Le mamme? Meglio celebrare l’amore. Oggi la ricorrenza deve fare i conti con madri single, famiglie “allargate” e quelle arcobaleno

Le mamme? Meglio celebrare l’amore. Oggi la ricorrenza deve fare i conti con madri single, famiglie “allargate” e quelle arcobaleno
di Alessandra LUPO
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Domenica 14 Maggio 2023, 10:54 - Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 17:27

Il poeta cileno Pablo Neruda compose un intenso canto d’amore per la madre adottiva Trinidad, da lui affettuosamente chiamata Mamadre. Il poeta la definiva “l’angelo della mia infanzia” che gli insegnò tra le altre cose l’amore per le parole. Questi celebri versi rappresentavano già allora una via di fuga dalla visione della maternità convenzionale, trionfo della generazione e della prosecuzione della specie ma anche della cura e dell’amore incondizionato. Una festa celebrata nella giornata di oggi da un profluvio di canzoni, fiori e regali. E quest’anno anche dalla proposta meno ortodossa di una pubblicità di sex toys, che punta a mettere in discussione l’immagine dell’angelo etereo del focolare ma non quella di un ruolo che ancora oggi corre il rischio di suonare escludente e a tratti retorico. 


La festa della mamma, che in Italia cade la seconda domenica di maggio, è in realtà una festa d’importazione: la giornata intendeva infatti valorizzare l’influenza sociale delle madri, negli Stati Uniti soprattutto in un’ottica pacifista contro un’idea patriarcale di conflitto.

Nel tempo, soprattutto da noi, la Festa della mamma è stata intesa come un momento di affettività consolatoria all’interno di una visione statica di famiglia, scalfita al massimo dall’evidenza delle statistiche sulla dura vita delle madri lavoratrici. Nell’ultimo rapporto di Save the Children vengono definite “equilibriste”, con un carico di cura enorme tra figli, casa, lavoro, assistenza dei malati nelle famiglie. 


Ma chi è oggi la madre da festeggiare? Esiste una modalità di contenuto e inclusiva da spuntare sul calendario questa domenica di primavera? «La forma commerciale assunta da questo tipo di ricorrenze uniforma e addomestica le esperienze, anche le più alternative», spiega Elena Laurenzi, docente del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Ateneo leccese e autrice di saggi e articoli sul pensiero della differenza, in particolare sulla filosofa spagnola Maria Zambrano. «Questa nostra Festa della mamma - prosegue Laurenzi - ha del paradossale perché la maternità, e la figura stessa della madre come colei che ci ha “messi al mondo” e che è stata il nostro ponte con l’esistenza, sono fortemente negate dalla nostra struttura culturale che ha forti difficoltà ad accettare la potenza materna e la sua forza scardinante. Per questo - prosegue Elena Laurenzi - la figura materna viene tradizionalmente edulcorata in un maternage di cure e devozione incondizionate. Ecco, credo che questa festa potrebbe essere un’occasione per riflettere su questo enorme problema culturale». 


La prospettiva cambia ancora se la si guarda dal punto di vista Lgbtq+, che dalla suddivisione tradizionale dei ruoli ha spesso visto tagliati fuori non solo la legittimazione sociale ma anche i diritti. Dalla fecondazione eterologa per donne single al riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali recentemente sospeso in Italia, il dibattito è apertissimo e la polemica politica incandescente. Vladimir Luxuria, scrittrice e opinionista televisiva che da sempre utilizza la sua notorietà per rafforzare la voce dell’attivismo, non ha dubbi: «Voglio dedicare questa festa della mamma a tutti i tipi di madre, anche quelle arcobaleno. A quelle che hanno avuto figli da precedenti unioni o che hanno accolto i figli nati da altre donne. A chi è stata costretta a volare all’estero per ottenere la fecondazione eterologa da single o con una compagna. In particolare vorrei dedicare questa festa a tutte quelle persone che danno amore o una medicina ai figli e che questo governo omofobo e cinico vuole privare del giusto riconoscimento genitoriale. Quella della mamma sia la festa delle madri biologiche e non, e celebri soprattutto la determinazione di chi ama pur non avendo portato un figlio nel proprio grembo e di chi ha dovuto affrontare mille battaglie per realizzare il proprio desiderio di maternità». 


Andrea Colamedici ha fondato con Maura Gancitano, come lui filosofa e divulgatrice, il progetto culturale Tlon (citazione che non sfugge agli appassionati di Borges). Entrambi sono autori del libro “Liberati dalla brava bambina” che tenta di combattere gli stereotipi più invasivi. La festa della mamma rischia di essere la festa dello stereotipo della mamma, non uno strumento con cui raccontare una molteplicità di possibilità, ma rischia di bloccare all’interno di una sola manifestazione dell’essere femminile.
«Una donna non deve essere costretta a pensarsi completa solo quando è madre perché la maternità è un mito che oggi possiamo decostruire insieme - spiega - il primo modo è ripensare il congedo parentale, dieci giorni per gli uomini sono una disparità salariale che rafforza la convinzione che la donna si occupi del focolare e il padre del pane. Anche come figli - conclude Colamedici - non possiamo aspettarci conforto e accudimento solo dalle madri, costringendo le donne a essere in servizio 24 ore su 24». 


E in ultimo venne la psicologia. Quattordici anni fa Paolo Crepet, psichiatra, educatore, sociologo e saggista, scriveva il suo dirompente “Sfamiglia” in cui sosteneva che «educare è libertà, il resto è addestrare, ammaestrare, indottrinare». Cosa è cambiato da quella famiglia che già allora lei vedeva implodere nel suo schema classico?
«Siamo ancora più soli, questo è certo. E in questo scenario parlare di inclusività è a mio avviso riduttivo. Io non mi raccapezzo molto negli schematismi, per chi fa il mio lavoro c’è chi ama e chi non ama e si vede. In questo i ruoli non c’entrano nulla e la stessa famiglia tradizionale, se serve a definire una statistica Istat può anche andar bene ma se serve a definire il contesto più sano possibile in cui vivere allora vorrei far presente che Adolf Hitler era cresciuto in una famiglia eterosessuale e molto cattolica. Non esiste una formula perfetta per la felicità né per sottoscrivere un’assicurazione duratura. Per questo non mi sognerei mai di dire che quella di oggi possa essere una festa della mamma in senso tradizionale. Un uomo e una donna, un genitore solo, due donne, due uomini: non c’è differenza. Una donna che sarà nel mio prossimo libro una volta mi disse: «Io più dell’amore non posso”. Ecco, quello che dovremmo festeggiare oggi e in altri giorni come questo è l’amore, in tutti i modi in cui possa essere declinato».
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