegna di musica del Novecento sdoganata con successo nel carnet del Valle d’Itria per un dettato di Alberto Triola (19 luglio). Emerita martinese è Carmen Santoro fin dalla fondazione nei ranghi del Festival e quest’anno coordinatrice del progetto “Le dernier sorcier” di Viardot (21 e 22 luglio) per gli allievi dell’Accademia del Belcanto guidati musicalmente da Curro Soriano e dalla regia di Davide Garattini Raimondi. 

Difendono ancora i colori della Puglia l’Orchestra del Teatro Petruzzelli, colonna di tutto il programma insieme al Coro Ghislieri di Pavia, e l’Orchestra della Magna Grecia alla quale, innestata dal plurilodato bandoneon di Mario Stefano Pietrodarchi, tocca l’impegno del concerto conclusivo (5 agosto), un omaggio ad Astor Piazzolla che si fonda anche sulla voce del tenore Joseph Calleja: un Premio Caruso, l’attenzione di Domingo, la stima di Fabio Luisi con il quale ha registrato un must belliniano “Capuleti e Montecchi” avendo accanto la Giulietta di Anna Netrebko. 

Si esegue Piazzolla al Valle d’Itria anche perché è il centenario della nascita del compositore argentino; ma allora nel valzer delle ricorrenze danzano a passi lievi i trecento anni dalla prima esecuzione de “La Griselda” di Scarlatti; il bicentenario della nascita della compositrice francese Pauline Viardot (introdotta nei cartelloni sempre da Sergio Segalini); i cinquant’anni dalla scomparsa di Stravinskij. Insomma come un bel libro di Storia (della musica, dell’umanità). E’ così che si “legge” il Festival. E così gli spettatori faranno.

I concerti

I concerti vocali sono un altro piatto forte del Festival della Valle d’Itria che per il resto, la lirica, ormai ha stretto rapporti di coproduzione internazionale con soggetti importanti: quest’anno lo Staatstheater di Mainz da noi nota come Magonza, in Germania, e il Festival Littleopera di Zamora, nella Spagna castigliana. Da ugualmente lontano, anzi ancora da più lontano arriva il soprano statunitense Angela Meade (nella foto qui accanto), la star abitualmente ospite del Metropolitan di New York, attesa per un concerto di cui è nota la data, il 18 luglio, ma in via di definizione il luogo che lo ospita. Altre voci sono riunite in una rassegna, “Il canto degli ulivi”, che prende il posto dell’appuntamento con “L’opera in masseria”. E per dare ragione alla “Griselda” di Scarlatti, l’opera in programma scaturita via Apostolo Zeno, il librettista, da una novella di Boccaccio ambientata tra Sicilia e Puglia, si onora la natura del territorio portando in luoghi mirati di pura bellezza quattro concerti vocali affidati a Julie Fuchs (20 luglio), Vivica Genaux con l’ Enea Barock Orchestra diretta da Valeria Montanari (25 luglio), Marianna Pizzolato (27 luglio) e Veronica Simeoni (28 luglio ).

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