Lutto nel mondo della cultura: morto l'editore Piero Manni. Oggi alle 16 l'ultimo saluto

Lutto nel mondo della cultura: morto l'editore Piero Manni. Oggi alle 16 l'ultimo saluto
di Claudia PRESICCE
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Venerdì 22 Maggio 2020, 12:51 - Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 19:41

Quando con il suo modo lento, quanto ostinato e profondo, con lo sguardo ragazzino sotto a una frangia ribelle, Piero Manni è comparso sulla scena pubblica leccese, nessuno poteva immaginare che avrebbe allargato gli orizzonti culturali del Salento, prima insieme a sua moglie e poi a tutta la famiglia. C’è un prima e un dopo dal momento in cui, con un intervento imprevisto a metà degli anni Ottanta, ha praticamente “aperto” questa terra dilatandone i bordi e posizionando pile di libri a fare da puntello a una strada nuova. 
 

 

Non era prevedibile a quel tempo che una neonata rivista letteraria prima e una neonata casa editrice poi, di un Sud semisconosciuto, ammaliassero e trascinassero quaggiù grandi scrittori e poeti italiani di livello internazionale che, spesso, manco sapevano dov’era il Salento. Oggi che dobbiamo salutarlo, la prima cosa che puntiamo a tenere a mente di Piero Manni è la tenacia di un’idea, la sua e quella del suo amore di sempre Anna Grazia D’Oria: un’idea forte, dalla quale non si tornerà più indietro, di un dialogo nel nostro territorio con narratori e poeti nazionali (proseguita poi anche da altri editori), evitando di pensarci come una periferia. La storia di Piero, scomparso ieri a Lecce a 76 anni per un triste male, comincia nel 1944 a Soleto. Le prime apparizioni “pubbliche” risalgono ai tempi dell’università, quando lui era un rappresentante militante degli studenti universitari a Lecce. La storia racconta che Piero Manni andò a Roma, con pochi altri, quando nel ’68 si ottenne la statalizzazione dell’università di Lecce, grazie a una felice congiuntura, tra il rettore Giuseppe Codacci Pisanelli e gli studenti di sinistra, che convinse i parlamentari di allora ad accettarla. “Dopo l’approvazione – raccontava Piero Manni – ci venne incontro Codacci Pisanelli che per un momento abbandonò il suo aplomb oxfordiano e ci abbracciò raggiante”. 

 


Presto arrivarono gli anni dell’insegnamento nella scuola media, e poi per 20 anni nelle carceri. Anche Anna Grazia insegnava ed entrambi collaboravano con editori e giornali locali: intanto sognavano molto di più. Sempre insieme. Piero aveva appena quarant’anni quando nel 1984 uscì il primo numero di “l’immaginazione”: primo sogno avverato di una rivista letteraria militante, come non se ne erano mai viste qui. “Aveva uno strano formato disegnato da Francesco Saverio Dodaro – spiega Antonio Lucio Giannone, docente dell’Università del Salento che venne coinvolto dai Manni in quest’impresa – dopo quel primo numero graficamente di difficile lettura, cambiò l’anno dopo e riunirono una vera redazione: con loro due c’eravamo io, Marcello Strazzeri e Giovanni Pellegrino. Spesso ci riunivamo nella villa di Pellegrino e ricordo giornate piene a parlare, elaborare idee in quella splendida campagna; altre volte le riunioni erano in casa Manni a Lecce in viale Leopardi. Se ‘Pensionante dei Saraceni’ di Antonio Verri fu uno stimolo, l’esperienza de “l’immaginazione” a mio avviso è piuttosto un’ideale prosecuzione della storica rivista letteraria “L’Albero” che in quegli anni era portata avanti da Donato Valli e Oreste Macrì. Lo spessore fu subito evidente. Inizialmente dedicammo molto ai salentini migliori, Bodini, Pagano e altri, poi nell’85 si dedicò un numero intero ad Aldo Palazzeschi: ebbe un grande riscontro tanto che ne parlò anche il Corriere della Sera. Fu il primo vero lancio e si aprirono le porte agli esponenti nazionali della letteratura di ricerca cui loro puntavano: arrivarono Romano Luperini, Paolo Volponi, Franco Fortini, Edoardo Sanguineti, Maria Corti, Vincenzo Consolo, Luigi Malerba. Sono scrittori che poi, in vario modo, confluirono anche nella casa editrice che nacque di lì a poco. I Manni non hanno mai seguito niente di commerciale, ma hanno sempre puntato su una linea sperimentale e di ricerca”. L’immaginazione più volte in quegli anni ebbe una ribalta nazionale: «Ricordo un numero dedicato ai futuristi quando scoprimmo un epistolario con Marinetti e un salentino mai pubblicato» spiega ancora Giannone. Proprio seguire la linea della ricerca, e mai le tendenze, sarà anche il segreto del fatto che un prodotto di quel livello sia ancora in libreria dopo 35 anni. «Maria Corti fu fondamentale nell’aprirgli una serie di relazioni e anche Romano Luperini che aveva insegnato a Lecce e diventò presto direttore di una collana: furono credo il primissimo trampolino di lancio. Ricordo l’entusiasmo di Piero di quei giorni, ispirato all’idea sessantottina di ‘l’immaginazione al potere’: puntava a quella letteratura alternativa, di ricerca, con occhi luminosi che hanno saputo vedere lungo» ricorda Giannone. La squadra Anna Grazia e Piero Manni è diventata presto una realtà solida nel campo editoriale nazionale, con presenze fisse nelle fiere più importanti e libri finalisti in premi nazionali, compreso lo Strega. Nel frattempo sono arrivati i figli Grazia, Daniele e oggi l’attivissima Agnese che hanno portato linfa nuova e un contributo notevole all’azienda familiare.

Manni editori sono diventati la voce nuova di grandi autori un po’ dimenticati, basterebbe pensare al grande lavoro che hanno fatto con la poetessa Alda Merini, che adorava Piero, e tanti altri arrivati nel Salento grazie a loro o per loro ritornati. Peppino Conte, organizzatore della manifestazione L’Olio della poesia, è testimone di un scambio continuo con i poeti che si sono avvicendati a Serrano dal ‘96 per ritirare il Premio. «Manni è stato coinvolto subito per i suoi rapporti con l’ambiente dei poeti nazionali con il quale cercavamo di tessere relazioni – spiega – il Quaderno del poeta è una certezza annuale». Manni non si è mai fermato e fino agli ultimi giorni ha progettato libri (molti suoi, con la sua curatela), anche dall’ospedale negli ultimi tempi. C’è ancora molto da “aprire” nel Salento, lui lo sapeva: ma lo sa anche chi senza di lui proseguirà quel lavoro. Così questa ‘guerra’ Piero l’ha vinta.

Alle 16, sul piazzale dell'ospedale di San Cesario, ci sarà un ultimo saluto all'editore e politico salentino. 

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