Il caso Zes si abbatte sulla campagna elettorale: «Ma c’è chi strumentalizza»

Il porto di Brindisi
Il porto di Brindisi
di di Francesco Ribezzo Piccinin
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Domenica 3 Giugno 2018, 05:30
BRINDISI - Non ha fatto presa su quasi nessuno dei candidati sindaco la denuncia del deputato di Forza Italia Mauro D’Attis riguardo al rischio di penalizzazione di Brindisi nell’ambito della Zes adriatica. Tra gli aspiranti alla carica di primo cittadino, infatti, molti ritengono che questa uscita a pochi giorni dalle elezioni, senza che vi sia ancora un atto ufficiale da parte della Regione, possa essere strumentale proprio all’appuntamento elettorale.

Si schiera a sostegno di D’Attis, come era facile immaginare, il candidato del centrodestra Roberto Cavalera. «A Bari - dice - devono smetterla di giocare con la pelle dei brindisini. La notizia relativa alle forti penalizzazioni che si prospettano per la nostra città nell’ambito della concreta attuazione delle Zes costituisce una conferma del la considerazione inesistente che il presidente Michele Emiliano ha della città di Brindisi. Ancora una volta si sta penalizzando questo territorio a vantaggio di quello leccese, con danni incalcolabili dal punto di vista economico ed occupazionale. Nessuno dimentichi, peraltro, che la Zes inizialmente doveva riguardare solo Brindisi e Taranto e invece adesso per quella di Brindisi i vantaggi stanno per essere dirottati a Lecce. Il presidente della Regione Puglia provi a smentirmi con i fatti. Condivido pienamente, pertanto, il grido di allarme lanciato dall’onorevole Mauro D’Attis».

Chi invece la pensa diversamente da D’Attis sono, sostanzialmente, gli avversari di Cavalera. A partire dal candidato del centrosinistra Riccardo Rossi, che si dice dispiaciuto del fatto che «un tema così importante si argomentato con comunicati basati sui “si dice” e quindi non su notizie reali. Ad una settimana dalle elezioni, mi sembra un po’ strumentale questo modo di affrontare il tema». Rispetto alla questione Zes, prosegue Rossi, «so che per Brindisi è prevista un’area di oltre mille ettari più tutte le aree demaniali del porto. C’è un ritardo da parte della Regione nell’invio della documentazione al Ministero per il decreto istitutivo». Se i tempi si dovessero allungare ulteriormente, però, «quando ci sarà la nuova amministrazione, se la guiderò io, faremo di tutto perché le aree vengano valorizzate. Ma in questo momento non mi sembra che ci siano fatti concreti su cui dibattere».

Del tutto infondato, secondo il candidato del Movimento 5 Stelle Gianluca Serra, l’allarme dell’onorevole D’Attis. «Brindisi sta nella Zes - sottolinea - a piene mani e ci sta dentro alla grande. Il vero problema è che Brindisi non è né carne né pesce perché non ha un’idea univoca per porto e città. Quindi, tutta la progettualità della Zes in che contesto si inserisce se non sappiamo disegnare il futuro del nostro porto? La Zes potrebbe portare investimenti importanti ma il problema è, lo ripeto, che il porto non ha una direzione univoca. Basta guardare la banchina del lungomare, deserta, che si riempie solo per la Brindisi-Corfù bloccata da vincoli grandi e piccoli. E la mancanza di una direzione ha portato ad investimenti che non hanno prodotto né sviluppo né occupazione. Se non ci diamo una direzione, i soldi delle Zes faranno la stessa fine e non porteranno niente. Dobbiamo cominciare a programmare ed abbiamo la grande occasione di farlo con il Pug ed il Piano regolatore del porto, che potrebbero essere realizzati contestualmente e resi compatibili ed uniformi con l’idea di porto e di città. Da quest’idea le Zes possono diventare determinanti per lo sviluppo di Brindisi».

La situazione non è particolarmente drammatica, per il candidato di Impegno Sociale Ferruccio Di Noi, ma va comunque monitorata. «Non bisogna perdere di vista - dice infatti - la questione, anche perché la Regione Puglia ha spesso preferito altri territori, penalizzando quello di Brindisi. Quindi bisogna insistere e non mollare la presa». Questo a causa dell’importanza delle Zes per i territori. Gli investimenti attesi, infatti, «potrebbero davvero sbloccare la situazione del porto e del retroporto ma la situazione non è ancora ben definita. Per questo bisogna fare in modo che i nostri rappresentanti insistano sull’inserimento delle aree e sul fatto che si preferisca il porto di Brindisi, vista la sua importanza economica e geografica ma soprattutto perché rispetto ad altri più da diporto quello di Brindisi è uno scalo di tipo commerciale e industriale».

Risponde con sarcasmo, infine, il candidato della destra sovranista Massimo Ciullo, che dice innanzitutto di comprendere «la posizione di D’Attis, ormai uomo di opposizione». Qualunque sua preoccupazione, chiarisce tuttavia, «sarà dissipata nel giro di pochissimo tempo dal governo leghista, con il quale ho un filo diretto. Cambierà tutto, soprattutto grazie alla presenza della Lega, auspicando anche una vittoria della mia coalizione e della mia persona, visto che ho un filo diretto con Matteo Salvini. E anche la Regione Puglia dovrà allinearsi alle politiche del governo, senza mezzi termini. Dunque, D’Attis si preoccupi di altro». Infine, Ciullo si rivolge ai brindisini che, dice, «dovrebbero preoccuparsi più che altro in caso di vittoria del candidato di D’Attis, il quale verrebbe relegato ad un ruolo di minorità, anche per la coalizione che lo esprime, tutt’altro che credibile».
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