Si conclude oggi negli spazi dell’Ex-Fornace a Milano il progetto “Continuum. Processo d’interazione tra spazio ambientale e pubblico” di Raffaele Quida, a cura di Alessia Locatelli.
Era partito da Lecce nel 2016. Nell’anfiteatro romano leccese aveva collocato una pensilina degli autobus in disuso creando un cortocircuito di spazio-tempo e innestando un processo di spiazzamento per lo spettatore. Due archeologie diverse erano forzatamente a confronto e si transitava nella storia utilizzando un oggetto del presente. L’intervento di arte pubblica, curato da Lorenzo Madaro, era destinato a essere attraversato e vissuto, anche se solo per un breve spazio di tempo.
Nella seconda tappa, curata da Antonella Marino, Quida aveva dislocato dodici cisterne di plastica in Piazza del Ferrarese a Bari, collocate in modo da poter essere attraversate dai passanti. Tracciavano un percorso e segnavano anche una sequenza di ostacoli, segnalando la dimensione comunitaria dell’arte, mentre a Taranto, in un ex padiglione industriale e nel gelo dell’inverno scorso, l’artista leccese aveva orchestrato il terzo atto del suo progetto curato in questo caso da Michela Casavola. Sedici ragazzi e ragazze avevano agito in una performance in cui erano presenti urne e polvere bianca. L'attraversamento e la permanenza negli spazi industriali diventava una riflessione simbolica sulla ciclicità dell’esistenza.
Questo processo è approdato a Milano insieme alla documentazione degli interventi pugliesi e a un’installazione di grandi carte fotosensibili, collocate nei mesi di luglio e agosto in uno spazio industriale vicino alla casa dell’artista e riposizionate a settembre nell’Ex-Fornace per interagire con la luce milanese che entra dalle finestre affacciate sul naviglio pavese. Un percorso, che “esporta” a nord una riflessione tutta contemporanea sulla dimensione pubblica e partecipata dell’arte. Che pone l’accento su emergenze architettoniche e i disastri ambientali pugliesi, ma lo fa superando ogni consuetudine e mettendo in gioco un pensiero in transito, una narrazione a tappe in un sistema che parte dalla decontestualizzazione dell’oggetto, mobilita lo spazio urbano e approda a una riflessione sul tempo dell’esistenza. Il progetto è accompagnato da un catalogo pubblicato dall’Editrice Salentina.
Dall'anfiteatro di Lecce all'ex Fornace di Milano
un anno di riflessione sugli spazi pubblici di Quida
di Marinilde GIANNANDREA
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Sabato 23 Settembre 2017, 18:45
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