Catastrofi, con l'arte è possibile rinascere

Catastrofi, con l'arte è possibile rinascere
di Giorgia SALICANDRO
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Sabato 7 Maggio 2022, 05:00

Nel 2011 la città di Christchurch, in Nuova Zelanda, è stata distrutta da un terribile terremoto, che ha raso al suolo il cuore antico del centro, fondato a fine Ottocento da coloni inglesi, e provocato centinaia di morti. Ma dalle sue ceneri, come l’araba fenice Christchurch è riuscita a rinascere, grazie al contributo di moltissimi street artist che hanno dipinto gli edifici costruiti ex novo e le macerie rimaste, fino a fare delle cittadina una delle mete mondiali di riferimento dell’arte urbana secondo il Lonely Planet. Quella di Chistchurch è solo una delle storie possibili di ripartenza attraverso l’arte. Conflitti, calamità, tragedie pubbliche e private sono stati spesso protagonisti del lavoro immaginativo di scrittori, poeti, registi, scultori, coreografi, che ne hanno fatto il fulcro di un percorso di catarsi. 

A Lecce, la possibilità dell’arte di agire da “rimedio” contro i più svariati traumi personali e collettivi trova una sua istituzionalizzazione addirittura in un festival dedicato, il “Festival delle catastrofi e di altri passaggi generativi”, che nasce dall’idea di elaborare il trauma sociale generato dal Covid 19. Dal 9 al 18 maggio negli spazi dell’ex Convitto Palmieri arte, scienza, psicanalisi, esperienze del territorio dialogheranno intorno al tavolo “Love difference” di Michelangelo Pistoletto, ripercorrendo esperienze dolorose, claustrofobiche, eccezionali, riflettendo sulle apocalissi culturali, elaborando la fine come parte integrante di un nuovo inizio. La manifestazione - realizzata con il sostegno del Consiglio regionale della Puglia, in collaborazione con Comune di Lecce, Università del Salento e con diverse realtà imprenditoriali locali - è ideata da un gruppo di psicanaliste riunite nella cooperativa sociale Psifia, che eroga servizi di prevenzione e cura del disagio minorile e familiare.

Patologie più gravi con la pandemia

«Con la pandemia abbiamo osservato un aggravarsi delle patologie già diffuse nell’infanzia e nell’adolescenza – spiega Anna Vantaggio, presidente di Psifia – atti autolesionistici, tentativi di suicidio, disturbi alimentari, ritiro sociale negli adolescenti, mentre nei bambini si diffonde da un lato un enorme senso di tristezza, dall’altro un’accentuata iperattività. È come se, nella saturazione delle immagini in cui sono immersi, non trovassero prospettive, vivessero nella dittatura di un eterno presente. I ragazzi sembravano essersi accorti già prima della pandemia della vulnerabilità del sistema con cui tutti, successivamente, abbiamo dovuto fare i conti, e sono stati i più esposti ai suoi effetti».

Ma come fanno la cultura e l’arte a rimediare alle conseguenze delle catastrofi?

«L’arte è l’esempio perfetto di come si può trasformare una materia “rovinata” in qualcosa di originale e nuovo – spiega Vantaggio – riproduce ciò che la mente attraversa durante un percorso terapeutico. L’arte è un catalizzatore, consente di sprigionare emozioni senza razionalizzare, ci mette in contatto con la nostra parte emotiva, è una forma immediata di comunicazione che arriva prima della parola e ci aiuta a dar voce a ciò che abbiamo dentro».

Il programma del festival è stato presentato ieri mattina al Convitto Palmieri in una conferenza stampa a cui hanno partecipato, con la presidente e le socie di Psifia, gli assessori alla Cultura e allo Spettacolo del Comune di Lecce Fabiana Cicirillo e Paolo Foresio e il vice presidente del Teatro Pubblico Pugliese Marco Giannotta, i quali hanno anticipato il progetto di rendere la manifestazione un appuntamento annuale con la città.

Tra le attività in programma talk, workshop, spettacoli e seminari di approfondimento per specialisti, sotto l’egida di “Love difference” di Pistoletto, dedicata al potere generativo e cooperativo dell’arte, e dell’opera “La luce e il buio” di Giovanni Russo.

Laboratori, teatro, masterclass, arte

Si comincia il 9 maggio con il laboratorio di fumetto a cura di BandaBendata, il 10 c’è l’estemporanea di pittura per bambini e ragazzi dai 5 ai 12 anni a cura di Le radici e le ali Arciragazzi, il 10 e 11 il laboratorio di scrittura creativa di Ventinovenove. Il teatro è protagonista il 15 maggio con la masterclass di Alibi “Aspettando Godot” e uno spettacolo di milonga di Bel Tango, che cura anche, il 12 maggio, un laboratorio dedicato all’abbraccio. Dal 12 al 15 maggio sarà possibile visitare l’esposizione d’arte “Water, earth and fire” di Bledar Torozi.
Il 16 e 17 gli incontri su “I luoghi possibili” e “le cicatrici preziose”, mentre il 18 viene presentato il libro di Nandino Capovilla “Storie meticce da una città plurale”.

Uno spazio a parte è, poi, quello del convegno sul tema della rigenerazione, al cui interno si tengono seminari specialistici dedicati a fragilità, bisogni collettivi, l’analisi delle apocalissi culturali in Ernesto De Martino, il rapporto tra uomo e natura, ma anche momenti prettamente artistici come lo spettacolo “L’urlo”, una rilettura dal testo “La notte poco prima della foresta” di Koltes di Alibi teatro.

Tutto il programma su www.centropfisia.it.

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