Quel Sud del Sud, territorio di poesia e "depensamento"

Carmelo Bene
Carmelo Bene
di Simone GIORGINO
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Mercoledì 16 Marzo 2022, 15:44 - Ultimo aggiornamento: 23:22

C'è un aspetto, in particolare, sul quale mi sembra utile soffermarsi in occasione del ventennale della scomparsa di Carmelo Bene, e cioè il concetto di «Sud del Sud dei Santi», la personalissima semiosfera che Bene allestisce per presentarci la sua idea di Terra d'Otranto: un articolato sistema logico-concettuale e di significati culturali a partire dai quali è possibile organizzare uno spazio estetico.
Quello di Bene col Salento è un legame che sarebbe riduttivo e fuorviante inquadrare in termini folclorici o, peggio ancora, campanilistici. Non si tratta, cioè, dell'ennesima descrizione cartolinesca' di un belvedere («la postalcartolinna / di barche dent 'l portinamorata il tutt / ch'è miserere de' poeti 'l più», scriveva ironicamente nel mal de' fiori), o di una rinnovata denuncia engagé dei problemi del Meridione. La natura legata-al-luogo dell'estetica di Bene rappresenta un problema più complesso, più urgente.
Il buenretiro di Otranto, dove prepara gli ultimi lavori teatrali e scrive 'l mal de' fiori (2000) e l'altro poema tuttora inedito, Achilleis-Leggenda, il cui dattiloscritto è oggi conservato nell'Archivio Bene del Convitto Palmieri di Lecce; la casa paterna di Santa Cesarea Terme, «attigua» al fluttuante e onirico «palazzo moresco», in cui ambienta il suo primo romanzo, Nostra Signora dei Turchi (1966), e che usa da set per l'omonimo film del 1968; l'entroterra salentino, barocco e irrazionale, di Credito italiano V.E.R.D.I. (1967); la Copertino celeste' di A boccaperta (1976); e poi ancora Campi Salentina, l'«Atlas di tabacco» dove avviene la sua «nascita di Sardanapalo», e che ritorna in varie pagine di Sono apparso alla Madonna (1983) e della Vita di Carmelo Bene (1998), ecc...
Tutti questi luoghi, nelle sue opere, si elevano a categoria dello spirito, condizione di pensiero o, meglio, di «depensamento»: «La nostra penisola scrive Bene non ha mai dato grandi fatti del Pensiero, se non, guarda caso, nel Sud. E qui, i nomi di Giordano Bruno, Giambattista Vico, Tommaso Campanella, Croce, Gentile ecc (). Ora, dove questo Pensiero depensa, si spensiera, via via scendendo fino a Capo Leuca, lì comincia la Magna Grecia. A sud del Sud. La Magna Grecia è il depensamento del pensiero del Sud».
Le caratteristiche del territorio, materiali e immateriali, creano le premesse del «depensamento», cioè di quella sospensione del pensiero che è uno dei tratti distintivi della poetica di Bene: «Se non si è graziati da una siffatta premessa etnica, non avrei potuto accedere all'essere senza fondamento, alla spensieratezza, a un'arte teatrante si che inscena la sospensione del tragico dopo Nietzsche, la irrappresentabilità, il piano d'ascolto in quanto dire, la femminilità come abbandono, la fine del teatrino conflittuale dell'io e delle sue rappresaglie, la mancanza di che si consiste».
Sono debiti di natura antropologica, dunque, quelli che Bene contrae con il proprio territorio di origine, e che cerca di onorare facendosi a suo modo ambasciatore di una terra che da palude sociale ed economica può finalmente riscattarsi in quanto territorio di poesia. Solo in questo modo Otranto e l'intero Salento possono diventare, da periferia estrema, frontiera e ombelico di una nuova civiltà, «terra nomade per eccellenza» e «religiosissimo bordello, casa di cultura tollerante influenze islamiche, ebraiche, arabe, turche, cattoliche. Ne è testimone la stupenda cattedrale».
Lo studio sulla figura di San Giuseppe da Copertino, emblema ricorrente del «Sud del Sud dei Santi», permette a Bene di tramutare in virtù le caratteristiche stereotipate di un meridione socio-economicamente arretrato,barbaro' perché fuori dalla cultura ufficiale, facendone un nuovo paradigma culturale, orgogliosamente centrato sul primato di tale incultura', sullo stupore e sulla meraviglia, sull'estasi e sulla grazia dell'arte: «A questo Sud azzoppato, non resta che volare. Ecco il Santo dei voli (). L'anno medesimo (1600) in cui si brucia il Pensiero a Campo de' Fiori (Giordano Bruno), poco distante da Copertino nasce la Grazia».
La rotta che ci suggerisce Bene è dunque indirizzata da una bussola consultata a rovescio. Il suo Sud non si costruisce per contrapposizione a un Nord rispetto al quale è sottosviluppato, minoritario, e perciò, almeno agli occhi della cultura egemone, da normalizzare. Il «Sud del Sud dei Santi» è territorio di poesia. È un progetto estetico-estatico di cui occorre salvaguardare il ruolo di preziosa, indispensabile alternativa.
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*Simone Giorgino è Presidente del Centro studi Phoné, dedicato all'approfondimento dell'opera complessiva di Carmelo Bene.

Dirige, con Stefano Cristante, la collana Beniana (Kurumuny editore), presso cui sono appena usciti i saggi Nota Bene di Piergiorgio Giacché e Dentro 'l mal de' fiori di Alessio Paiano.

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