Libri, abiti, foto, scritti: è il mondo di Carmelo

Libri, abiti, foto, scritti: è il mondo di Carmelo
di Carmelo CIPRIANI
4 Minuti di Lettura
Sabato 11 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:25

Vulcanico, camaleontico, imprevedibile, istrionico, molti potrebbero essere gli aggettivi attribuibili a Carmelo Bene, tutti veri eppure tutti insufficienti a descriverne compiutamente la complessa personalità. “Un giovanotto magro, nervoso, spiritato, venuto dalle Puglie per inventare a Roma un suo personalissimo teatro” lo ha definito Marco Giusti, ricordandone gli esordi, nella sua trasmissione televisiva “Bene! Bravo!”, andata in onda sulla Rai nel 1999, vale a dire tre anni prima della morte del maestro. Attore, regista, drammaturgo, filosofo, scrittore, poeta, Carmelo Bene è figura tanto affascinante quanto problematica, la si può amare o odiare ma certamente non può lasciare indifferenti. Oggi una parte consistente delle fonti bibliografiche e iconografiche che l’hanno ispirato nel corso delle sue appassionate ricerche rivive nel Fondo-Archivio Carmelo Bene, di recente costituzione presso il Convitto Palmieri di Lecce.

Oltre 5.000 volumi della sua biblioteca personale

Abiti ed elementi di scena, 5.000 volumi della sua biblioteca personale, libri rari di storia dell’arte, teatro, letteratura e storia, alcuni dei quali resi unici da postille autografe, arredi e abiti personali e molti altri materiali sono esposti per la prima volta al pubblico in un allestimento inedito, progettato di concerto da architetti, storici dell’arte e operatori museali. Una macchina scenica capace di rievocare l’atmosfera magica e avvolgente della casa-studio di Bene a Roma. Grandi poltrone, tavoli e sedie consentono di sostare nello spazio, suggerendo al fruitore la natura di questo luogo: teatro di osservazione e studio, contemplazione e bellezza, con grandi vetrate affacciate sul centro storico di Lecce. Da una di queste in particolare, a fare da sfondo agli angeli e ad alcuni abiti di scena, si può ammirare la chiesa del Carmine, con la sua ordinata facciata e la cupola ancora ricoperta da terrecotte invetriate. 

È questo un ritorno a casa per il maestro nativo di Campi Salentina, un rientro in quella Lecce teatro del barocco che l’artista ha regolarmente visitato fin da bambino, educandosi al rifiuto di ogni convenzione e ritualità, come se le astrusità barocche si riverberassero nel suo spirito forgiandolo all’avanguardia.
Un importante patrimonio librario, documentario e collezionistico mai unificato è oggi reso finalmente fruibile. La Regione Puglia la ha acquisito il 30 ottobre 2019 firmando un accordo con le eredi di Carmelo Bene, la vedova Raffaella Baracchi e la figlia Salomè, la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica di Puglia e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto. Tra questo prezioso materiale anche i due grandi angeli d’ispirazione berniniana, concepiti dall’artista – e suo compagno di strada – Gino Marotta per lo spettacolo “Hommelette for Hamlet” del 1987.

Opere di grande fascino, in attesa di restauro, che ricordano un altro grande maestro del Novecento, celebrato proprio in questi giorni da una mostra alla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, in un inedito dialogo con il grande artista pugliese.

Un dialogo, non a due ma a tre, è anche quello che progettato all’interno dello spazio leccese, dove gli angeli, testimoni del rapporto amicale ed intellettuale tra Bene e Marotta, sono posti in diretta relazione con il grande polittico “Atto unico sulla morte in cinque compianti” realizzato da Luigi Presicce nel 2012, in occasione di una performance corale da lui progettata nella chiesa di San Francesco della Scarpa, sempre all’interno del Convitto Palmieri. Cinque suggestivi tableaux vivants realizzati da Presicce sugli altari e nella navata della chiesa leccese, utilizzando i costumi di scena e gli abiti personali di Carmelo Bene.

Tre sezioni: libri, abiti di scena, materiale documentario

Il materiale documentario conservato divide il fondo in tre nuclei: il fondo librario, contenente i 5000 volumi, il fondo personale, attualmente in fase di riordino a cura della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica di Puglia, che conserva la maggior parte del materiale documentario relativo al suo lavoro (manoscritti, dattiloscritti, materiale audiovisivo, foto di scena, registrazioni e dischi). Questo materiale, già conservato presso la “Casa dei teatri” di Villa Doria Pamphilj di Roma, è oggi sottoposto a vincolo di tutela della Soprintendenza pugliese ed è in comodato d’uso alla Regione Puglia. Infine il fondo costumi, elementi di scena, arredi ed oggetti personali proveniente dall’abitazione idruntina di Carmelo Bene e custodito dalle eredi. Si tratta di 22 costumi e accessori di scena relativi alle opere “Otello”, “Hommelette for Hamlet”, “Riccardo III”, “Pinocchio”, “La cena delle beffe”, “Macbeth Horror Suite”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA