Bill Gates e la sfida del clima che cambia

Bill Gates e la sfida del clima che cambia
di Paride DE MASI e Mario CARPARELLI
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Domenica 5 Settembre 2021, 05:00

I libri sul riscaldamento globale risultano, spesso, o troppo catastrofici o, al contrario, troppo utopistici. Non è il caso dell’imponente saggio di Bill Gates, “Clima. Come evitare un disastro”, uscito lo scorso febbraio e significativamente dedicato “agli scienziati, agli innovatori e agli attivisti che stanno tracciando la via”: in esso, infatti, il realismo e la concretezza si armonizzano perfettamente con l’ottimismo e il coraggio. Il filo rosso che attraversa le circa 400 pagine che compongono il volume è rappresentato dalla convinzione, nutrita dal fondatore di Microsoft, che la battaglia per la salvaguardia del pianeta non può essere vinta se non diventa di tutti e, soprattutto, se non è combattuta a tutti i livelli possibili. A tal proposito, il libro di Gates suona quasi come un appassionato e lucidissimo appello ai singoli individui e cittadini, ai governi e alle istituzioni, agli scienziati e ai tecnici, nonché agli imprenditori come lui. Nessuno può e deve sentirsi esonerato da responsabilità, piccole o grandi che siano. E soprattutto, la questione ambientale deve essere affrontata con un approccio etico e sociale

Se la catastrofe climatica va scongiurata a ogni costo, infatti, per Bill Gates – che lo scorso luglio ha sottoscritto una partnership con la Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen per promuovere investimenti fino a un miliardo di dollari nel periodo 2022-26 per finanziare progetti su idrogeno verde, combustibili sostenibili per l’aviazione, cattura della CO2 dall’ambiente e stoccaggio di energia a lungo termine – quel “costo” (solo apparente e a breve termine, in realtà) deve gravare principalmente sui Paesi ricchi del pianeta e non sui più poveri che, al contrario, devono essere messi in condizione di svilupparsi e prosperare: “Non è solo perché abbiamo causato gran parte del problema (sebbene sia vero). È anche perché si tratta di una grande opportunità economica: i Paesi che creeranno grandi società e industrie a zero emissioni saranno alla testa dell’economia globale nei prossimi decenni”.

Il tema energetico

Il tema dei temi è, naturalmente, quello energetico. “Un settore che vale circa cinquemila miliardi di dollari l’anno e costituisce la base dell’economia moderna”. Una transizione dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica è il primo passo da compiere: “Impiegare su vasta scala le rinnovabili attualmente disponibili e migliorare la trasmissione è di importanza cruciale”.
È il primo passo, ma non l’unico. Le emissioni, infatti, “derivano da cinque diversi tipi di attività e abbiamo bisogno di soluzioni per ciascuno di essi”: il 31% dipende dalla produzione industriale (cemento, acciaio, materie plastiche), il 27% dalla produzione di energia elettrica, il 19% da agricoltura e allevamento, il 16% dai trasporti (aerei, camion, navi mercantili) e il 7% da riscaldamento e condizionamento. Il totale ammonta a cinquantuno miliardi di tonnellate di gas serra immesse ogni anno nell’atmosfera. “Questa è la situazione attuale.

Zero è il numero a cui dobbiamo mirare”, scrive Bill Gates.

Obiettivo: zero emissioni entro il 2050

Ridurre non basta: bisogna azzerare, raggiungere una completa decarbonizzazione. In quanto tempo? “La scienza ci dice che, per scongiurare una catastrofe climatica, i Paesi ricchi dovrebbero arrivare a zero emissioni entro il 2050”. Non sarà facile: “Il mondo non ha mai dovuto affrontare una simile sfida”. 
Riusciremo nell’impresa solo se a guidarci non sarà la paura ma, come insegna Gates, la speranza: “Ho scritto questo libro perché non vedo il cambiamento climatico soltanto come un problema, ma anche come un’opportunità. Non è soltanto una pia illusione. Abbiamo già due delle tre cose necessarie a compiere una qualunque impresa di rilievo. In primo luogo, abbiamo l’ambizione, grazie alla passione di un movimento globale in crescita, guidato da giovani profondamente preoccupati dal cambiamento climatico. In secondo luogo, ci siamo posti grandi traguardi per risolvere il problema, con un numero crescente di leader locali e nazionali che si sono impegnati a fare la propria parte in tutto il mondo. Adesso abbiamo bisogno del terzo elemento: un piano concreto per raggiungere i nostri fini”.

Un piano che, con il suo libro, Bill Gates offre a tutti noi, con il prezioso avvertimento che “qualunque piano per affrontare il cambiamento climatico deve comprendere il rapporto sinergico tra questi tre elementi: tecnologia, politica e mercato”. 

È un modello avviato più di quindici anni or sono in Puglia, che ora si sta cercando di riprendere con l’obiettivo di rendere la nostra regione protagonista nel processo di decarbonizzazione e nella transizione ecologica. Un’alleanza sinergica tra governo regionale, imprese energetiche e università sta, infatti, creando un’avveniristica valley dell’idrogeno verde, con tre impianti situati rispettivamente nei territori di Brindisi, Taranto e Foggia e con il coinvolgimento di tutti i più importanti attori del settore (distretti e aziende pubbliche regionali). Se il “rapporto sinergico” di cui scrive Gates reggerà, la Puglia avrà realizzato il proprio pezzo di piano. Diversamente non ci resterà che rimuginare su quello che poteva essere e non è stato. Abbiamo sbagliato in passato ma siamo ormai consapevoli che non può e non deve succedere più. Non ce lo possiamo permettere: c’è in gioco il futuro dei nostri figli.

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