Visti da (molto) vicino/ Guido Maria Ferilli
Un “azzurro” così grande

Guido Maria Ferilli
Guido Maria Ferilli
di Rosario TORNESELLO
6 Minuti di Lettura
Domenica 22 Giugno 2014, 19:37 - Ultimo aggiornamento: 23:19
Sar un successo. Il futuro paradosso, non presagio di trionfo. La musica scorre ed da sempre, torna dal passato e si impone. Ancora, adesso, qui. Come nuova. La notte ridiventa magica (ok, l’ultima anche vagamente tragica). Buffon, certo. Pirlo, ovvio. Prandelli, si capisce. Il cielo è tricolore sopra di noi, dentro di noi. Ovunque. Le vibrazioni si traducono in brividi. E le note dell’inno nazionale hanno una premessa che è subito promessa: “La sera scende già, d’azzurro impazzirò”, versione riveduta e corretta. L’altra, l’originale, è quella che viene da lontano, attraversa il tempo, risale in mente, accompagna i pensieri. E illumina i desideri. I rimandi, come le rime, accelerano le emozioni. “La notte impazzirò”. È un amore così grande. E vero.



Sarà un successo perché sì. È destino. Da sempre. Chiunque; comunque. Ricominciamo: Guido Maria Ferilli, Giuliano Sangiorgi. Passano 38 anni e non lo diresti. La melodia è nell’aria. Ti plasma. È lei che ti scrive. «Questo mondiale è il tripudio del Salento. Anzi, della salentinità». Ecco, con loro anche Franco Simone. Che è amico di Guido, amico di Giuliano. Ed è di parte. Questa. La nostra. Nel tripudio di bandiere che affollano gli schermi e gli spalti, far garrire l’orgoglio è solo un colpo di Tacco. Però, che Tacco. «È musica, il Salento. Altro che sole, mare e...». Un momento. Musica? Qui i successi si rincorrono come gli autori, i testi, i suoni. Gli stili. E quando il rock incrocia la lirica non è cortocircuito. È amore. “C’è il cuore che batte sempre più veloce, ad ogni rincorsa esplode una voce. Chi grida vittoria non sa darsi pace, disegna la storia solo chi è capace”. Musica, certo. Musica.



L’ha scritta nel 1976, Guido. È nato a Presicce, lui, ma è cresciuto a Martano, ha vissuto a Milano, s’è trapiantato a Corigliano. Quella canzone gliel’aveva chiesta Detto Mariano (la storia, è evidente, ha rima baciata). Destinatario Del Monaco. Ferilli era agli inizi, ma non proprio sconosciuto: aveva già scritto “Furore” per la Carrà; era in sala d’incisione con Vecchioni e tra una cosa e l’altra era anche approdato al cinema con “Momenti sì, momenti no”, voluta da Luchino Visconti per una delle scene cult di “Gruppo di famiglia in un interno”. «Del Monaco chi? Tony?». No, Mario. Ci sono canzoni che partono sotto una buona stella. Per quella, l’intero firmamento. Gli accordi appartengono a tutti quando diventano colonna sonora per ciascuno. L’hanno cantata i miti, poi gli altri. E ora Giuliano e i Negramaro per la Nazionale. La notte ha nuovo ritmo. “Io corro più forte raggiungo le stelle, le rubo alla luna diventano pelle. Per farti un vestito azzurro che splende, negli occhi e nel cuore l’Italia si accende”.



Il Salento, Guido, Giuliano. E Franco. La storia targata Simone parte dal Capo di Leuca, Acquarica. Ora è in stato di grazia, e per vari motivi: primo, il suo “Stabat Mater”, dieci brani scritti sulle venti strofe di Jacopone da Todi, ha fatto ricredere gli acrobati dell’ipercritica; secondo, una sua allieva – suor Cristina – è esplosa in tv sbancando “The voice” («le avevo detto tira fuori l’Etna che è in te e s’è fatta esplodere tutti i vulcani del mondo»); terzo, dopo la versione spagnola ha scritto anche quella francese di “Un amore così grande”: per i cugini transalpini sarà “La musique de ton âme” e avrà la voce del tenore Gianluca Paganelli (siccome il personaggio è atipico – e franchezza non può che essere la prima declinazione di Franco – non sta lì a fare il misterioso e lo scaramantico e la intona così, d’emblée, offrendotela in dono e soprattutto in anteprima). Ultimo ma non ultimo, è fresco di certificazione che rimbalza d’oltreoceano: per la tv cilena la canzone d’amore più bella di sempre è la sua “Paisaje”, che qui era ed è “Paesaggio”. Oggi a Tricase verrà premiato per aver portato la canzone italiana nel mondo.



«La mia amicizia con Guido Maria Ferilli è intessuta di complicità e stima reciproca». La prima volta che lo ha visto erano a Presicce in un cinema. Ferilli era arrivato con un discografico della Rca. «Lo guardavo con ammirazione. Io all’epoca ero preso da altro. Ero un latinista. Poi ho seguito la vena artistica, ma resto convinto della necessità di quegli studi: chi sa il latino difficilmente dice fesserie». Il tempo ha cementato i sentimenti tra i due: Franco ha scritto un brano per la raccolta di successi e inediti che Guido sta per pubblicare. Titolo eloquente: “Autoritratto”. Guido lo recita, in sottofondo le proprie note. La sintesi è il paradigma di una vita: “Sono nato in una terra da cui si parte. Com’era grande Milano. Avevo paura di non riuscire a farmi capire. Ma poi mi misi al pianoforte e mi lasciai andare. E con le note raccontai tutto di me. Sono nato in una terra da cui si parte. Ma poi ho scoperto che in quella terra ci si può tornare. Innamoràti della gente. Innamoràti del mondo”. Il rapporto è ancestrale. La terra è il collante. Franco Simone lo spiega da parte in causa. La distanza (vive a Firenze) è il filtro che gli evita di chiudere l’analisi con hip hip urrà. E tuttavia lo spirito suona la grancassa: «Abbiamo un modo naturale di essere internazionali. Da queste parti la Storia ha fatto transitare tutto e tutti. Abbiamo un’apertura mentale rara. Per questo arriviamo all’estero in modo semplice, non facile. E se sei un artista meglio ancora: attingi a colori che altri non hanno. Le nostre risorse sono queste. Guido è di una semplicità e di una umiltà straordinarie. E in più ha una dipendenza totale dalla musica, tanto che ti viene il sospetto che faccia tutto il resto, mangiare fumare vivere, tra una nota e l’altra. Pensa in musica. Si sveglia con la musica. Sono felicissimo per questa nuova ventata di successo. La mediocrità ha un’autostrada davanti. Il valore e la coerenza no. Guido - Modugno a parte - “è” la canzone. Poi Giuliano, da par suo, ha reinterpretato quel brano come meglio non si poteva. Lui ha inventato un modo nuovo di cantare. È il più bravo. L’incontro tra Guido e Giuliano produce effetti meravigliosi. L’eredità di Modugno è questa. Perciò “Un amore così grande”, nella nuova versione, incarna l’anima del Salento. Il miglior palcoscenico non poteva che essere un Mondiale. Ovvio».



Tutto si tiene, tutto ritorna. I protagonisti si intrecciano. Guido. Giuliano. «Persona bellissima il leader dei Negramaro - spiega Franco Simone -. È rimasto il ragazzo che era, migliorandosi. Aveva ragione Troisi: il successo amplifica quello che sei. Tra noi un legame eccezionale. Quando è stato a Firenze in concerto mi ha fatto impazzire. E anche lui è legato a me. Ho ancora un sms di mamma Carmelina (“Mio figlio è incantato dalla tua voce”) e conservo foto e video in cui lui e suo padre, scomparso poco dopo, cantano assieme. Affiatatissimi». Cita Leonardo Sciascia, Franco. E anche così il tema non varia: Sangiorgi è cognome di Acireale. Comunque: “Noi del sud non abbiamo mezze misure: o siamo i migliori o siamo i peggiori”. Potendo scegliere, sapremmo dove collocarci.



Le note sfumano. Restano le parole. “Quando Mario Del Monaco raccontò al mondo di quell’amore così grande, io che mi sono sempre sentito piccolo capii che mi si era spalancata una finestra da cui potevo guardare l’infinito”. La notte è magia. Solo il buio riesce a plasmare i sogni a misura dei desideri. L’unica dimensione ammessa non contempla confini. Quando tutto è silenzio. E negli occhi e nel cuore l’Italia si accende.















Visti da (molto) vicino: 32esima puntata.

Negli incontri precedenti, sezione Cultura:

- Paolo Perrone

- Dario Stefàno

- Roberta Vinci

- Massimo Ferrarese

- Elenonora Sergio

- Mario Buffa

- Antonio Conte

- Giuliano Sangiorgi

- monsignor Filippo Santoro

- Fabio Novembre

- Flavia Pennetta

- Maurizio Buccarella

- Emma Marrone

- Ennio Capasa

- Giancarlo De Cataldo

- Vincenzo Zara

- Albano Carrisi

- Teresa Bellanova

- Ferzan Ozpetek

- Andrea Ascalone

- Giuseppe Acierno

- Edoardo Winspeare e Celeste Casciaro

- Alessandro Sannino

- Alessandra Amoroso

- Anna Grazia D'Oria

- Rosario Coluccia

- Gianfranco Fino

- Salvatore Giuliano

- Giampiero Esposito

- Beatrice Rana

- Graziano Pellè
© RIPRODUZIONE RISERVATA