Cordella, dal Salento a Hollywood
«Il mio design in "Total Recall"»

Cordella, dal Salento a Hollywood «Il mio design in "Total Recall"»
di Vito LUPERTO
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Martedì 23 Ottobre 2012, 12:09 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 12:21
LECCE - Sempre pi impegnato in megaproduzioni con budget da capogiro, a stretto contatto con le pi acclamate stelle hollywoodiane, il salentino Christian Cordella non si ferma pi. Il suo lavoro di costume designer lo porta a primeggiare nelle “squadre” più prestigiose e a firmare abiti fondamentali per valorizzare un personaggio o essenziali per lo sviluppo narrativo di un film. Sono suoi, ad esempio, alcuni costumi creati per “Total recall”, remake del film che nel 1990 aveva come protagonista Arnold Schwarzegger. Il film - ancora in programmazione (è all’Andromeda di Brindisi e a The Space di Surbo) - prodotto dalla Sony e costato circa 200 milioni di dollari, vanta in questa sorta di “reboot cinematografico”, Colin Farrell come protagonista nel ruolo di Douglas Quaid/Hauser.



Non è stato certo facile ridare vita a un film di culto come quello di Paul Verhoeven...

«Lavorare su questo film è stato incredibile per diversi motivi, soprattutto la possibilità di tornare a collaborare con Sanja Milkovic Hays, bravissima costume designer, conosciuta sul set de “La mummia 3” e diventata ormai un’amica . Era infatti un nostro desiderio trovare l’occasione per poter lavorare nuovamente insieme. E poi per un amante dei film di azione e fantascienza come me, accettare questo impegno è stata davvero una piacevole sfida».



Come avete reinventato il fantastico mondo raccontato da Philip Dick?

«Len Wiseman ha chiarito sin dall’inizio che “Total recall” non doveva essere un semplice remake ma un punto di partenza. Il regista voleva un mondo che si ispirasse a un futuro prossimo, benché esagerato, e incentrare tutto sulle nuove ricerche in campo di comunicazione e trasporto, oltre che fashion. Il focus della storia è che vi sono due realtà: una ispirata all’Oriente - inizialmente si sarebbe dovuta chiamare New Asia, ma si è poi optato per Colony - ed una contemporanea. Anche qui c’è stato un cambio di nomi: da Euroamerica si è poi arrivati a United Federation of Britain, scelta ovviamente effettuata in base a contratti tra i produttori americani ed inglesi. Colony viene descritto come un luogo costantemente bagnato da piogge acide e sovraffollato. Da questi input siamo partiti per realizzare i costumi».



E il tuo personale contributo?

«L’idea era di creare degli impermeabili trasparenti, sui cui fosse visibile la pioggia battente, ma out of fashion, fuori moda, come se fossero gli scarti degli euroamericani. In Euroamerica invece il mondo è super moderno e i costumi sono stati pensati in linea con le nuove tendenze, ma ovviamente in chiave futurible».



Sul set hai incontrato l’amatissimo Colin Farrell..

«Sì, l’ho conosciuto sul set in Canada a Toronto. Un’emozione anche per me essendo una persona dotata di forte fascino e carisma».



Un segreto del suo fascino?

«Le battute scambiate con il suo irish accent erano ancora più esilaranti. Forse è proprio questo suo modo di porsi e di essere che lo rende diverso dagli altri attori che ho incontrato. Anche per questo è amato da tutte le donne, compresa mia sorella Carol».



Racconti un particolare inedito della lavorazione e del tuo lavoro?

«Una curiosità, anche abbastanza divertente, che mi ha visto coinvolto, riguarda la realizzazione del costume della prostituta a tre seni, che è poi l’unico elemento riconoscibile del film con Schwarzenegger. Mi sono stati chiesti diversi concept che si adattassero alla forma e dimensione dell’attrice. Prima della realizzazione della protesi ho dovuto prender parte ai diversi incontri per illustrare le diverse soluzioni e... seni in maniera del tutto professionale e “seria”. Potete immaginare quanto sia stato difficile... Ma tutto il film ha richiesto molto del tempo e molta della mia creatività. Ad esempio, per la divisa dei poliziotti, ho realizzato diversi progetti e c’è voluto oltre un mese di lavoro».



Quale altra stella hai incontrato ultimamente?

«Il grande Tom Cruise per “Oblivion” di Joseph Kosinski, lo sci-fi basato su una graphic novel scritta dallo stesso regista. Nelle sale italiane arriverà ad aprile».
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