Il ritorno di Banksy: a Gallipoli le icone dell'artista mito

Il ritorno di Banksy: a Gallipoli le icone dell'artista mito
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Venerdì 24 Giugno 2022, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 15:47

A distanza di due anni tornano nel Salento le immagini poetiche e provocatorie di Banksy nella loro totale attualità.
Da questa sera alle 18 apre infatti a GallipoliEarly artist known as Banksy 2002-2007 prints selection”, mostra dedicata ad uno degli artisti più iconici del nuovo millennio, che arriva al Museo Diocesiano “Mons. Vittorio Fusco” con una selezione delle sue opere più famose ed enigmatiche: immagini e forme di inaudita potenza etica, evocativa e tematica. La mostra è a cura di Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, prodotta e organizzata da Sia e MetaMorfosi Eventi, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Gallipoli, dalla Diocesi di Nardò-Gallipoli e dal Museo Diocesano di Gallipoli “Mons. Vittorio Fusco”, in collaborazione con Mostre Lab e Wall Drawings.

Le opere nel centro storico della città 


Nel cuore del centro storico di Gallipoli, fino al 30 settembre, saranno in esposizione negli spazi del Museo Diocesano, sede dell’antico Seminario e attiguo alla concattedrale di Sant’Agata, una selezione di serigrafie realizzate dall’artista tra il 2002 e il 2007. Si tratta di immagini tra le più conosciute e simboliche, quelle che hanno decretato il successo planetario di un artista tra i più complessi, geniali e intuitivi del nostro secolo.

La scelta delle immagini più iconiche

Le opere in mostra spaziano dall’indimenticabile Girl with balloon La “ragazza con palloncino” , forse l’immagine più popolare di Banksy, realizzata su un muro al lato di un ponte della zona di Southbank, Londra, nel 2004 e votata nel 2017, in un sondaggio promosso da Samsung, come l’opera più amata dai britannici. Ci sarà Love is in the ai, conosciuta anche con il nome di Flower Thrower (Lanciatore di Fiori), apparsa per la prima volta nel 2003 come stencil a Gerusalemme, sul muro costruito per separare israeliani e palestinesi nell’area della West Bank. Love Is In The Air cita l’opera cita l’immaginario degli attivisti durante le rivolte universitarie che attraversarono Stati Uniti e Gran Bretagna nel periodo del Vietnam. Ma in mostra i saranno anche i suoi iconici ratti, tra i soggetti più rappresentati da Banksy che su di loro scrive: «Esistono senza permesso. Sono odiati, braccati e perseguitati. Vivono in una tranquilla disperazione tra la sporcizia. Eppure sono capaci di mettere in ginocchio intere civiltà». L’artista coglie un parallelismo tra i topi e la condizione dello street artist e ci mette in guardia dalle tranquille ma ambigue moltitudini. Il topo di Love Rat è rappresentato con un grande pennello in mano mentre ha terminato di tracciare il contorno di un cuore rosso su un muro invisibile. 
Dissacrante e poetica anche la celebre Toxic Mary, che riprende una Madonna con Bambino nello stile del Rinascimento.

Bomb hugger è infine la bambina che abbraccia una bomba come se stesse abbracciando un orsacchiotto. Immagine di indubbia attualità.

La città rilancia il messaggio dello streetartist

«Da un lato egli mette in luce le ipocrisie, le contraddizioni, le disuguaglianze, le disumanità del nostro tempo, dall’altro incoraggia a credere ancora alla possibilità di un mondo migliore», commenta Mons. Fernando Tarcisio Filograna, Vescovo Diocesi Nardò-Gallipoli. «Gallipoli apre le porte ad una mostra che affascina e incuriosisce tutte le fasce d’età - commenta il Sindaco di Gallipoli Stefano Minerva. - Il Museo Diocesano incontra il mondo della street art, quello dell’arte contemporanea a cielo aperto». 

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