La Grecìa salentina
svela i suoi luoghi segreti

Il parco di Apigliano a Martano
Il parco di Apigliano a Martano
di Maria Grazia FASIELLO
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Mercoledì 19 Marzo 2014, 12:10 - Ultimo aggiornamento: 13:47

LECCE - un modo di guardare con occhi diversi ci che gi si conosce, una sopresa assoluta per chi invece questi luoghi non li ha visti mai. La chiesa di San Biagio a Calimera, il castello Dei Gualtieriis a Castrignano dei Greci, il molino a cilindri Coratelli e Imparato di Corigliano d’Otranto, il parco archeologico di Apigliano e una vicina masseria a Martano, la chiesa di San Francesco di Martignano, le pozzelle di Pirro di Zollino, la cripta di San Sebastiano di Sternatia, la chiesa della Madonna degli Angeli a Sternatia, piazza San Giorgio a Melpignano.

Sono questi i dieci luoghi fotografati, cui se ne aggiungono altri due (la chiesa di Santo Stefano a Soleto, la zona archeologica dello stesso paese, e l’attività estrattiva e produzione fittile a Cutrofiano) che fanno parte di “Eravamo in Salento e non abbiamo visto il mare”, il portfolio (grafica di Alberto Giammaruco, formato tabloid, non rilegato) che attraverserà l’Europa in lungo e in largo fino all’estate, grazie a Zines of the Zone, biblioteca di libri indipendenti dedicati al mondo della fotografia (in questi giorni si trova a Belgrado).

Silvia Cesari ed Enrico Floriddia sono i fotografi che hanno immortalato dieci siti “misteriosi” della Grecìa Salentina. Presente in tutte le foto, Silvia è la donna con abito giallo a pois neri, un dettaglio non sempre facile da notare. Il corpo si adatta alla pietra e si piega alle forme dell’architettura.

Ma l’idea non parte da qui e non finisce qui. A commissionare il lavoro a Silvia ed Enrico, è stato un gruppo di professionisti under 30 vincitori di un finanziamento del Miur, partiti dalla constatazione che le comunità non sempre sanno che uso fare dei luoghi storici, come appropriarsene e come riportarli in vita.

Il progetto di innovazione sociale si chiama In-Cul.Tu.Re. e si avvale di risorse del programma operativo nazionale “Ricerca e competitività” 2007-2013: un costo complessivo di 1.947 milioni di euro. I partner sono il Politecnico di Torino, il Cnr - Istituto per i beni archeologici e monumentali di Lecce, l’Istituto superiore Mario Boella di Torino e la cooperativa Cresco.

Dice Sofia Giammaruco, architetto responsabile di In-Cult.Tu.Re: «Abbiamo deciso di muoverci su tre assi per portare a termine vari obiettivi di recupero, valorizzazione ed efficienza energetica. Vogliamo dimostrare che far bene le cose può essere più semplice di quanto si pensi».

Il team è composto anche da Francesco De Matteis, architetto, Lavinia Donateo, Maria Federica Stifani e Paola Durante, laureate in Beni culturali, Gabriele Miceli, giornalista, Gabriele Montinaro, dottore in Ingegneria gestionale.

Per ogni caso/studio ci sono attività e obiettivi da raggiungere. I risultati del lavoro di ricerca confluiranno in una piattaforma web multicanale con cui cittadini, turisti e operatori potranno interfacciarsi per l’erogazione di servizi.

«Ad esempio, visitare in realtà aumentata il parco archeologico di Apigliano - afferma Federica Stifani - completo di costruzioni 3d. A Soleto, invece, si realizzerà una carta archeologica e digitale interattiva».

Il progetto si concluderà a maggio 2015. Ci vorrà tempo per studiare, catalogare, favorire un uso consapevole. Per questo esistono percorsi partecipativi. «Lo sperimenteremo a Melpignano - conclude Francesco De Matteis - dove in questo momento stiamo portando a termine lo studio di fattibilità per l’illuminazione di piazza San Giorgio. La cittadinanza sarà coinvolta per raccontarci come vive quel luogo e ripensarne, insieme a noi, la fruizione».

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