PUGLIA MON AMOUR/Erri De Luca: Puglia, le voci del mondo nelle notti d'estate

PUGLIA MON AMOUR/Erri De Luca: Puglia, le voci del mondo nelle notti d'estate
4 Minuti di Lettura
Sabato 12 Luglio 2014, 20:26 - Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 15:17

Napoletano di nascita, cittadino del mondo. Lo scrittore e poeta Erri De Luca è da sempre in prima linea dove c’è bisogno di difendere il «diritto alla bellezza e alla cultura». Da anni presenza fissa nel Gargano, dove trascorre le vacanze, di recente ha scoperto anche il Salento. Ci è tornato più volte negli ultimi mesi, prima per una nuotata a Porto Selvaggio, nel corso di una manifestazione in difesa di un territorio minacciato dall’approdo del gasdotto. Poi per prestare il proprio volto al videoclip “Solo Andata” del Canzoniere Grecanico Salentino. Della Puglia, lo affascina la possibilità di scegliere in quale mare fare il bagno a seconda del vento. E quando pensa alla cucina, gli viene in mente il callo delle orecchiette sotto la lingua. E - rivela - in Puglia è nata anche una delle sue poesie più note: “Elogio dei piedi”.

Come mai un amante della montagna sceglie la Puglia per le vacanze?

«Vengo in Puglia rispondendo a richieste di intervento, questo mi capita spesso.

Ma vacanza per me è quando sto zitto e per questo la montagna è più adatta».

Cos’ha il mare che la montagna non ha (e viceversa)?

«Il mare è orizzontale e mette in comunicazione le sponde. La montagna separa i versanti. In mare si raggiunge una destinazione, in montagna si raggiunge una cima dalla quale si scende alla svelta perché lassù non è l’arrivo, ma solo la metà del viaggio. Chi è arrivato per primo su un’isola, ci ha piantato la bandiera e l’ha annessa al territorio della sua nazione, mentre chi arriva per primo su una cima, ci mette una bandierina che non dà nessuna proprietà privata. Le montagne sono più libere del mare».

Come passa le sue vacanze?

«A mare nuoto, leggo, scrivo».

Com’è stata la sua, seppur breve, breve esperienza nel Salento?

«L’ultima volta era aprile. Eravamo su una spiaggia ventosa, stavo con Alessandro Gassman e il Canzoniere Grecanico Salentino. Ottima compagnia alla quale mi sono affidato per gustare la sera squisitezze alla locanda Rivoli di Lecce».

Ha un luogo pugliese del cuore?

«Taranto, perché è una spina e le spine sono delle difese. Taranto, perché va difesa».

Cosa le manca della Puglia quando non è qui?

«Della Puglia mi piace la possibilità di scegliere a quale mare andare, secondo dove spinge il vento».

Ha un particolare ricordo legato al territorio?

«Nel porto di Trani, un mattino di vari anni fa, ho scritto un elogio dei piedi. Erano scalzi e felici».

C’è un cibo pugliese di cui non riesce a fare a meno?

«Sotto la lingua il callo delle orecchiette».

Puglia e ambiente: per quali ragioni ha offerto il suo supporto agli ambientalisti che non vogliono l’approdo del gasdotto sul litorale Adriatico?

«Esistono opere pubbliche che per affarismo passano sopra la bellezza, la salute pubblica, il suolo, l’aria, l’acqua. Sto con chi si batte per la difesa del proprio territorio dall’affarismo».

Adriatico e trivelle: di fronte alla disponibilità della Croazia e all’ostruzionismo dell’Italia, non crede si rischi di essere tagliati fuori dalla politica economica internazionale?

«L’Italia ha per “fonti energetiche” la bellezza, l’arte, la cultura: nessuna trivella altrui può toglierle, ma trivelle nostre possono guastare».

Immigrazione. Di recente ha prestato il suo volto per un videoclip che tratta questo delicato tema: come pensa vada gestito questo flusso eccezionale di migranti?

«È un flusso di rifugiati in questo momento, richiedenti asilo. E questo si risolve con un corridoio umanitario che distribuisca le richieste su scala europea. Il flusso dei milioni di nuovi cittadini residenti in Italia, invece, lo risolve il mercato del lavoro: se ne trovano, restano e se no vanno altrove».

Trova che i pugliesi, come si dice, siano particolarmente “accoglienti” e aperti nei confronti del diverso?

«La Puglia è il nostro avamposto d’Oriente. La sua storia proviene dalla geografia che ha offerto questa opportunità alla sua gente. La Puglia è terra aperta e la sua civiltà è stata nutrita dallo scambio».

La Puglia si dibatte da anni nella difficile scelta tra il turismo di massa e turismo di nicchia. Qual è la strada più adatta per il territorio?

«Credo che l’esperienza della Taranta sia esemplare e serva da pilota: distribuire sul territorio un’offerta straordinaria di musica, teatro, manifestazioni, riempire le notti d’estate di presenze dal mondo».

La regione è ormai protagonista del cinema, meno della letteratura. C’è qualche storia, personaggio o location pugliese che meriterebbe di essere raccontata in un libro?

«La Film Commission della Puglia ha attirato il cinema offrendo sostegno, luogo e professionalità. Oggi io racconterei Taranto, la sua aria ammalata da risanare, il suo mare deserto da ripopolare».