Desiati: «Così con i libri avviciniamo le culture»

Desiati: «Così con i libri avviciniamo le culture»
di Claudia PRESICCE
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 24 Maggio 2023, 05:00

Incantamento e armonia. Nelle parole letterarie, nascoste da qualche parte, ci sono piccole fondamenta del mondo che vorremmo, scintille vitali del futuro da caldeggiare, e queste due parole, in un certo senso, quel mondo lo evocano. E intanto, non a caso, evocano una festa del libro. “Per Incantamento” è il titolo scelto per il Festival Letterario “Armonia. Narrazioni in Terra d’Otranto” che torna domani con scrittori in lizza per il Premio Strega, altri del Premio Calvino, poi esordienti e altri fuoriclasse. Giunta quest’anno alla nona edizione, questa manifestazione “diffusa” nel Basso Salento diventerà casa di scrittori e lettori da domani, e tra varie tappe fino al 9 luglio, spalmandosi nelle terre più orientali d’Italia; è ideata dalla Libreria Idrusa di Alessano e dall’Associazione NarrAzioni e ha sempre la prerogativa di avvalersi della direzione artistica di Mario Desiati, scrittore pugliese Premio Strega 2022. I suoi contenuti si sposteranno tra contenitori diversi tra Presicce-Acquarica, Casa Comi a Lucugnano e il piazzale antistante la Basilica Santuario di Santa Maria De Finibus Terrae.

Ospiti d'onore Tahar Ben Jelloun e Paolo Giordano

Protagonisti principali sono quest’anno un folto colorito gruppo di voci, di pensieri e di incantamenti letterari: tra questi lo scrittore, poeta e saggista mediterraneo Tahar Ben Jelloun, al narratore Paolo Giordano, il podio del Premio Italo Calvino, autrici esordienti come Giorgia Bernardini, Monica Acito e Stella Poli. Riguardo alla “dozzina” del Premio Strega arriveranno con i loro libri: Silvia Ballestra con “La Sibilla. Vita di Joyce Lussu”, Maria Grazia Calandrone con “Dove non mi hai portata”, Andrea Canobbio con “La traversata notturna”, Ada D’Adamo con “Come d’aria”, Gian Marco Griffi con “Ferrovie del Messico”, Vincenzo Latronico con “Le perfezioni”, Romana Petri con “Rubare la notte”, Rosella Postorino con “Mi limitavo ad amare te”, Igiaba Scego “Cassandra a Mogadiscio”, Andrea Tarabbia con “Il continente bianco”, Maddalena Vaglio Tanet con “Tornare dal bosco”, Carmen Verde “Una minima infelicità”. Un bastimento carico di libri, in pratica, in arrivo a Finis Terrae.

Mario Desiati riparte il festival, e torna nel Salento uno spicchio dello Strega. Si registra una massiccia presenza femminile nella dozzina, più donne che scrivono e pubblicano: è un dato rilevante?

«Temo che parlando del genere dell’autrice o autore di un libro si perda di vista il libro stesso. Anche se è innegabile che la nostra storia letteraria abbia discriminato le scrittrici, non era facile accreditarsi nella società letteraria, e lo raccontavano in modo diretto e indiretto tutte le protagoniste della nostra storia letteraria. Se penso a me come lettore, gli ultimi due libri che ho letto sono il suggestivo romanzo di Evelina Santangelo e l’esordio italiano di Lykke Holmes. Libri che sto amando. Aggiungo che ho letto i dati Istat sulla lettura in Italia e si nota sempre questo divario fra lettrici e lettori: quest’anno erano circa il 10 per cento in più le lettrici donne».
Massiccia presenza al festival di scrittori esordienti con una rinnovata collaborazione con il Premio Calvino.

Facciamo un disegno dell’attuale situazione della nuova narrativa italiana…

«Disegno davvero difficile, è un lavoro che sanno fare i critici meglio di me semplice lettore.

Tra i libri che sto leggendo ho notato un bisogno di uscire dalle consolidate maglie del romanzo borghese. Il coraggio di percorrere quelle strade del romanzo mondo: Per esempio l’opera di Griffi con Ferrovie del Messico mi ha impressionato, ma anche i libri degli scrittori che hanno preso di punta il male e le loro esperienze personali, trasfigurandole con il loro stile nel racconto, vedi il libro di Ada D’Adamo, Andrea Canobbio per stare nella dozzina o il libro di Antonella Lattanzi. Il panorama è molto vario».

Presenza speciale quella di Tahar Ben Jelloun, scrittore simbolo di dibattiti su immigrazione, razzismo, ecc. Importante averlo nel Salento in questo momento storico in cui certe tematiche a lui care sono terribilmente attuali.

«Sono autori che non portano solo le parole dei loro libri, ma anche le esperienze umane che hanno cucite addosso. Una rassegna in terra d’Otranto, non può non avere nella sua identità il tentativo di raccordare e avvicinare, confini, lingue, mondi apparentemente distanti, ma invece vicinissimi».

Poi c’è Paolo Giordano con ‘Tasmania’ che è un libro sul futuro: strano momento per parlare di futuro…o no?

«‘Tasmania’ è un libro importante, innanzitutto il romanzo incastonato nel tempo che viviamo e nel futuro che vivremo, uno di quei libri di cui parlava Nabokov, dove si vede la visione di uno scrittore che si cimenta non solo con la memoria, fusione del presente e del passato, ma anche con il meraviglioso e oscuro luogo del tempo futuro, da decifrare e inventare. Mentre leggevo il romanzo di Giordano ammiravo proprio questa capacità di saper osare il futuro con il suo stile e il suo rigore».

Ultima doverosa domanda sul nostro Nicola Lagioia e sulla sua ultima conduzione da record al Salone del Libro di Torino.

«Credo che Nicola Lagioia abbia fatto un lavoro serio e trasparente in questi sette anni, i risultati gli sono stati riconosciuti un po’ da tutti. Permettimi da pugliese un po’ di orgoglio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA