Dante, in Senato si celebrano i 750 anni. Benigni recita un canto del Paradiso e scherza sul carattere di Renzi

Dante, in Senato si celebrano i 750 anni. Benigni recita un canto del Paradiso e scherza sul carattere di Renzi
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Lunedì 4 Maggio 2015, 12:29 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 17:41
Neanche l'ufficialità delle celebrazioni per i 750 anni della nascita di Dante tiene a freno l'esuberanza di Roberto Benigni che inizia la sua performance nell'aula di palazzo Madama con battute su sul premier Matteo Renzi e sul sul Pd.



«Questo anniversario cade al momento giusto: se fosse arrivato tra due anni il Senato lo avrebbero trovato chiuso», esordisce Benigni nell'aula di Palazzo Madama, davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Senato, Pietro Grasso, al presidente emerito, Giorgio Napolitano, e ad altre autorità.



«Questo è proprio un posto dantesco - aggiunge il premio Oscar - del resto Dante si è occupato di politica, intendeva la politica come dovrebbe essere considerata oggi, poter servire, costruire. Era impegnatissimo, ma si è fatto molti nemici per il suo caratteraccio. Del resto, si sa - sorride alludendo al premier Renzi - che i politici fiorentini hanno un caratteraccio. Non gli andava bene essere guelfo, bianco o nero, né ghibellino. Voleva far parte per se stesso, fondare il partito personale di Dante, insomma il Pd dell'epoca», ironizza.



Dopo un'analisi della bellezza della Commedia e della sua lingua straordinaria, Benigni recita a memoria il canto XXXIII del Paradiso. Poi standing ovation di tutta l'aula di Palazzo Madama che si è

alzata in piedi alla fine della performance del premio Oscar.



«La Divina Commedia - ha sottolineato Benigni - è un miracolo, è un'opera la cui bellezza mozza il fiato», scritta in una lingua «che pur avendo oltre 700 anni si comprende ancora». E il canto più bello, a giudizio dell'attore e regista, «è proprio il XXXIII del Paradiso, l'ultimo, in cui c'è la perfezione dell'alveare, è proprio un diamante, un dono incredibile davanti al quale si rimane come sospesi».



«Dante è profeta di speranza, annunciatore della possibilità di riscatto e liberazione dell'umanità» e «ci invita a recuperare il senso del nostro percorso umano», attraversando le «tante selve oscure» che ci circondano e «compiendo il pellegrinaggio verso il più grande obiettivo, l'amor che move il sole e l'altre stelle». È un passaggio del messaggio di saluto che papa Francesco ha affidato al cardinale Gianfranco Ravasi per la cerimonia di apertura dei 750 anni dalla nascita di Dante.



«Voglio unirmi al coro di quanti considerano Dante un artista di altissimo valore universale che ha ancora tanto da dire e da donare, attraverso le sue opere importanti, a quanti sono desiderosi di percorrere la via della conoscenza, dell'autentica scoperta di se, del mondo, del senso profondo e trascendente dell'esistenza», si legge ancora nel messaggio di Papa Francesco. «La commedia - continua - può essere letta come un vero pellegrinaggio sia personale che interiore, sia comunitario, ecclesiale, sociale e storico. Essa rappresenta il paradigma di ogni autentico viaggio dell'umanità per giungere ad una nuova condizione segnata dall'armonia, dalla pace e dalla felicità, è questo l'orizzonte di ogni autentico umanesimo. Dante è profeta di speranza, annunciatore della possibilità del riscatto, della liberazione del movimento profondo di ogni uomo e donna».



«Noi oggi ci ricolleghiamo idealmente agli anniversari» del passato «per ritrovare l'entusiasmo dell'appartenenza a quell'Italia già profetizzata da Dante, per ribadire la volontà di riscatto morale attraverso la cultura ma anche per rinnovare l'omaggio a Dante, il cui valore è universalmente riconosciuto. L'attualità di Dante è sempre viva in ogni settore della cultura ma anche fuori», ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso. «Si aprono oggi le celebrazioni della nascita di Dante - ha continuato - e per i prossimi 6 anni, fino al 700esimo anniversario della morte» si cercherà di ricordare «la figura e l'opera del poeta. Un'occasione - ha detto ancora - per riscoprire il poeta e attualizzare la sua figura, simbolo imprescindibile dell'identità culturale dell'Italia e degli italiani».