“Là dove muore, canta”, l'arte di Carmelo Bene alla Torre Matta di Otranto

“Là dove muore, canta”, l'arte di Carmelo Bene alla Torre Matta di Otranto
di Carmelo CIPRIANI
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Venerdì 2 Settembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:45

Dallo scorso 13 settembre l’archivio di Carmelo Bene composto da libri, materiale di scena, costumi ed effetti personali è fruibile a Lecce, in ampi saloni al piano nobile del Convitto Palmieri. Un archivio acquisito nel 2019 dalla Regione Puglia e ancora oggi in gran parte da esplorare e decriptare nelle sue molteplici implicazioni creative. A queste alludevano chiaramente le tante scatole ancora chiuse visibili, l’una accanto all’altra, durante la prima apertura al pubblico dell’archivio, perspicacemente esposte dagli organizzatori anziché chiuderle in un deposito in attesa delle lunghe operazioni di schedatura. Quelle scatole esibite alla pubblica visione ma di fatto inesplorate emanavano il fascino del non detto, dell’inaspettato, della scoperta. 

A queste stesse possibilità ispirative, cariche del genio di Bene, deve aver guardato Rä di Martino al momento dell’invito postole dal Polo biblio-museale di Lecce a lavorare artisticamente sull’archivio. Un lavoro intenso, durato un anno, e di cui oggi è possibile vedere i frutti nella mostra “Là dove muore, canta” curata da Luigi De Luca e Brizia Minerva e allestita nella Torre Matta di Otranto, spazio espositivo con un recente passato specificatamente dedicato all’arte contemporanea, soprattutto per merito del duo curatoriale Cijaru che in quel luogo ha organizzato mostre di Maria Domenica Rapicavoli e Maria Papadimitriou.

Rä di Martino, da Roma a New York, poi il ritorno in Italia

Artista tra le più interessanti del panorama contemporaneo italiano, Rä di Martino, romana classe 1975, si è laureata alla Slade School of Art di Londra. Dopo aver trascorso alcuni anni a New York, è tornata in Italia. I suoi film, video-installazioni e fotografie sono stati esposti in diverse istituzioni, musei e film festival tra cui Moma-PS1 di New York, Tate Modern di Londra, Museum of Contemporary Art di Chicago, Palazzo Grassi a Venezia, Museion di Bolzano, Manifesta 7, Transmediale a Berlino e molti altri. Nel 2014 ha presentato il suo primo documentario, “Show Mas Go On”, dedicato agli storici Magazzini Mas a Roma, oggi chiusi, al Festival Internazionale del Film di Venezia, che le ha valso la vittoria del Nastro d’argento per il miglior docufilm. Nel 2018 il suo primo lungometraggio “Controfigura”, vincitore del Premio Eurimages Lab, è stato presentato al Festival del Film di Venezia ed è stato candidato al Nastro d’Argento come miglior docufilm. Nello stesso anno, con il progetto video “Afterall” è tra i vincitori della quarta edizione dell’Italian Council, promossa dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee. Attualmente è in corso la sua importante personale “Play it again” al Forte Belvedere di Firenze, a cura di Sergio Risaliti, in cui sono raccolti i suoi lavori dal 2014 ad oggi.

Un'indagine tra reale e irreale, tra verità e finzione

Lavorando con mezzi eterogenei, dal video alla scultura, dalla fotografia alla performance, dal collage all’installazione, Rä di Martino indaga i meccanismi memoriali e il confine tra reale e irreale, verità e finzione, attuando loop e meccanismi di ripetizione; esplora luoghi lontani alla ricerca di segni collettivi, ambienti che appaiono sospesi nel tempo e nello spazio, luoghi in “between” come recita un suo lavoro video del 2001. Di sovente agisce su rovine e luoghi desolati e abbandonati, come deserti o set cinematografici in disuso, e opera con materiali d’archivio che mette a confronto e in relazione con immagini del presente. Così facendo analizza il trascorrere del tempo, misurato lentamente, e le differenze tra i racconti epici e l’esperienza vissuta. Proprio il rapporto o, per meglio dire, la discrepanza tra l’epicità del personaggio e il suo quotidiano operare, a cui in egual modo rinviano gli oggetti e i documenti conservati nell’archivio, deve aver rappresentato il punto di partenza della riflessione dell’artista su Bene. Un percorso di conoscenza, studio e rielaborazione sfociato nella genesi di una video-installazione da oggi in mostra a Otranto, il luogo scelto da Carmelo Bene come buen retiro per lunghi anni.

“Là dove muore, canta – sostengono i due curatori – non è un semplice omaggio al genio di Bene, bensì a una ideale riscrittura della sua opera. Di Martino infatti è stata in grado di rimetterla in gioco per investigare attraverso la propria ricerca ciò che è rimasto inespresso nel suo teatro”. Una riscrittura attraverso l’arte contemporanea che Carmelo Bene, instancabile sperimentatore e amico e sostenitore di artisti visivi, avrebbe gradito, specialmente per quella possibilità di far scaturire inedite letture e nuove opere, in un susseguirsi creativo potenzialmente infinito.
Rä di Martino scruta tra il materiale documentario che testimonia l’intenso lavoro intellettuale del Maestro, costituito da video, tracce audio, fotografie, manoscritti e circa seimila volumi della sua biblioteca personale un tempo ospitata nella sua casa romana, ne trae linfa creativa fino a ricomporre e sintetizzare quell’immenso patrimonio conoscitivo in un’opera nuova che parla di Bene ma anche della sua autrice.

Un dialogo non detto e non scritto, un discorso unico in cui ad imporsi è la creatività.

Il progetto “Rä di Martino meets Carmelo Bene”, realizzato all’interno del più ampio progetto di co-creazione “Un teatro per Bene” generato dall’intesa fra Polo biblio-museale di Lecce, Accademia Mediterranea dell’Attore, Regione Puglia, Ministero della Cultura e Teatro Pubblico Pugliese, nasce dal desiderio di raccogliere la complessa eredità e le sfide artistiche dell’attore salentino, utilizzando in maniera creativa e interattiva i materiali video e sonori presenti nel suo archivio.

L’evento idruntino, promosso dal Polo biblio-museale di Lecce nell’ambito di “C’era una volta un genio”, progetto vincitore dell’Avviso pubblico Fondo Cultura 2021 del Ministero della Cultura, s’inserisce nell’ambito del percorso che il Polo promuove con diversi partner nell’ambito del ventennale dalla morte di Bene (Vent’anni senza Bene).
La mostra sarà inaugurata stasera alle 19 alla presenza dell’artista e di Salomè Bene, la figlia di Carmelo, e sarà visitabile tutti i giorni, dalle 10 alle 22, fino al 2 novembre. Accesso gratuito alla serata inaugurale, a pagamento (biglietto 4 euro) nei giorni successivi. Info 0836.212745.

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