Lacerenza, l’arte e la scuola delle idee

Lacerenza, l’arte e la scuola delle idee
di Claudia PRESICCE
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Lunedì 14 Giugno 2021, 05:00

La Cultura fa giri strani, voli verso il cielo sopra le nuvole e poi verso la terra in picchiata, e ancora poi un po’ scivola tra le stelle e poi scende su onde di umanità, di vite normali e speciali. Spesso nel suo planare infatti si poggia, come puntellandosi su sicuri appoggi come l’Arte e la Scuola, e su figure solide da cui spiccare nuovi balzi. Ecco perché tanti personaggi, con storie note e meno note, rendono il tessuto culturale un fitto ordito da cui si diramano lunghi raggi di luce. E sono quelli profondi e necessari che illuminano i territori, fino agli angoli più silenziosi in cui la cultura, con opportune spinte, si va opportunamente infilando.

La scuola e l’arte. Scritti per Bartolomeo Lacerenza (1940- 2019)” di autori vari, è un libro che ricostruisce memorie, dettagli, interessi della storia di un uomo di cultura, il cui operato ha creato un humus prolifico intorno a sé e, come per tante congiunture luminose, non disperdere questa luce è un’operazione intelligente. 
Ma non solo. Il volume propone ricordi familiari e soprattutto saggi inediti di studiosi vari, prevalentemente di storia dell’arte, attinenti prevalentemente alle tre città della Puglia, ossia Galatina, Monopoli e Nardò, dove Lacerenza ha vissuto e lavorato.

Luoghi e opere in questione rappresentano quindi un esempio di quei puntelli virtuosi (cui si accennava in incipit) sui quali le culture di un territorio si poggiano per volare alto, per creare nuovi trampolini per rinnovare studi e conoscenza. Infatti questo grande volume riunisce in una collettanea, curata da Marcello Gaballo, sguardi diversi di chi ha collaborato con Lacerenza, studioso e dirigente scolastico di Istituti d’Arte, vissuto (dopo i primi 15 anni a Gallipoli) tra Monopoli e il Salento, ardito sperimentatore che ha realizzato a Nardò un piccolo miracolo della didattica.

Le idee sulla didattica

“Occorre puntare più nel sollecitare idee che sul far ripetere parole” scriveva Lacerenza, mostrando grande lungimiranza nelle sue idee della didattica. Laurea in Lettere moderne, docente a Cuneo e poi subito dopo in Puglia, a Monopoli, insegnò Storia dell’arte per molti anni e si aprì presto ad un mondo che sarebbe diventano la colonna portante della sua vita. Lacerenza infatti vinse il concorso di preside e diresse l’Istituto d’Arte di San Giovanni in Fiore, quello di Locri in Calabria e poi fino alla pensione nel 2006 l’Istituto Statale d’Arte di Nardò, accorpato a Galatina e diventato successivamente Liceo Artistico. 
Sono di quegli anni la dedizione verso la didattica, gli studenti e i giovani, ma soprattutto gli studi e le iniziative culturali che lo portarono a curare diverse pubblicazioni su luoghi di culto della terra di Puglia ricchi di spunti storico artistici. Come componente della Commissione diocesana per i beni culturali ed ecclesiastici della Diocesi di Nardò Gallipoli, Lacerenza ha curato eventi espositivi ed editoriali legati a tematiche del patrimonio locale. Basterebbe ricordare tra questi il suo gettare le basi imprescindibili per gli studi successivi sulla Cattedrale di Nardò e sui celebri fratelli dell’arte napoletani che operarono in Salento, rispettivamente il vescovo Antonio e l’architetto Ferdinando Sanfelice.

“Un costruttore di comunità” lo definisce in uno dei saggi del volume Fulvio Rizzo, docente che ha avuto Lacerenza come dirigente a Nardò. Racconta quel tempo come un’esperienza in cui in quel ruolo Lacerenza “ha saputo raggiungere un delicato equilibrio tra la dimensione monocratica del dirigente, con l’onere del raggiungimento degli obiettivi assegnati, e quella di coordinatore e di riferimento per una comunità professionale, necessariamente collegata con la realtà territoriale”. 
L’architetto docente leccese Fulvio Rizzo entra poi nei dettagli di un’operosa sperimentazione portata avanti in quegli anni, fine dei Novanta, denominata “Michelangelo” “con la quale l’Istituto neritino ottenne, proprio con la dirigenza del Nostro, il riconoscimento formale dell’indirizzo di ‘Rilievo e catalogazione’ (area Beni culturali)”.

La formazione dei docenti

Nei corsi di formazione tenuti per i docenti in quegli anni figurano volti universitari salentini storici, da Lucio Galante ad Antonio Monte, Regina Poso, Gino Rizzo insieme a tanti altri, e molte altre interconnessioni che portarono i giovani diplomati a godere di una preparazione specializzata, nuova e spendibile nel Salento.
“L’istituzione scolastica – scriveva Lacerenza – oltre a sollecitare studiosi e opinione pubblica a rivolgere parte della loro competenza e della loro sensibilità a un angolo di storia, dimostra anche di interpretare un ruolo e una funzione in senso moderno e interagente con la comunità: l’apertura a collaborazioni e apporti ampi e puntuali, esterni al sistema scolastico e provenienti da soggetti, organismi e livelli istituzionali tradizionalmente preposti alla tutela del patrimonio culturale”.

In questa ottica il dirigente inseriva l’osservazione dell’esperienza didattica svolta all’Istituto d’Arte di Nardò con l’indirizzo di “Rilievo e catalogazione”.

Il volume che, come accennato, spazia tra argomenti vari soffermandosi anche su icone sacre del patrimonio artistico salentino con approfondimenti particolarmente preziosi, è ricchissimo di illustrazioni (anche a colori), e rientra nella Collana della Diocesi di Nardò-Gallipoli. Degne di nota, tra le tante pregevoli, sono le riproduzioni di incisioni conservate nella Casanatense di Roma, e le miniature dell’Estense di Modena.

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