Land art e territorio, una guida all'identità multiforme del Salento

Land art e territorio, una guida all'identità multiforme del Salento
di Anna Manuela VINCENTI
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Sabato 14 Agosto 2021, 16:02 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 08:58

Una parola che può voler dire qualsiasi cosa a meno che non si decida di riempirla di contenuto, pensiero, dialogo con l'ambiente circostante.
L'indentità, in questo caso salentina, diventa allora un terreno di indagine e di gioco, di riflessione e denuncia. Ma soprattutto di ricerca artistica in un gioco di specchi evocativo, straniante talvolta distopico con i luoghi. Nei mesi di maggio e giugno le masserie-agriturismi del Salento hanno infatti ospitato il progetto artistico curato da Massimo Guastella, docente di storia dell'arte contemporanea all'Università del Salento, dal titolo Eco transizioni artistiche. Un progetto nato nell'ambito della rassegna Identità Salentina promossa da Italia Nostra Sud Salento, di cui ieri alla Masseria Malcandrino è stato presentato il catalogo.


Nel volume si trovano le opere dei sette artisti che hanno partecipato al programma e che hanno presentato al pubblico i loro lavori nel corso degli incontri per la sostenibilità Il paesaggio tra natura e coltura, nei diversi agriturismi salentini dove saranno visitabili fino alla fine dell'estate.
Ogni artista ha cercato di rappresentare, seguendo la propria arte e la propria ispirazione, le tematiche che affliggono la nostra quotidianità Marco Mariano, ha creato per Masseria Casa Porcara, a Veglie Zona arancione rinforzato, un'installazione polimaterica fortemente legata al particolare periodo storico, esasperato da pandemia e suddivisioni in aree di contagio. Grandi cubi colorati in una sorta di rappresentazione della restrizione della libertà dell'uomo che si interfaccia con l'ambiente. Una natura maltrattata e compromessa e l'uomo che provoca un autogol con la sua azione invasiva i suoi resti, come il teschio arancione, che evoca iconicamente il simbolo convenzionale di tossicità, a testimonianza di un rapporto intensivo e scellerato tra uomo e ambiente.


Eternity non è eternit è l'opera di Andrea Buttazzo che mette in scena un non-sense, simula ciò che troppo spesso si osserva ai bordi delle strade di campagna, alle spalle dei caratteristici muretti a secco. Una scultura che rispetta l'ambiente, realizzata con un materiale antico e naturale l'argilla, è, però, una critica, una denuncia alle cattive abitudini. È la rappresentazione del male e dei materiali di scarto, nello specifico uno tra i più dannosi, l'eternit che per sua natura è eterno, avvelena e contamina il territorio. L'opera è stata installata in un angolo dell'agriturismo Sante le Muse a Salve. Un luogo protetto, biologico che tutela la natura in contrapposizione con le campagne inquinate, l'artista sorprendendo lo spettatore provoca una riflessione.
La fotografa Francesca Speranza a Le Stanzie di Supersano in Pratiche artistiche del paesaggio. 2021 ha fotografato la natura e gli animali, ritraendoli come se fossero delle persone del luogo e ne ha colto l'essenza della loro felicità.
Lauretana Paladini, all'Agriturismo Gli Ulivi di Tricase, con Ecce Alberi, Ecce mondo trasforma gli ulivi monumentali scolpiti dalla xylella per salvare le loro architetture e rivelarle sotto altre identità. L'installazione richiama l'attenzione a ciò che abbiamo sotto i nostri occhi, la rete vegetale dei pescatori rimanda alla rete degli ulivi, rappresenta un sudario ed uno spartiacque tra quello che c'è stato e quello che sarà l'agricoltura con l'attuale morte della civiltà contadina. Un altare sacro. L'albero rappresenta Ecce homo.
Il mostro divoratore è l'opera di Fabio Pedone per Bio Masseria Santa Lucia a Montesardo.

Delle identità mostruose che non vediamo, causano il depauperamento degli alberi, creature surreali che li divorano. Il mostro ha diverse forme, può essere l'imprenditore che sega gli alberi distruggendoli, la xylella o l'inquinamento sono processi lenti che non si vedono. L'artista attraverso la contrapposizione causa effetto cerca di sensibilizzare lo spettatore.


In Xilofmorfosi e Dintorni sono diverse le opere realizzate per masseria Malcandrino da Salvatore Sava. Un'installazione che rappresenta la desertificazione del paesaggio dalla Xylella. Enigmatico e rappresentativo il tavolo della follia in cui sotto un albero è rappresentato il tavolo dove si prendono le decisioni sul futuro del paesaggio e l'albero piange, lacrime gialle, ascoltando la follia umana.
Sarà in mostra permanente l'opera di Teresa Vella Masseria Sant'Angelo a Corigliano d'Otranto Memoria e Palingenesi. La memoria storica e la coscienza collettiva conservate attraverso le radici rosse estirpate degli ulivi, e protette dalla rete, diventano storia per i posteri. Il muretto a secco circolare, che ospita un giovane ulivo, simbolo della rinascita per guardare a 360° ad una nuova ricostruzione attraverso le tecnologie.
Oltre alle schede sulle installazioni artistiche e sulle masserie/agriturismi che le ospitano, una sorta di guida per estiva al paesaggio salentino, il catalogo è arricchito dai contributi dei Professori Antonio Costantini e Massimo Guastella e vede l'introduzione dell'architetto Maria Piccarreta, Segretario regionale del Ministero della cultura per la Puglia.
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