Covid, contagi tornano a salire. Gli esperti: «Estendere quanto prima quarta dose vaccino»

Covid, contagi tornano a salire. Gli esperti: «Estendere quanto prima quarta dose»
Covid, contagi tornano a salire. Gli esperti: «Estendere quanto prima quarta dose»
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Sabato 12 Marzo 2022, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 18:52

Estendere «quanto prima» a più categorie la somministrazione della quarta dose di vaccino anti-Covid. Lo raccomanda Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza per l'emergenza coronavirus, mentre il Regno Unito si prepara a un nuovo booster agli ultra 75enni, agli immunodepressi e agli ospiti delle case di riposo nelle prossime settimane, come suggerito di recente dai consulenti medici dell'esecutivo e come confermato da Sajid Javid, ministro della Sanità del governo di Boris Johnson.

Ricciardi, docente di Igiene all'università Cattolica di Roma, spiega all'Adnkronos Salute che anche in Italia le quarte dosi andrebbero allargate per interessare, oltre agli immunocompromessi per i quali sono già previste, «le stesse categorie» indicate in Uk.

La platea che dovrà fare la quarta dose si allargherà?

O saranno i soli immunodepressi quelli che dovranno sottoporsi per la quarta volta al vaccino? Il dibattito è già ricominciato, complice anche un nuovo aumento dei contagi e i timori della variante Omicron 2.

Tra qualche mese l'efficacia del booster si esaurirà? Tutti interrogativi sul tavolo degli esperti. Per dire quale sarà il futuro del vaccino, però, è ancora presto. Per Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Ema e consulente di Figliuolo, «i parametri da tenere sotto osservazione da ora a giugno saranno prima di tutto la quantità di reinfezioni e chi si reinfetta». Il tema è stato al centro di un suo intervento oggi a Bari in occasione delle celebrazioni della prima Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari. «Bisognerà vedere entro giugno - spiega - che situazione creerà la terza dose da un lato, e la massiva esposizione che abbiamo avuto al virus dall'altro. E bisognerà capire quanto declinerà l'immunità in questi 3-4 mesi, se continuerà a declinare o se con questi stimoli ricevuti dal nostro sistema immunitario «le reinfezioni saranno marginali o comunque caratterizzate perlopiù da sintomi trascurabili. Questo è il dato che dobbiamo raccogliere da qui a giugno».

I possibili scenari

E poi, illustra, «abbiamo di fronte vari scenari: potremmo vedere se una quarta dose ci protegge sufficientemente dalla reinfezione e se questa sia l'unica arma. Tutto questo se le reinfezioni causano malattia».

Perché ci si potrebbe anche «contagiare in larga parte senza avere la malattia - precisa Rasi - e in questo caso anche una quantità significativa di reinfezioni potrebbe essere tollerata. Se invece appureremo che il numero di reinfezioni che causano malattia merita un intervento farmacologico, bisognerà vedere quali sono i pazienti che si ammalano. Se è una popolazione relativamente circoscrivibile - i diabetici e i soliti gruppi vulnerabili - forse vale la pena di intervenire con strumenti farmacologici che finalmente adesso abbiamo: antivirali orali, farmaci monoclonali specifici, e ora arrivano anche i monoclonali preventivi. Quindi si può valutare di usare tutto l'arsenale prima di fare una vaccinazione di massa, che comunque rimane un'opzione da tenere aperta».

«Non è che è un dogma che una campagna di richiami di massa non si possa fare - puntualizza Rasi -. E, ancora, c'è un altro dogma da sfatare: non è che faccia male fare la quarta o la quinta dose di vaccino, la questione è piuttosto la fattibilità e l'accettabilità sociale di questo nuovo giro di richiami». «È un po' un mito che la riesposizione al vaccino sia un problema. È l'utilità che adesso deve essere documentata. E abbiamo 3 mesi per farlo». A giugno - conclude - dovremo fare i conti con questi strumenti e scenari che abbiamo. Per dire che si deve fare una nuova vaccinazione di massa a tutta la popolazione generale dobbiamo avere i numeri, le evidenze e rispondere bene ad alcune domande».

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