Mario Capanna, l’olio, l’ulivo: la rivoluzione agricola

Mario Capanna, l’olio, l’ulivo: la rivoluzione agricola
di Luca NOLASCO
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Mercoledì 29 Giugno 2022, 05:00

«…Nulla è più bello, più vero della vita. Prendila sul serio, ma sul serio a tal punto che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi, non perché restino ai tuoi figli, ma perché non crederai alla morte, pur temendola, e la vita peserà di più sulla bilancia».

Questi versi poetici di Nazim Hikmet ci introducono molto bene nella recentissima pubblicazione “Evo. La magia dell’ulivo e dell’olio” di Mario Capanna, leader del movimento studentesco del ‘68, scrittore e olivicoltore.
Massimo Donà, filosofo-jazzista e autore della Prefazione al libro, avverte: «Insomma, le pagine che Mario ha voluto regalarci allestendole come una sorta di Confessioni à la Rousseau, o di Diario intimo, o magari di testimonianza esistenziale che è anche un vero e proprio trattato di filosofia morale, rappresentano la migliore testimonianza a favore delle parole di Nazim Hikmet, riportate dallo stesso Mario nell’antologia poetico-aforistica contenuta nel presente volume».

L'importanza della dieta mediterranea

Il libro viene pubblicato all’interno della collana “Gea. Sapere, terra, cibo” (Inschibolleth) che ha l’obiettivo dichiarato di promuovere la conoscenza, le specialità e le rarità del settore enogastronomico. Il volume è strutturato come un reportage per narrare la relazione intensa e poetica che lega l’autore alla natura. Nelle pagine dello scritto, trovano spazio curiosità sull’impegnativa vita agricola di Capanna ma anche altri argomenti: la centralità della natura, l’importanza della dieta mediterranea (che - non a caso - nel 2010 è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio culturale immateriale dell’umanità), le incredibili e straordinarie qualità benefiche dell’olio extravergine d’oliva.
Tale aspetto viene rimarcato da Donà che evidenzia come: «Per Mario l’uliveto è esso stesso un Maestro; che può insegnarci moltissimo. Che ‘ci sorprende’ in continuazione (rendendo possibile un vero e proprio esercizio filosofico - non v’è filosofia, infatti, se non a partire da un’esperienza di “meraviglia”), con le sue messe in scena e i suoi imprevisti. Magari a opera di alcune formiche e di una coccinella. Che ci mostrano, ancora una volta, che la vita è lotta».

Gli ulivi e l’olio: la loro storia si intreccia con quella dell’uomo. Dai primordi ad oggi. Dalla mitologia alla scienza, dalla poesia alla letteratura, dalla filosofia alle religioni, il libro di Capanna ‘disvela’ un mondo di meraviglie.
L’Evo si configura non solo come condimento, ma un alimento fra i più salutari: un vero e proprio ‘antidoto’ per la cura delle patologie e, cosa molto importante, per la loro prevenzione. L’esperienza sul campo ha consentito all’autore di acquisire molte conoscenze dalla ‘sapienza contadina’. Infatti egli afferma: «La sapienza contadina è, in generale, vasta e ricchissima di conoscenze.

Si base su una esperienza secolare, e persino millenaria: è frutto di infinite verifiche empiriche pazienti e prolungate, di esperimenti, di errori e della loro correzione, a volte di arretramenti che si traducono con intelligenza in nuovi avanzamenti e conquiste. (…) Personalmente, nell’arte dell’ulivicoltura ho appreso molto dall’esperienza contadina, non di rado più che dai libri, studiosi ed esperti teorici della materia».

Il dialogo "uomo-Natura"

La metafora della zucca narrata nel libro è emblematica per ribadire un concetto che sta storicamente a cuore a Capanna: e cioè che quello delle piante è un mondo dove il primato indiscusso appartiene al ‘noi’. E che gli umani, spesso sedotti dall’‘io’, dovrebbero imparare proprio dalla natura ‘coltivando’ la virtù della pazienza. 
Il ricorso al termine pazienza non è casuale: indica chiaramente, dal suo etimo ‘patiens’, una ‘forma attiva’. ‘Paziente’, pertanto, assume un significato ‘attivo’; il paziente cioè non si limita a tollerare o a sopportare il processo in corso ma si distingue comunque per una ‘presa di iniziativa’. Questo processo consente la creazione di un ‘dialogo’ uomo-natura attraverso una sorta di compenetrazione. Infatti Capanna afferma: «Il mio rapporto con gli ulivi, lo confesso, è una specie di simbiosi. Ma che dire… ‘viviamo insieme’ è riduttivo. Il nostro è un rapporto d’amore».

Non potevano mancare, nel libro, alcune riflessioni rivolte al problema della Xylella. Qui Capanna è netto e lapidario a favore delle cosiddette ‘buone pratiche’ agricole applicate all’ulivicoltura di contro le decisioni prese dal governo europeo: «Nel 2017 (…) i geni della Commissione europea hanno sentenziato che non è più possibile eliminare il batterio dal territorio salentino e, per impedire la diffusione ulteriore, hanno ingiunto la eradicazione e la distruzione delle piante. Cosa per niente di poco conto. Distruggendo in massa gli ulivi, molti dei quali secolari e maestosi, il paesaggio del Salento risulta stravolto, perdendo la sua meravigliosa specificità».
Dal ’68 al trattore: una rivoluzione gentile nel segno di Papa Francesco.

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