Il commissario Ricciardi e i gialli di Scerbanenco

Il commissario Ricciardi e i gialli di Scerbanenco
di Luca BANDIRALI e Stefano CRISTANTE
5 Minuti di Lettura
Sabato 31 Dicembre 2022, 05:00

Un grande finale d’anno per il fumetto italiano, con due adattamenti di qualità che mostrano tutte le potenzialità grafiche del giallo nazionale: Brancato e Nespolino danno una nuova vita editoriale al commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni, mentre Paolo Bacilieri interpreta le pagine di Scerbanenco.

Sergio Brancato (testi), Alessandro Nespolino (disegni), “Il Commissario Ricciardi. Serenata senza nome”.

Lo sguardo verde, malinconico e speciale, caratterizza la sagoma magra e il volto scavato del Commissario Ricciardi, uno dei personaggi di maggior successo multimediale della fiction italiana recente: lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni gli ha dato vita attraverso una quindicina tra romanzi e racconti inaugurati nel 2007, e di seguito sono venuti i libri a fumetti e la serie televisiva con l’attore Lino Guanciale nel ruolo di protagonista. Sarà perché le vicende si svolgono a Napoli in un’epoca controversa e allucinata come il fascismo, sarà perché i testi di De Giovanni sono giocati acrobaticamente sul filo rischioso di un realismo magico pieno di nostalgie e di dolori, sarà perché il personaggio ci colpisce per la singolare cupezza, che non gli impedisce l’azione e l’eleganza nei comportamenti:resta il fatto che Ricciardi è una presenza forte nell’immaginario collettivo di questo periodo, accompagnato dai suoi molti autori. Ho scritto “autori” perché, ogni volta che Ricciardi passa dalle righe dei romanzi agli altri media, si radunano altre teste e altre mani per riscriverne le storie. 

Nel caso di “Serenata senza nome” si tratta di Alessandro Nespolino per i disegni e di Sergio Brancato per la sceneggiatura. Nespolino è stato uno dei disegnatori di punta di Nick Raider, detective della factory di Sergio Bonelli, con cui ha continuato a collaborare negli ultimi vent’anni, fino ad approdare al gigante della casa editrice, ovvero a Tex. Brancato è un esperto artigiano della scrittura seriale e uno studioso di media, la cui sociologia insegna da anni all’Università Federico II. Entrambi gli autori sono napoletani, e il loro connubio è reso più efficace dall’ambiente dove si muove il personaggio che devono rendere vivo e credibile. Napoli, quasi sempre raccontata con il tempo cattivo che la rende struggente, è una città che cambia di continuo sotto gli occhi del lettore, e che si srotola come un tappeto magico addosso alle proprie miserie per poi prendere il volo su edifici opulenti, su soffitti altissimi, su alberghi magnifici. Da lì, se costretti a partire perché bisogna campare, non ci si sposta in realtà mai. Lo sanno i migranti che finiscono dall’altra parte dell’oceano, come un innamoratissimo giovanotto senza arte né parte, Vincenzo Sannino, disposto a rischiare di perdere la sua Cettina pur di fare fortuna e di tornare a riprendersela. Il caso vuole che si riveli un pugile dotato di un gancio sinistro micidiale, grazie al quale scalerà le classifiche dei medio-massimi fino a diventare il numero uno. Poi: la tragedia. Il gancio sinistro è talmente micidiale da lasciare un avversario sul tappeto per sempre.

La depressione lo riporterà a Napoli, solo per scoprire che la sua Cettina non lo ha aspettato e si è sposata con un ricco commerciante. La morte di questi porterà Ricciardi inevitabilmente sulle tracce del pugile. Trascinando le sue angosce e le sue premonizioni nei vicoli e nelle strade di Napoli, Ricciardi consente al lettore di familiarizzare con situazioni estreme che però, a ben vedere, sono assai vicine ai frammenti di un discorso amoroso, che Brancato così bene ritaglia nella complicata vicenda che sembra sbirciare da una finestra.

Giorgio Scerbanenco (storia), Paolo Bacilieri (adattamento e disegni), “Venere privata”.

Giorgio Scerbanenco (1911-1969), scrittore ucraino trapiantato a Milano, è una figura di culto che l’editoria italiana dimentica e riscopre a intervalli piuttosto regolari. I suoi gialli hanno contribuito alla costruzione un certo immaginario degli anni Sessanta tanto quanto Diabolik, Satanik e Kriminal, e non a caso le copertine delle ultime edizioni di Scerbanenco pubblicate da La Nave di Teseo sono disegnate da un grande artista grafico, Manuele Fior. Pertanto, un adattamento a fumetti di “Venere privata” è un’operazione così coerente con la collocazione storica dell’autore che viene da chiedersi come mai non sia stata fatta prima. 

A pensarci è stato Paolo Bacilieri, star del fumetto italiano, milanese di adozione come Scerbanenco e interessato da tempo all’esplorazione grafica di un passato immaginario e malavitoso (basti pensare al recente “Bob84”). L’adattamento di Bacilieri è uscito originariamente su “Linus” in sei puntate, e ora viene pubblicato in volume dalla raffinata casa editrice Oblomov (fondata da Igort), di cui proprio La Nave di Teseo (proprietaria anche di “Linus”) detiene la maggioranza societaria. Il processo di traduzione intersemiotica, a testimonianza del grande interesse anche accademico per il fumetto contemporaneo, è stato già oggetto di un’analisi molto approfondita di Alberto Sebastiani per la rivista scientifica “Italiano LinguaDue”; Sebastiani rileva un notevole rispetto del testo di Scerbanenco, sia nell’intreccio e nei dialoghi (spesso riportati alla lettera), sia nell’interesse per le violente trasformazioni urbanistiche. L’enorme talento di Bacilieri, infatti, si applica spesso all’immaginazione spaziale, con esiti davvero stupefacenti: la tavola 8, a tutta pagina, è un’inquadratura verticale in campo lungo che ha sullo sfondo una rampa di tangenziale e per il resto è occupata da una natura indomita, riottosa, che non si fa ancora dominare dall’urbanizzazione; in questo scenario periferico, Bacilieri innesta due piccolissime vignette quadrate e mute, il dettaglio della portiera di un’auto della polizia e il primo piano di un poliziotto. L’arte narrativa di Scerbanenco ha in “Venere privata” e nel ciclo dedicato al personaggio di Duca Lamberti il suo climax; e Paolo Bacilieri trova nel mondo di Scerbanenco un campo infinito per dare corpo alle sue minuziosi ossessioni grafiche. 

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