Fotografia: quanto è umana la Puglia di Ghirri. La mostra a Polignano

Fotografia: quanto è umana la Puglia di Ghirri. La mostra a Polignano
di Carmelo CIPRIANI
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Sabato 30 Ottobre 2021, 04:25

Era il 1981 quando Gianni Leone invitava a Bari Luigi Ghirri. Non si conoscevano ma la fotografia li accomunava e ciò bastò a superare ogni eventuale, reciproca diffidenza. Leone, docente di Storia delle Dottrine Politiche all’Università di Bari, fotografo dal 1979, nel capoluogo pugliese, aveva da poco aperto Spazio Immagine, luogo di promozione e diffusione della fotografia contemporanea. Invitò Ghirri a tenervi una personale dedicata al ciclo “Still-life”, tema sul quale il fotografo emiliano si era concentrato nell’ultimo quinquennio. Fu quello l’inizio di una delle pietre miliari della storia della fotografia contemporanea italiana e non solo. Dal sodalizio tra i due, al quale molto presto si aggiunse Vincenzo Velati in veste di teorico, nacque “Viaggio in Italia”, mostra mitica, itinerante tra la Puglia e l’Emilia, ospitata nel 1984 dalla Pinacoteca Provinciale di Bari. Vi presero parte venti fotografi, tra i quali Gabriele Basilico, Mario Cresci, Mimmo Jodice, oltre naturalmente a Ghirri e Leone, e proponeva un invito a riflettere sulla quotidianità che sempre permea il paesaggio in un approccio intellettuale ma anche affettivo, privo di stereotipi, lontano dall’immagine da cartolina.

La mostra realizzata in collaborazione con gli eredi


Ghirri è scomparso troppo presto (nel 1992, a quarantanove anni), ma con le sue inconfondibili riprese ha saputo influenzare tutta la fotografia. Inutile chiedersi cosa avrebbe fatto oggi con il digitale, ma di certo non gli sarebbe rimasto indifferente. Era uno sperimentatore e come tale ne avrebbe sondato le molteplici possibilità, esattamente come ha fatto con la fotografia analogica, Polaroid compresa, ma senza abdicare mai dal vero, perché per lui la fotografia era “un linguaggio per vedere e non per trasformare, occultare, modificare la realtà”. Una nuova mostra, “Tra albe e tramonti. Immagini per la Puglia” (visitabile fino a febbraio 2022), allestita dalla Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare in collaborazione con l’Archivio Eredi Ghirri, oggi diretto dalla figlia Adele, dopo la scomparsa della moglie Paola, rievoca l’esperienza di “Viaggio in Italia” e, attraverso una selezione ragionata di foto dedicate alla Puglia, rende merito al genio di Ghirri. Delle centinaia di scatti (si pensa oltre duemila) da lui dedicati alla regione, la mostra ne presenta circa un centinaio tra negativi e stampe. Queste ultime in particolare, in gran parte inedite e originali degli anni Ottanta, testimoniano una volta di più il suo sguardo arguto e i suoi inconfondibili colori, attenuati ma non spenti, quasi annebbiati, ottenuti attraverso una sperimentazione continua, attuata in fase di sviluppo con la complicità dell’amico e stampatore Arrigo Ghi.

I pellegrinaggi in Puglia, tra architetture e segni umani


La Puglia è terra amata da Ghirri. Più volte l’ha visitata, insieme ad amici cari come Lucio Dalla e lo scrittore Gianni Celati. Polignano a Mare, Molfetta, Otranto, Trani, Bari, Bitonto, Ostuni, sono alcune delle località toccate dal suo obiettivo nel corso degli anni Ottanta (le foto in mostra datano tutte tra il 1982 e il 1990). Foto della serie “Tra albe e tramonti”, esposte per la prima volta nel 1982 alla Fiera del Levante, in occasione di Expo Arte. Ghirri nei suoi paesaggi scavava nei meandri dell’urbanizzazione antica e contemporanea, indagava i centri storici e la gente che li abitava, percorreva le coste traendone scorci evocativi più che suggestivi, restituendoci una Puglia metafisica, afona, lontana dall’immagine oleografica di terra assolata e sitibonda; una Puglia apparentemente immobile ma non disabitata. L’uomo nelle sue foto, infatti, è sempre presente, anche quando non c’è. I suoi paesaggi, spesso disegnati dalla luce e dalle geometrie urbane, lo mostrano in forma diretta o indiretta, testimone di una vita che brulica e prosegue, oltre il tempo e lo spazio. Per questo di sovente Ghirri ritraeva edifici con pareti scorciate, oppure tagliava volutamente alberi, imbarcazioni, automobili, ombrelloni o altro lungo i margini, ad indicare un continuum esistenziale. In alcuni lavori, preziosi incunaboli del modus ghirriano, si ha la possibilità di vedere segni a matita, indicazioni di taglio che avvalorano l’idea della sua originale interpretazione del reale. Ogni visione è restituita dal fotografo con i suoi dettagli, eliminando ciò che a molti sarebbe sembrato fondante e lasciando ciò che ai più poteva sembrare trascurabile come una moto o un’auto parcheggiate e volutamente tagliate, simboli di una quotidianità che prosegue, di una vita che continua oltre la foto, imperscrutabile nella sua interezza e inarrestabile nel suo flusso.
La mostra sarà visitabile fino al 20 febbraio 2022, dal mercoledì alla domenica, dalle 16 alle 20.

In occasione del finissage sarà presentata una preziosa pubblicazione, edita da Mack Books, contenente un testo di Arturo Carlo Quintavalle, storico dell’arte, amico dell’artista, tra i suoi più importanti esegeti, e un’intervista di Rosalba Branà, direttrice della Fondazione, a Gianni Leone.

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