La fatica (e i pericoli) di essere ragazze, esce la "Guida per bambine ribelli"

La fatica (e i pericoli) di essere ragazze, esce la "Guida per bambine ribelli"
di Valeria Arnaldi
5 Minuti di Lettura
Sabato 20 Febbraio 2021, 17:31 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 21:06

Il corpo che cambia - «L'adolescenza è anteriore alla solidificazione assoluta», scriveva Marcel Proust - le forme che si sviluppano e ridisegnano, letteralmente, l'immagine nello specchio, sollecitando domande, confusione, timori.
Il ciclo mestruale che segna la fine dell'infanzia. Ora, però, anche il sexting, il cyberbullismo, l'autolesionismo, il body shaming, i rischi della Rete e molto altro. Complessa per natura e definizione, per le ragazze di oggi come per quelle di ieri, la pubertà ora deve fare i conti con uno scenario decisamente più articolato, per cui serve un'educazione ad hoc, ripensata secondo esperienza, pure cronaca, prospettive, nuove minacce. Mondadori martedì porterà in libreria “Guida per bambine ribelli. Alla scoperta del corpo che cambia”, a cura di Elena Favilli - qui solo a sua firma, ma con Francesca Cavallo già autrice dei noti libri Storie della buonanotte per bambine ribelli - con testi di Teresa Susi Citriniti, Aurora Rossetti, Carolina Capria e Mariella Martucci, nonché illustrazioni di Elisa Macellari.


INSEGNARE
Obiettivo, aiutare le giovanissime a comprendere meglio il mondo che le circonda e pure se stesse, nella fase di cambiamento, dallo sviluppo fisico alle relazioni sociali, dalla sessualità alla discriminazione, dal desiderio di visibilità, anche sui social, al body shaming e così via. Abbiamo incontrato alcune autrici del volume per capire come è mutata - e dovrebbe ancora mutare - la formazione delle giovanissime.
«Le preadolescenti di oggi sono molto cambiate rispetto alle mamme ma pure rispetto alle ragazze poco più grandi, che sono state preadolescenti quindici anni fa - dice Teresa Susi Citriniti, psicologa e psicoterapeuta psicanalitica - chi le ha precedute ha combattuto per loro e ora sono in una situazione in cui tutto è possibile. Questo però può rendere complicato muoversi. A differenza delle giovani adulte, comunque native digitali, con i social sperimentano uno strumento di confronto non più limitato alla cerchia di amici ma ampliato a livello planetario, con ciò che comporta».
Secondo la scrittrice Carolina Capria, autrice peraltro delle pagine social L'ha scritto una femmina, «L'educazione delle bambine è molto cambiata perché nella vita di tante di loro sono entrate parole nuove. Libertà, per esempio. Noi un tempo apprendevano il significato della parola libertà attraverso la sua negazione: non puoi uscire di sera, non puoi indossare questo o quel vestito, non devi alzare la voce, non devi viaggiare da sola, non devi stare seduta in modo scomposto. Adesso, la parola libertà è intesa in modo attivo. Le bambine, ragazze, donne, possono essere libere. Possono costruirsi la loro libertà».
Il cammino però è ancora lungo, «perché - prosegue - in molti casi il cambiamento non è sceso in profondità ma è rimasto in superficie.

Quindi diciamo alle bambine che possono diventare quello che vogliono ma di fatto non mettiamo poi le ragazze nella condizione di coltivare le loro ambizioni».


I PALETTI
Nel contesto sociale, i paletti esistono ancora, il sistema familiare invece muta. «La famiglia sta promuovendo le pari opportunità - afferma Citriniti - sollecitando le ragazze a trovare la propria strada, senza percorsi precostituiti». Abbattuta l'idea di un modello unico di femminilità, occorre fare i conti, appunto, con l'infinito potenziale che si ha davanti, anche nelle sue minacce, perché il panorama delle giovanissime, come evidenzia il libro spaziando dal sexting al cyberbullismo, è radicalmente mutato.
«Un tempo le nonne insegnavano che la sessualità è più una cosa da maschi, oggi le mamme la considerano un aspetto importante per la persona - dichiara Citriniti - Della prima volta si parla in casa e alla prima visita ginecologica le figlie sono portate dalle madri. Non era così. Nel caso del sexting, prima, se volevi scambiare foto con il fidanzato, c'erano le Polaroid e le davi a mano, oggi l'uso è più diffuso e gli strumenti sono più potenti».
«A volte - prosegue - non si prende il tempo di pensare. Basta un clic, magari premi il tasto e ti penti dopo. Tutto è più veloce con le nuove tecnologie. Attenzione, non bisogna demonizzarle ma aiutare ragazze e ragazzi ad essere consapevoli. Alcuni genitori quasi rifiutano le nuove tecnologie, ma non ci si deve tagliare fuori, non se ne saprà quanto i nativi digitali ma occorre informarsi. Se si fanno uscire soli i figli, ci si raccomanda facciano attenzione ai pericoli in strada, così deve essere pure per la Rete».
L'orizzonte, qui, è pressoché illimitato. E difficile da controllare. «Ora i ragazzi si interfacciano con il mondo intero, e talvolta dal mondo intero devono difendersi - dice Capria - Loro hanno più mezzi di quanti non crediamo, e non sono sprovveduti, ma sta agli adulti metterli nella condizione di riconoscere un pericolo e le possibili conseguenze di una condotta, e per farlo devono ascoltare e cercare di comprendere il mondo in cui vivono i ragazzi e le ragazze».


AUTOSTIMA
Quanto c'è ancora da fare? «La minaccia più grande è interna - per Citriniti - adesso la donna che si vede anche nelle pubblicità, deve essere in grado di fare tutto, è moglie, madre, in carriera. Riuscire a incarnare quel modello è umanamente impossibile.
Un ideale ipertrofico rischia di diventare un aguzzino. Non sembra che le ragazzine di oggi vogliano portare avanti lo stendardo femminista, ma troveranno sicuramente la loro collocazione. Bisogna sostenerle. In ogni ragazzina c'è una nuova idea di donna». «E abbiamo tantissimo bisogno di bambine, ragazze e donne che si interroghino sul mondo che hanno intorno - commenta Capria - e provino a renderlo un posto migliore per tutti».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA