Il comunicare umano dai sapiens a internet nel libro di Cristante e Brancato

Il comunicare umano dai sapiens a internet nel libro di Cristante e Brancato
di Claudia PRESICCE
4 Minuti di Lettura
Giovedì 29 Dicembre 2022, 05:00

Da segni primordiali sulle pareti delle caverne fino all’emissione di suoni e gestualità rituali: quando e come comincia la storia della comunicazione umana? Praticamente nasce con l’umanità prima ancora di un linguaggio strutturato, così come l’arte, la danza e tutte le modalità anche fisiche di espressione di sé, di trasmissione di un pensiero nell’ambiente in cui si vive. 

Il volume


Studiare i passaggi fondanti che nello scorrere dei millenni hanno segnato la crescita dell’uomo sulla Terra, spiegare la relazione delle società con i mezzi di comunicazione connessi allo scorrere della storia, è il senso del godibile volume “L’avventura umana nella comunicazione. Dal corpo dei Sapiens agli algoritmi” firmato dai docenti di Sociologia dei processi culturali Stefano Cristante di Unisalento e Sergio Brancato della Federico II di Napoli (con una nota di Alberto Abbruzzese). 
Il libro è praticamente diviso in saggi distinti in due parti in cui i due studiosi seguono cronologicamente l’evoluzione della comunicazione dell’uomo, dalle origini alla rivoluzione digitale. E racconta attraverso riflessioni, annodate alla storia, sguardi sociologici e analisi condite da un contorno di altre pagine a latere con testimonianze, argomentazioni di filosofia, storia, sociologia e annotazioni di altri testi. Nella prima parte del saggio Cristante risponde alle domande sulle prime tappe dell’evoluzione della comunicazione dall’arrivo del Sapiens e sulle loro conseguenze. 
Sintetizzando quello che è ampiamente spiegato nel libro, in modo circostanziato, individua (per noi) alcune tappe fondamentali.
«La storia dell’Homo sapiens è di fatto immersa nella Comunicazione - spiega Stefano Cristante - se la nostra specie ha avuto un ruolo del tutto speciale nella storia del pianeta è per via dello sviluppo strategico che la comunicazione ha avuto nella nostra evoluzione. Homo sapiens è evoluto sulla base di specie Homo precedenti, che già avevano praticato forme di linguaggio e di tecnologia (per esempio un repertorio di gesti e suoni, e l’addomesticamento del fuoco): senza una comunicazione stretta tra individui le migrazioni dall’Africa verso l’Asia e l’Europa, già messe in pratica da Homo erectus migliaia di anni prima del Sapiens, non sarebbero state possibili».
E poi arriva al punto fondamentale: «Quanto più evolve la comunicazione tanto più evolve la società umana - prosegue il docente Unisalento - con la scrittura viene creato un altro mondo fatto di segni, cui nessun’altra specie terrestre ha accesso. È qualcosa di unico e di potente, ma scaturisce da millenni e millenni di convivenza e di tentativi di costruire un sapere in qualche modo stabilizzato, non solo per gli umani viventi, ma per coloro che verranno dopo».
Se la diffusione della scrittura dà inizio alla Storia dell’uomo, chiudendo la Preistoria, dopo millenni e millenni una nuova rivoluzione è rappresentata dall’arrivo della stampa, che segna anche la fine del monopolio dell’informazione nelle mani di chi ha i mezzi per scrivere. Chi sa leggere può essere raggiunto e divulgare a sua volta testi.
«La stampa ha cambiato la scrittura rendendola un fatto Universale - spiega Cristante - i patrimoni librari, che si contavano in poche decine di libri posseduti da singoli aristocratici, ora potevano moltiplicarsi e consentire l’accesso alle informazioni più disparate a nuovi individui e a nuove classi. Di fatto, la rivoluzione tecnica della stampa anticipa i movimenti rivoluzionari che giungono a compimento alla fine del ‘700, prefigurando un mondo dove chi sa leggere e scrivere potrà dare vita a documenti, dove un nuovo modo di vivere prende forma in modo sempre più realistico, trasmigrando dai romanzi ai saggi, dai saggi agli articoli e da questi alle Costituzioni».
Nella seconda parte del libro Brancato avvia una riflessione sul momento in cui l’uso della stampa divulga anche le immagini. Alla domanda riguardo al ruolo sociale della possibilità data dalla proiezione delle idee e sulla divulgazione delle visioni, il sociologo risponde: «Il grande impatto delle immagini tecnicamente replicate sulla stampa è riscontrabile soprattutto nella possibilità di supportare il testo scritto con una comunicazione, dapprima attraverso il disegno e poi con la fotografia, una comunicazione dotata del potere di mostrare le cose direttamente allo sguardo».
E quindi, spiega Brancato, «in un mondo ancora essenzialmente analfabeta, questo ha reso possibile una crescita straordinaria della circolazione delle idee e delle informazioni, avviando un processo di forte modernizzazione della società attraverso un inedito potenziamento delle identità individuali. L’idea che abbiamo oggi della politica si incardina soprattutto sugli effetti di questo nuovo modello di comunicazione che poi nel ‘900 vedrà, attraverso cinema, radio e soprattutto televisione, il proprio compimento e al contempo la propria stessa crisi storica».
E l’arrivo del web? Un fatto rivoluzionario che però amplifica la comunicazione di una società di fatto già esistente. 
«Il web di cui Internet è una forma storica - spiega Brancato - è un medium certamente rivoluzionario in sé, ma non del tutto inedito perché costituisce la sponda tecnologica digitale a un concetto ben più antico che è quello delle reti sociali. Rispetto al passato delle relazioni tra individui, affidato ai regimi mediatici dell’oralità e poi della scrittura, il web amplia la portata delle reti sociali in cui ognuno di noi è inserito offrendoci la possibilità di vivere ed interagire in una dimensione planetaria, tendenzialmente senza confini, in cui le precedenti forme della modernità come ad esempio lo Stato nazione, o i partiti di massa o ancora il pubblico dei mass media eccetera, vengono forzate dal basso verso mutamenti sempre più profondi e radicali».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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