Medioevo, da inventari e registri il "viaggio" del sapere

Medioevo, da inventari e registri il "viaggio" del sapere
di Alessandra LUPO
4 Minuti di Lettura
Lunedì 28 Marzo 2022, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 13:23

Ridefinire le geografie culturali e le influenze sulla formazione dei giovani all’interno di un contesto storico ricco e pieno di prestigio anche per la Puglia: il Medioevo. È l’obiettivo del convegno internazionale “Educazione, formazione e trasmissione dei saperi nel Medioevo e oltre”, che si terrà oggi e domani a Lecce, presso l’Edificio 6 del Complesso Studium 2000, la cui organizzazione scientifica è stata curata da Luciana Petracca (docente di Storia Medievale e Didattica della Storia) e Demetrio Ria (docente di Pedagogia sperimentale). 

L'obiettivo della due giorni


Al di là del respiro internazionale, il convegno ha l’ambizione di ampliare e approfondire una materia complessa come la trasmissione del sapere, collegando tra loro fonti e documenti frutto di approfondite ricerche storiche in parte inedite. Con le risultanze di questo lavoro certosino, che si gioca non solo su trattati e fonti storiche ma anche su materiali di archivio, si intende offrire uno spazio di riflessione e di confronto tra studiosi di diversa formazione su pratiche, percorsi, metodologie e strumenti della trasmissione della cultura e dei saperi, tanto disciplinari quanto tecnico-pratici, a partire dall’età medievale e ben oltre il Medioevo. 
Tra i vari approfondimenti (a cura di 45 relatori provenienti da varie università e istituti di ricerca nazionali e internazionali) spiccano anche realtà del Mezzogiorno d’Italia di enorme peso specifico, come il salotto del conte Angilberto Orsini, appartenente al ramo collaterale della famiglia di Maria d’Enghien e del figlio Giovanni Antonio Orsini del Balzo, che nel corso del XV secolo, a Ugento, costituì uno dei più importanti poli di aggregazione culturale della provincia e ospitò nella sua dimora una ricca e pregevole biblioteca.
Il dominio della famiglia Orsini del Balzo, d’altronde, aveva portato alla formazione di organismi politici più stabili con il conseguente controllo di alcune funzioni chiave che portarono alla crescita esponenziale delle scritture, comprese quelle contabili. Materiale preziosissimo.

Le corti dei signori come centri di potere e cultura


Le fastose corti di questi signori, oltre a costituire il centro nevralgico del potere feudale, rappresentavano il fulcro della vita sociale e culturale dell’epoca: qui affluivano letterati, filosofi, medici, artisti e musicisti di varia provenienza, spesso incaricati di provvedere all’educazione e all’istruzione dei rampolli di famiglia, e che, alle volte, ricoprivano anche il ruolo di segretari, ambasciatori o storiografi, redigendo opere celebrative dedicate al signore o comunque destinate alla sua corte. Un materiale che offre parecchi spunti di riflessione per ricostruire le influenze culturali che interessarono la fascia più influente della società dell’epoca.
Vero e proprio tesoro in questo senso sono i Registri della Cancelleria orsiniana e, soprattutto, agli inventari angilbertiani, attraverso cui si può tratteggiare un quadro del patrimonio librario a disposizione del ceto feudale rintracciando le pratiche di insegnamento, gli scambi culturali e ricostruendo la circolazione anche geografica dei saperi.

Una prospettiva storiografica allargata, che fa emergere anche il ruolo del Mezzogiorno d’Italia come punto di incontro di idee e pratiche, tra Oriente e Occidente. 

I saggi alla corte di Federico II


Il punto più alto di questo percorso viene certamente raggiunto nel periodo svevo, strettamente connesso alle figure di Teodoro di Antiochia e Giordano Ruffo. Entrambi, a quanto pare, influenzarono la composizione del trattato federiciano “De arte venandi cum avibus”, ispirato ad una delle grandi passioni di Federico II: la caccia con il falcone. 
Teodoro aveva infatti studiato tra Antiochia, Mosul e Baghdad, detto il “filosofo dell’imperatore”, tradusse dall’arabo per Federico II il Moamin, il trattato di falconeria. Il secondo, Giordano Ruffo, “gran maestro dei cavalieri imperiali” alla medesima corte federiciana, fu autore del “De medicina equorum”, in cui enunciò i segreti dell’allevamento, dalla nascita, alla cattura, all’ammaestramento, indicando i metodi per curare le principali malattie equine. Un altro tassello del panorama culturale a corte.

Il convegno


L’evento, che gode del patrocinio di prestigiosi atenei internazionali e nazionali, di importanti istituti e centri di ricerca e della società scientifica, è stato cofinanziato dalla Presidenza del Consiglio Regionale della Puglia. 
La due giorni sarà ospitata presso l’Università del Salento e si dispiegherà in una serie di interventi della durata di circa 15 minuti ognuno. L’obiettivo è fornire ai partecipanti (non solo addetti ai lavori) uno strumento di consapevolezza nell’ambito delle idee educative occidentali aprendo una riflessione su alcune questioni controverse nell’educazione di oggi a partire dalla ricostruzione delle loro origini storiche. Un interessante focus sulla storia delle idee è infatti un tentativo di spostare parte della storia dell’educazione da un approccio basato sui “grandi uomini” alle influenze tecnologiche, economiche e politiche su idee e rappresentazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA