Variante Delta, Crisanti: «Il vaccino non basta. Così l'immunità di gregge non si raggiunge»

Variante Delta, Crisanti: «Il vaccino non basta. Così l'immunità di gregge non si raggiunge»
Variante Delta, Crisanti: «Il vaccino non basta. Così l'immunità di gregge non si raggiunge»
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Venerdì 30 Luglio 2021, 14:12

«I vaccini da soli non bastano». Così tuona il virologo Andrea Crisanti, intervenuto oggi ad Agora Estate su Rai3. «Coi vaccini da soli l'immunità di gregge non si raggiunge – prosegue –. Bisogna passare dalla fase emergenza alla fase sostenibilità, che si ottiene in due modi: con la vaccinazione e sfruttando la finestra di tempo che ti danno le misure di restrizione. Se i casi diminuiscono, è chiaro che quello è il momento per scatenare tutta la nostra forza per tracciare tutti quanti. E invece è la seconda volta che, in coincidenza col calo dei contagi, vediamo il calo dei tamponi. Dovrebbe esattamente accadere il contrario e si fa fatica a capire questa cosa». È la riflessione del virologo.

 

Crisanti: «In Gb sistema di tracciamento migliore»

«È chiaro - ha spiegato il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova - che se noi abbiamo un sistema di tracciamento sparpagliato su 20 regioni, ognuno fa come gli pare».

E poi ci sono «i farmacisti che non hanno possibilità di fare refertazione», e così «è un disastro. In Inghilterra hanno l'85% della popolazione che ha ricevuto una dose e il 70% che ha ricevuto due dosi, tra AstraZeneca e Pfizer, e hanno una media di 30-35mila casi al giorno. Perché i casi non sono aumentati, ma stanno calando o si sono stabilizzati? Perché l'Inghilterra ha un sistema di tracciamento degno di questo nome: fanno 1,2 milioni di tamponi al giorno e hanno un'App con geolocalizzazione volontaria che la settimana scorsa ha messo in quarantena 500mila persone al giorno. È così che funziona». 

Terza dose? «Ancora presto per parlarne»

Terza dose vaccino, per il virologo Andrea Crisanti «è giusto che sia iniziato il dibattito ed è giusto che il Governo si approvvigioni». Israele ha iniziato» a percorrere questa strada. «Io penso che fra un mese o un mese e mezzo avremo abbastanza dati per capire l'impatto della terza dose». È quanto ha spiegato il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova, intervenuto oggi ad 'Agorà Estatè su Rai3. «Qui siamo tutti su un territorio sconosciuto. Via via che i dati si accumulano, chiaramente diventano legittime e praticabili determinate cose. Non è che possiamo inventare che facciamo la terza, la quarta dose e così via - osserva - I dati sono la cosa più importante per tracciare la strada. Altrimenti si improvvisa. E io non penso che in sanità pubblica si possa improvvisare».

 

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