L'ennesimo tassello di un puzzle ancora difficile da ricomporre. Da uno scienziato americano arriva un colpo di scena sulla genesi del coronavirus. Il biologo evoluzionista Jesse Bloom, del Fred Hutchinson Cancer Research Center, è riuscito a recuperare alcuni file cancellati da Google Cloud e ricostruito le sequenze parziali di 13 virus dei primi tempi dell'epidemia a Wuhan, che erano state misteriosamente rimosse dall'archivio delle sequenze del National Institute of Health americano. Dati che fanno risalire i primi casi di Covid a un periodo precedente al dicembre 2019 (quando il primo morto ufficiale in Cina è datato 23 gennaio) e che rilanciano la spy story internazionale sull'origine del Sars-Cov2.
Secondo Bloom, come si legge sul sito di Science, i cinesi avrebbero raccolto campioni di virus dai primi malati di Covid a Wuhan, pubblicato le sequenze virali su una banca dati americana e le avrebbero poi rimosse qualche mese dopo «per oscurarne l'esistenza».
Per il virologo della Bicocca di Milano Francesco Broccolo è possibile «che in laboratorio si sia provocato, non intenzionalmente, un salto di specie o spillover artificiale. E che magari un tecnico di laboratorio sia rimasto contagiato». «È una mia ipotesi - aggiunge l'esperto - ma non vi sono motivi scientifici per rimuovere le sequenze da una banca dati, se non quella di non mostrare l'origine del virus».
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