L’altra Cenerentola, dark e un po’ eretica

L’altra Cenerentola, dark e un po’ eretica
di Claudia PRESICCE
4 Minuti di Lettura
Sabato 18 Settembre 2021, 05:00

“Compagni, compagne, la situazione è complessa. L’incertezza e la povertà causate dai licenziamenti sono l’occasione che la Rambolghini aspettava per stringere la morsa sui lavoratori, comprare il loro tempo libero, il loro amore, i loro sogni…”.

Non è un arrabbiato sindacalista né un barricadero dell’ultim’ora a parlare così. Sarebbe pure un personaggio coraggioso da attenzionare (come si usa dire ultimamente), ma non è così. In realtà questa frase arriva dalla striscia di un fumetto forte e pop, e questo ci starebbe pure. Ma la singolarità sta nel fatto che a pronunciare questa sorta di grido di battaglia sia una fata, o meglio la celeberrima Fata madrina di Cenerentola. Sì, non è la favola vera, quella convenzionale, ma i personaggi però ci sono tutti: sorellastre, principe, matrigna, topini. Sono soltanto più, più…, oppure no, forse sono meno…, e niente: sono diversi, del tutto, quasi nulla è pedissequamente coordinato con l’originale storia di Cenerentola, perché la favola bella e lenta in questa graphic novel (un po’ noir e un po’ eretica) è rovesciata, attualizzata e resa decisamente punk rock.

Un'accoppiata "vincente"

Copertina rosa fucsia e strisce in bianco e nero, Fumettibrutti e Joe1 presentano in libreria la loro “Cenerentola”. E già solo guardando la firma di questo libro disegnato a fumetti molti capiranno di che cosa si sta parlando. Josephine Yole Signorelli, catanese classe ’91 in arte Fumettibrutti, è ormai considerata un fenomeno del fumetto italiano dopo l’esordio del 2018 con “Romanzo esplicito”, pubblicato con lo stesso editore, a cui sono seguite altre pubblicazioni. Se la sua è una vena caustica e graffiante diventata iconica, questa volta si è avvalsa della verve di Joe1, al secolo Roberta Muci, classe ’93, che arriva dalla provincia di Lecce (Nardò per la precisione). Trapiantata a Bologna, Roberta si è laureata all’Accademia di Belle Arti in Fumetto e illustrazione sperimentandosi generosamente in varie autoproduzioni dai toni corrosivi, acidi e, in una parola, liberi. Dal 2013 Roberta ha intrapreso un viaggio alla conquista di festival indipendenti di tutta Italia e dal 2016 fa parte del collettivo Olè, acronimo di “Oltre l’editoria” (con cui ha organizzato tre edizioni dell’omonimo festival).

Il suo segno distintivo è un’irriverenza spinta al limite, una disillusione generazionale che diventa una dura voglia di stupire il lettore e che, in questo libro, è molto evidente e diretta.

Senza entrare nella storia stravolta di questa Cenerentola scarmigliata, in anfibi e un po’ punk (a tratti quasi dark), basterà dire che tra le varie scenette compare anche un improbabile incontro demoniaco nel vero senso della parola. Un paio di decenni fa peraltro certi dialoghi duri, e le descrizioni tanto crude di cui è nutrita questa narrazione, sarebbero stati assimilati a qualcosa come “cannibalismo” letterario.
In ogni caso, se qualcosa rimane della generosità della classica Cenerentola è nel suo battersi contro le ingiustizie. La ragazzina avrebbe pure un bel rapporto con Genoveffa e Anastasia, le sue sorelle acquisite dopo il matrimonio di suo padre (poi scomparso, come nella storia classica), ma non ne vuole proprio sentire di sposare il principe. Perché? Sì, perché sarebbe solo un matrimonio di interesse e... 

Tanti messaggi dietro quei disegni

E nient’altro diremo della trama per non spoilerare troppo. In realtà però tutto il resto, compresa la storia in odore di buon sindacalismo e di chi si batte per i diritti dei lavoratori (cui accennavamo con le parole della Fata madrina all’inizio di questo articolo) rientra in questa contro-fiaba. La sfida è quella di lanciare messaggi eticamente corretti, contro razzismi vari dei nostri tempi, proprio da un ambientazione del tutto imprevedibile. Come dire: cambiando le prospettive e le forme esteriori, spesso il contenuto “buono” resta. 

La scelta di Feltrinelli Comics è sempre stata temeraria. La provocazione di Fumettibrutti di combattere “giocando” contro stereotipate visioni del mondo e dei generi sessuali, contro pregiudizi e convenzioni dure a morire anche se ormai diventate anacronistiche, in queste strisce c’è tutta. Joe1 ha aggiunto un graffio personale e una grafica che è già essa stessa una narrazione, con la matita che trema su alcuni dettagli quasi a enfatizzarne il ruolo e il senso nello storyboard di questo libro. Coraggiosa e forte, Roberta Muci si riconferma un giovane talento, ma anche (e dispiace) un “cervello in fuga” dal Salento.

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