Banksy, in mostra a Otranto le opere del genio invisibile

Banksy, in mostra a Otranto le opere del genio invisibile
di Marinilde GIANNANDREA
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Mercoledì 23 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:08

Ribelle, politicizzato, invisibile, da oggi Banksy, il celebre street artist, approda al Castello di Otranto in una mostra a cura di Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, con il progetto territoriale di Lorenzo Madaro. Una “Unauthorised Exhibition” con l’artista “non coinvolto ma informato” e una selezione di stampe, dal 2002 al 2007, scelte per indirizzare il visitatore nell’universo banksyano. 

 

L'allestimento "non autorizzato" nelle sale del castello aragonese


Le opere di Banksy nello spazio del Castello non appaiono sacrileghe, al contrario sembrano perfettamente a loro agio. Sono accompagnate da ampie didascalie che ne raccontano la genesi e la storia e, pur non avendo una volontà esaustiva, la selezione ha il rigore scientifico di un percorso tracciato con cura e un allestimento che fa della “Bambina con palloncino” la Monna Lisa della mostra. Oggi le esposizioni dedicate a Banksy sono tante, tutte non “autorizzate”, perché le sue non sono immagini ma “operazioni visive - racconta Gianluca Marziani- cariche di contenuti e i nostri occhi sono come un grilletto che le accendono e le caricano di significato”. Le opere nel Castello provengono da collezioni private e si concentrano su una parte significativa della produzione dell’artista, multipli serigrafati a tiratura limitata, tra i più ricercati e i più costosi. Ma al bookshop niente gadget (borse manifesti, tazze) perché Banksy vieta il marchendising delle sue opere. «La sua idea di arte è esplosa con i social - dichiara Stefano Antonelli- e questo ne fa sicuramente il nome più cliccato e più amato». 
Ama i giochi di parole e i dettagli da decifrare e a Otranto la sua unica opera acquistata da un museo, due banconote da 10 sterline con l’immagine di Lady Diana al posto della regina e una piccola scritta che recita “il portatore di questa banconota ha pagato il prezzo più alto”.

Il percorso artistico dell'artista senza volto


Molto probabilmente inglese, un’identità ancora non rivelata e un mistero che appassiona la folla infinita dei suoi seguaci, Banksy ha dichiarato che “l’invisibilità è un superpotere”.
Nel 2019 è apparso, senza essere riconosciuto a Venezia, con una bancarella di quadri su cui, sullo sfondo di vedute alla Canaletto, apparivano le navi da crociera, i grandi mostri che invadevano la laguna. È stato allontanato come abusivo dai vigili urbani ma è stata una visione quasi profetica perché, poco tempo dopo, uno di questi colossi speronava un battello turistico e si schiantava su una banchina del canale della Giudecca. 
I suoi colpi sono audaci ma calcolati, come quando, in polemica con il mercato dell’arte, ha ridotto a striscioline la sua celebre “Girl with Balloon” appena venduta in un’asta londinese per un milione di sterline.

Anche questo fa parte del gioco e il collezionista che l’ha comprata ha l’opera di Banksy e la sua eclatante performance. È tra gli artisti contemporanei più influenti e più ricchi – “Devolved Parliament” con la Camera dei comuni popolata da scimpanzé è stata venduta per quasi 10 milioni di sterline – ed è il punto di riferimento di un figurativismo realistico nei soggetti, ma surreale nei contenuti, come la bambina con giubbotto salvagente dipinto sulla fiancata della nave Louise Michel che ha comprato per salvare i migranti nel Mediterraneo. 

 

Vent'anni di critica sui muri delle città di tutto il mondo


Uno stile unico, essenziale, con il colore omogeneo ai luoghi in cui inserisce i suoi lavori, ma con note più squillanti che aprono spesso lo spazio alla speranza. Animali, bambini, cuoricini e palloncini, ma anche poliziotti, reali inglesi, bombe e carrarmati popolano le città su cui lascia le sue tracce, le sue sono operazioni impegnate, dichiarano sempre precise posizioni politiche come “The flower thrower” apparso su un muro di Gerusalemme con un manifestante che lancia un mazzo di fiori-molotov, anche questa tra le stampe di Otranto.
Si rivolge a tutti ed è andato dappertutto, nei luoghi martoriati dalle guerre e dai disastri ambientali, nelle “giungle” dei migranti. Parla di diritti, globalizzazione, consumismo, potere, giustizia e libertà ed è stato tra gli anticipatori delle rinnovate battaglie politiche che hanno come manifesto i muri delle città. Sentinella vigile delle ipocrisie del mondo occidentale, nel 2015 ha costruito in una località marina dell’Inghilterra “Dismaland”, un parco giochi dove le favole Disney si sono trasformate in incubi.
Ama i ratti, piccoli brutti, cacciati da tutti, ma capaci di distruggere interi sistemi sociali e li ha disegnati anche nel suo bagno durante il primo lockdown, il suo universo visivo è malinconico, dolce-amaro.
Ha dichiarato di “fare schifo” con la bomboletta e per questo ha scelto lo stencil, più rapido e riproducibile, “Banksy al Castello 2002 2007 prints selection. An Unauthorised Exhibition” prosegue fino al 19 settembre. Il progetto espositivo è prodotto dall’Associazione MetaMorfosi, da MostreLab e promosso dal Comune di Otranto. Orari: 10-24

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