In viaggio nel tempo nella Lecce “ebraica”

In viaggio nel tempo nella Lecce “ebraica”
di Eraldo MARTUCCI
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Mercoledì 22 Giugno 2022, 05:00

Le tradizioni ebraiche e quelle cristiane sono sempre state parte integrante della cultura occidentale, grazie anche alla ininterrotta continuità che ha legato, fra le altre cose, la musica e la mistica di entrambe. E la presenza delle comunità ebraiche è stata una componente rilevante nei territori europei nel corso dei secoli, accompagnata però purtroppo sempre da persecuzioni e cacciate.

Anche Lecce ha avuto una importante comunità ebraica, che ha vissuto il suo momento di massimo splendore sotto Maria d’Enghien e per tutto il ‘400. Il quartiere, come è noto, si sviluppava nell’area - oggi detta appunto della “Chiesa Greca” - di Santa Croce e del palazzo dei Celestini, dove fra l’altro sorgeva un’importante sinagoga. E proprio in questi luoghi è nato il Museo Ebraico, ribattezzato “Medieval Jewish Lecce”, che da tempo opera meritoriamente per ricordare questa importantissima presenza.

Una ricostruzione in 3D del quartiere ebraico e della sinagoga

Una costante ricerca che si è ora arricchita di un docufilm, prodotto da Technè Sas, che presenta i primi risultati di uno studio ricostruttivo del quartiere ebraico e della sinagoga realizzato in collaborazione con specialisti nelle diverse discipline, per recuperare una storia parzialmente misconosciuta, ma anche per riflettere sulle trasformazioni urbanistiche e sociali di Lecce tra Medioevo ed Età moderna. Tra gli specialisti c’è l’architetto Francesco Gabellone, che da oltre vent’anni si occupa proprio di archeologia virtuale ed ha all’attivo la pubblicazione di tre libri in materia.

«La nostra è stata una ricostruzione scientificamente rigorosa e certo non basata su un’invenzione astratta – precisa subito l’architetto – per un prodotto realizzato con le tecnologie ma avvalendosi sempre delle conoscenze umanistiche». 

Il filmato è legato al progetto regionale “Misure di promozione del ‘welfare aziendale’ e di nuove forme di organizzazione del lavoro Family Friendly”, finalizzato alla messa a punto di una piattaforma per la visita virtuale dei luoghi legati alla cultura ebraica nel Salento.

«La quantità di informazioni che si potevano desumere dallo studio dei resti “architettonici” e “archeologici” del museo ebraico – continua Gabellone - ci ha convinti però a fare un lavoro ancora più approfondito rispetto a quello inizialmente pensato per fare solo delle applicazioni per il lavoro agile».

È stato così possibile rappresentare virtualmente l’antica sinagoga e immaginare la fisionomia del quartiere ebraico tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo. «L’area della sinagoga, la cui presenza è ben documentata dalle fonti, non era stata finora ubicata con certezza – spiega l’architetto – invece il primo importantissimo risultato che presentiamo è aver con molta probabilità individuato i muri che la delimitavano, che si trovano nell’attuale Palazzo Personè. E poi abbiamo capito quali sono state le fasi evolutive di tutto il palazzo, che in effetti era funzionale alla liturgia della sinagoga: non si entrava direttamente dalla strada ma si accedeva attraverso un cortile, uno spazio di mediazione e di purificazione. Era appunto così per le sinagoghe sefardite dalla quale deriva la nostra. E abbiamo individuato nel cortile di Palazzo Personè proprio questo spazio di passaggio. Dalle descrizioni che ci provengono dalle fonti archivistiche, dove si dice che la sinagoga era coperta da un tetto con tegole informi, abbiamo potuto capire che l’antica fisionomia dell’aula in cui si trovava è stata poi rimaneggiata successivamente.

Abbiamo poi ricostruito altri frammenti ed ecco perché il titolo del filmato è “Frammenti di storia”».

Nel 1495 iniziò la cacciata degli ebrei

La sinagoga era sicuramente in vita sino al 1495, anno nel quale anche da Lecce iniziò la cacciata degli ebrei, in concomitanza con quello che accadeva in Spagna e con l’arrivo dei francesi a Napoli. «L’assalto alla sinagoga di quell’anno non segna però il momento finale della presenza ebraica nella nostra città che si prolunga invece per qualche altro decennio – conclude Gabellone – e noi ricostruiamo la fisionomia del quartiere ebraico in questo periodo con degli espedienti tecnologici che ci hanno consentito di fare transizioni fra stato attuale e virtuale. Partendo dall’arrivo degli ebrei a Lecce, la cui presenza è nota già in epoca romana ma è dall’undicesimo secolo che la documentazione è molto più nutrita. Il nostro è un racconto anche delle funzioni della vita sociale nel quartiere: c’era una macelleria, c’erano le botteghe per la produzione del sapone, e l’area poi occupata da Santa Croce era utilizzata per le concerie. Dopo l’insurrezione della fine del ‘400 le proprietà degli ebrei vengono confiscate e parzialmente acquisite dalla chiesa. Così succede pure per l’area di Santa Croce, che per volere dei padri Celestini verrà poi utilizzata per edificare la Basilica».

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