Cultura, l'intervento di Salvemini: pubblico e privato insieme, Lecce in scena ogni giorno con tre eventi

Cultura, l'intervento di Salvemini: pubblico e privato insieme, Lecce in scena ogni giorno con tre eventi
di Carlo SALVEMINI
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Martedì 31 Gennaio 2023, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 05:26

Gentile direttore,
nell'edizione domenicale di Quotidiano, ho letto la riflessione a firma di Vincenzo Maruccio sulla gestione dei beni pubblici in Puglia.
Il tema, di grande interesse, merita un dibattito aperto per le rilevanti questioni che pone ai decisori pubblici nei diversi ruoli a loro assegnati. Partendo da una premessa decisiva: in Italia su circa 200.000 beni architettonici pubblici (palazzi storici, castelli, complessi immobiliari) solo il 30% ha una destinazione d'uso definita. Il resto si trova in condizioni di grave sottoutilizzo, non fruibilità o abbandono.

A Lecce la situazione non è questa, per effetto di politiche di lungo periodo che hanno consentito importanti percorsi di recupero e progetti di valorizzazione.
Il caso eclatante del Castello di Lecce che da mercoledì tornerà nella esclusiva disponibilità del Ministero della Cultura altro non è che un passaggio finalizzato a garantire al complesso fortificato più importante di Puglia le condizioni per una più adeguata e coerente valorizzazione a conclusione degli attuali lavori di restauro di alcune aree. La decisione della mia Amministrazione di restituire al Demanio la parte che le era rimasta in gestione (circa un quarto del totale) ha inteso porre fine a quell'unicum che si era venuto a creare: un bene pubblico gestito da due enti diversi (Comune e Soprintendenza) con due percorsi di visita distinti e biglietti separati. Una situazione di disagio, incomprensibile per i turisti, giustamente evidenziata dal prof. Arthur come un limite da superare.

Si poteva uscire da questa impasse solo se una delle due parti si tirava fuori. Siamo stati noi a fare questo passo, dopo che a suo tempo per il Castello non è andata a buon fine la richiesta di federalismo demaniale culturale, cioè l'acquisizione del bene al patrimonio comunale. Una decisione presa non solo per ragioni economiche che pure hanno una loro rilevanza e delle quali daremo conto ma nell'interesse del bene. Vogliamo restituire al Castello una centralità che prima non ha mai avuto per via di quella paradossale situazione. Fare un passo indietro da parte nostra non significa disinteressarci del suo destino. Attendo ora come tutti di capire quali soluzioni il Ministero e le sue diramazioni territoriali attueranno per permettere a leccesi e turisti di goderne a pieno. Non facendo mancare confronto, dialogo, collaborazione. La mia proposta è che il Castello di Lecce, una volta conclusi i lavori, venga assegnato alla Direzione Musei Puglia che ha proprio l'obiettivo di valorizzare e rendere fruibili i musei, i monumenti e le aree archeologiche statali promuovendo l'integrazione dei percorsi di fruizione. La ritengo la scelta più utile alla città tenuto conto che la stessa Direzione oltre a gestire i più importanti musei, castelli e parchi archeologici della nostra regione ha già la responsabilità dell'anfiteatro e del teatro romano.
La proposta è in linea con la cifra che abbiamo dato alle politiche culturali in questi anni: confronto, dialogo, collaborazione con enti pubblici e soggetti privati, che compongono il variegato ecosistema culturale di Lecce.

In ragione della consapevolezza che, rispetto ad altre città del Salento, qui esiste una rete di poli culturali attivi: il polo bibliomuseale gestito dalla Regione, con il Museo Castromediano e la Biblioteca Bernardini; il sistema della Lecce romana con anfiteatro e teatro gestiti dalla Direzione Musei, l'anfiteatro di Rudiae aperto e fruibile con Ar,Va per l'accordo fra Comune e Soprintendenza, Palazzo Vernazza con i resti e la ricostruzione virtuale del tempio di Iside; i beni comunali con il museo civico, il Must, le due nuove biblioteche di comunità, OgniBene e L'Acchiappalibri, i due teatri pubblici, Apollo e Paisiello, le Mura Urbiche e il complesso degli Agostiniani; i beni di proprietà della Provincia con l'Abbazia di Cerrate, gestita dal Fai, e le Manifatture Knos; i beni ecclesiastici gestiti da Artwork. A questi poli pubblici vanno aggiunti quelli privati: il Teatro Koreja, il Politeama Greco, i piccoli musei privati, come Museo Ebraico, Museo Ferroviario e Museo Faggiano, la Fondazione Biscozzi Rimbaud e Palazzo Luce, due esempi di collezionisti non leccesi che hanno scelto Lecce come sede permanente delle loro opere di arte contemporanea e design. A riprova di una attrattività che è novità di questi ultimi anni.

Poli pubblici e privati producono quotidianamente attività, laboratori, iniziative, incontri, mostre, presentazioni di libri, festival, rassegne. Un ampio ecosistema che garantisce alla città molto più di semplici concerti e fiere.
Abbiamo un'offerta articolata e ricca. Nella quale concorrono, in modo prioritario, le realtà riconosciute dal Ministero che ricevono i finanziamenti del Fus per stagioni, produzioni e festival: oltre a Koreja, Astragali Teatro, Coolclub, Camerata Musicale Salentina, Oles, Factory, Balletto del Sud, Locomotive. A loro si aggiungono le preziose realtà che organizzano festival e rassegne: da Classiche Forme a Piano City Lecce, da Conversazioni sul Futuro a Cortili Aperti, dal Festival del Cinema Europeo a Vive le Cinema, da Kids a Oversound, dai festival di quartiere (Eppoi, A Vele Spiegate, Spiazzamenti) alle proposte di Fondo Verri, AMA, Nasca il Teatro, Improvvisart, Asfalto Teatro.

Per la prima volta, inoltre, il Comune e le istituzioni culturali della città (Università, Conservatorio e Accademia di Belle Arti), che hanno un ruolo di primo piano in questa offerta, stanno lavorando insieme.
Per tenere traccia di questa offerta, apprezzata anche dai turisti per la sua varietà e qualità, e nello spirito che fosse compito del Comune essere il punto di convergenza, abbiamo dato vita a qualcosa di inedito: il sito Lecceinscena permette di sapere in qualsiasi giorno dell'anno cosa fare in città raccogliendo le proposte di questo ampio ecosistema. E permettendoci anche di contarle. Nel 2022, le iniziative sono state 955, con una media di quasi 3 al giorno.
Lecce è una città con una offerta di cultura e intrattenimento che supera la stessa richiesta della sua popolazione residente. Nessuno si culla sugli allori, mancano molte tessere per completare il mosaico. Ma per capire come migliorarci, dobbiamo partire dal sapere chi siamo. E Lecce è tutto questo. Nulla di meno.
 

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