Le memorie di Bri Williams avvolte nel sapone e nella cera

Le memorie di Bri Williams avvolte nel sapone e nella cera
di Marinilde GIANNANDREA
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Mercoledì 5 Gennaio 2022, 10:44

Non esiste nessun testo che accompagna la visione di Out, la mostra di Bri Williams nello spazio di Progetto al numero 72 di via Idomeneo a Lecce. L'artista ha voluto così.
È nata a Los Angeles nel 1993 ma la densità della memoria e delle storie evocate in dissolvenza nella sua personale leccese sembra andare più in là nel tempo.

I materiali, gli oggetti e gli elementi organici, sono rinchiusi in scrigni di sapone e di cera che li trasformano, li deteriorano e nello stesso tempo li rendono preziosi ed eterni come fossili racchiusi nell'ambra.
Probabilmente si tratta di evocazioni che esplorano vissuti e memorie personali, ma Williams ha lasciato allo spettatore la libertà di entrare dentro le sue metafore visive e del resto le forme racchiuse perdono la loro identità iniziale per diventare altro. Una rimozione? Forse, ma in queste prigioni di sapone che appaiono come capsule di congelazione gli oggetti (rami, spine, foglie, uccelli, crocifissi) diventano altro da sé. Il degrado e la conservazione, la persistenza della memoria e la sua dissolvenza, il trauma e la sua rimozione, possono essere alcuni dei temi. Il sapone e la cera li chiudono come in un cassetto, sfumati ed evanescenti come alcuni fantasmi della memoria. Si tratta di oggetti minori, alcuni recuperati durante il suo soggiorno salentino, sottratti inevitabilmente alla dissoluzione del loro destino ma impreziositi dalle trasparenze luminose dell'installazione o accompagnati dalla flebile musica di un carillon posizionato su un cumulo di terra tra rami spinosi. Non sappiamo se Williams si è ispirata alle nostre campane di vetro che chiudono le statue sacre sugli altari domestici ma la dimensione del sacro è presente in alcuni titoli dedicati a sante martiri, Agata, Apollonia, nel crocifisso, nel legno e nei chiodi.
Bri Williams ha tenuto mostre negli Sti Uniti e di recente una personale al Kunsthaus Glarus in Svizzera e conferma la qualità del programma espositivo e la vocazione internazionale di Progetto che ha dato l'avvio a una sperimentazione in cui gli artisti che espongono nell'antico palazzo del centro storico di Lecce si confrontano sempre con i luoghi e le antropologie locali osservate con sguardo esterno che ne coglie spesso le sopravvivenze o i residui storici. Succede anche con la californiana Bri Williams e le latitudini lontane non annullano la capacità delle sue opere di evocare anche i nostri ricordi a testimonianza che l'arte ha sempre il potere di annullare le distanze e le differenze.
La mostra prosegue fino al 31 maggio, visitabile tutti i giorni su prenotazione: info@progettospace.com, 349.8121585.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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