Spartaco, la cronaca che racconta la Storia

Spartaco, la cronaca che racconta la Storia
di Rita DE BERNART
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Lunedì 23 Agosto 2021, 05:00

“Cum Spartaco pugnavimus”. Una scuola di politica e di vita attraverso le pagine di un giornale di provincia. In un’epoca in cui la carta stampata aveva il sapore della novità, della verità e dell’autorevolezza, Spartaco ha scandito fino al 1914 il cammino politico sociale e culturale di una comunità cittadina. 

Sarà presentato oggi a Gallipoli il quarto e ultimo volume dell’opera editoriale di ristampa anastatica di tutti i numeri di una delle maggiori pubblicazioni locali a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Nato nel 1887, fondato e diretto da Giovanni Coppola, è stato pubblicato fino al 1914. Con un intervallo di qualche anno. Il 23 maggio 1903 infatti, il suo proprietario Giovanni Coppola aveva chiuso le pubblicazioni; dopo la sua morte, su numerose pressioni di tanti militanti, i suoi familiari il 3 settembre 1910 diedero il consenso alla ripresa delle pubblicazioni che furono nuovamente avviate grazie a Stanislao Senape De Pace e Niccolò Coppola, nipote di Giovanni, ripartendo con il numero 594 il 27 dicembre 1910, sotto la direzione di Attilio Perrella

Giornale di lotta politica e sociale

Fu un giornale di lotta sociale e politica, una voce sopra le righe, irriverente, sempre pronta a denunciare. Interessante sfogliarne le pagine, tra le righe di articoli di cronaca nera, bianca e giudiziaria, si incontrano le prime pubblicità, annunci, richieste, lettere dei cittadini e di rappresentanti di spicco del territorio. Sempre vicino alla gente gallipolina, ai più deboli, alla comunità, nelle pagine spesso trovavano spazio le sortite dei locali poeti dialettali, le ricche note di cronaca locale e i saggi storiografici. E Ancora i movimenti del porto di Gallipoli, i report della Banca Popolare di Gallipoli e numerosi consigli di salute. Una fotografia precisa, sincera, realistica degli accadimenti locali. 

La ristampa

La ristampa anastatica dell’opera integrale di questo storico giornale fu avviata 17 anni fa, su impulso di Carlo Antonio Coppola, pro nipote di Giovanni, sostenuto dai fratelli e da tutta la sua famiglia; “Nel sangue dei Coppola scorre inchiostro” diceva spesso. Il progetto fu visto da Carlo Coppola come riscatto del passato e ricostruzione di una memoria identitaria. Dopo la sua scomparsa il seme delle sue idee ha germogliato anche nei suoi figli e negli altri familiari che hanno portato l’opera a conclusione con questo quarto ed ultimo volume. L’intera opera è realizzata a cura dell’Associazione Gallipoli Nostra e dello storico Elio Pindinelli che ne ha curato il reperimento dei materiali, il progetto grafico e l’impaginazione.

«Con questo quarto e ultimo volume – commenta - si conclude quella che, nata come una impensabile e difficile avventura editoriale, si è rivelata, invece, essere stata una felice scelta di recupero di una memoria politica, culturale e sociale in ambito locale, altrimenti destinata a rimanere nell’oblio. Se nel chiudere questa esperienza mi è sembrato doveroso ricordare i meriti di chi ha creduto nel progetto e ne ha sostenuto generosamente la realizzazione, mi sembra importante sottolineare la valenza documentale di questa longeva testata. E ancora più importante diventa il recupero in questo quarto volume di tutto il pubblicato dal 1901 al 1914, che è la parte più rara e di difficile reperimento».

Nel quarto volume, insieme alla sua prefazione, sono contenuti anche i contributi di Alessandro Laporta, Franco Antonio Mastrolia, Mario Spedicato e Giancarlo Vallone.

I volumi sono così suddivisi: il primo, edito nel 2003, raccoglie i numeri dal 1887 al 1891, il secondo, del 2008, quelli dal 1892 al 1898, il terzo del 2015 contiene le pubblicazioni dal 1899 al 1901 e il quarto e ultimo include quelli 1901 al 1914. 

La presentazione dell'opera

Durante la serata di presentazione interverranno Elio Pindinelli, Cataldo Motta, magistrato già Procuratore della Repubblica, e Massimo Bray, direttore generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana e assessore regionale cultura e turismo. 

«Quest’opera è stata pensata come un investimento nella valorizzazione della storia locale finalizzato a qualificare anche l’offerta turistica del territorio sotto il profilo culturale – commenta Giuseppe Coppola - portare a termine il progetto e la volontà di nostro padre Carlo Antonio, è stata per noi un’eredità morale. Crediamo fermamente nel concetto di responsabilità sociale dell’impresa e abbiamo la convinzione che la conservazione e il recupero della memoria politica e della identità della nostra terra possano servire a smuovere le coscienze e far germogliare nuove idee e un nuovo fermento per il futuro e per le nuove generazioni. Ringrazio l’Associazione Gallipoli Nostra ed Elio Pindinelli per l’impegno e il lavoro svolto e l’intera famiglia Coppola per il sostegno e il contributo dato dal primo momento alla realizzazione di questo ambizioso progetto».

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