Covid, Galli smentito dal suo ospedale: «I reparti non sono pieni di varianti». L'esperto replica: «Dati ripresi con troppa lentezza»

Covid, Galli smentito dal suo ospedale: «I reparti non sono pieni di varianti». L'esperto replica: «Dati ripresi con troppa lentezza»
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Giovedì 18 Febbraio 2021, 12:27 - Ultimo aggiornamento: 13:29

Massimo Galli, direttore delle Malattie infettive dell'ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano è stato smentito dallo stesso ospedale riguardo il numero di ricoverati nel reparto Covid con varianti del virus. Secondo la sruttura, infatti, le terapie intensive non sarebbero piene di pazienti con la nuova variante ingelese, come affermato invece dal medico. «Tali affermazioni al momento attuale non rappresentano la reale situazione epidemiologica all'interno del Presidio», ha fatto sapere in una nota, l'ASST Fatebenefratelli Sacco.

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Domani la decisione del Ministero


Galli, direttore del reparto di Malattie infettive dello stesso ospedale, ha affermato che «dei 20 letti che seguo direttamente almeno uno su tre ormai è occupato da contagiati da una variante». «Attualmente - precisa la nota dell'ospedale - le percentuali di varianti identificate (verificate secondo le indicazioni del Ministero della Salute e dall'ISS o su controlli a campione) sono in linea con la media nazionale ed inferiori alla media regionale». La nota aggiunge anche che finora «presso il Laboratorio di questa ASST è stata identificata esclusivamente la variante UK (cosiddetta variante inglese) e che, al momento, nessun sequenziamento ha evidenziato la variante brasiliana o sudafricana».

In particolare, per quanto riguarda i 314 pazienti Covid positivi ricoverati presso l'Ospedale Sacco dal 31 dicembre al 4 febbraio, i dati raccolti hanno rilevato la presenza di 6 pazienti positivi alla variante inglese su un totale di 50 casi che, in ragione delle loro caratteristiche, sono stati sottoposti a sequenziamento. Il Laboratorio di Microbiologia Clinica, Virologia e diagnostica delle Bioemergenze prevede di utilizzare a breve un nuovo test diagnostico che permetterà di identificare in via preliminare l'eventuale positività ad una delle tre varianti.

Galli ha poi nuovamente replicato nel corso della trasmissione Agorà su Rai 3 il 18 febbraio, affermando che per la variante inglese ci vorranno poche settimane perché diventi dominante. Non ha fatto chiaro riferimento a quanto affermato dal suo ospedale, che parla di soli 6 pazienti affetti da tale variante, ma ha affermato: «Abbiamo la variante inglese e anche altre verosimilmente. Questa variante c’è, è arrivata, ci vogliono poche settimane perché diventi la variante dominante», prosegue il professore. Poi in tono polemico fa riferimento a: «tutta una serie di dibattiti suscitati e voluti soprattutto da certa stampa che non hanno nessun senso». Quando gli viene chiesto a chi si riferisca Galli lascia intendere che è meglio che non parli per evitare di essere troppo duro, fa riferimento a una burocrazia lenta e conclude: «È abbastanza buffo che i dati che vengono visti e prodotti nei laboratori universitari, vengano poi ripresi con grande lentezza dai sistemi di sorveglianza che ancora non ci sono e dai laboratori ospedalieri che ancora non stanno al passo».

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