La zona franca doganale tra 4 mesi a Capobianco

La zona franca doganale tra 4 mesi a Capobianco
di Oronzo MARTUCCI
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Venerdì 18 Settembre 2020, 09:48
Verrà istituita a Brindisi nell'area portuale di Capobianco nel giro di 4 mesi la prima zona franca doganale interclusa nell'ambito della Zona economica speciale interregionale Puglia-Molise che fa riferimento all'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico meridionale (porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli) e alle aree industriali funzionalmente collegate.

La decisione è stata assunta nel corso della riunione di insediamento del Comitato di indirizzo della Zes dell'Adriatico meridionale svoltasi lunedì pomeriggio su iniziativa del presidente Ugo Patroni Griffi, il quale ne ha disposto la convocazione anche in assenza della nomina del rappresentante della presidenza del Consiglio dei ministri, posto che l'organismo era stato nominato nella maggioranza dei suoi componenti: il presidente dell'Autorità portuale di riferimento; l'assessore Cosimo Borraccino in rappresentanza della Regione Puglia; il presidente della Regione Molise Donato Toma; l'ingegnere Annalisa Formosi in rappresentanza del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Il Comitato di indirizzo ha il compito di gestire le iniziative di sviluppo delle Zes, di accompagnare l'insediamento di nuove imprese e di semplificarne e accelerarne i percorsi.

Proprio alla Formosi, francavillese e presidente dell'Ordine degli ingegneri di Brindisi, è stata affidata dal Comitato di indirizzo la delega per la redazione della proposta di zona franca portuale, la quale farà perno sull'area di Capobianco e avrà un'estensione di circa 40 ettari.
All'ingegnere Formosi è stato affidato anche il compito di coordinare gli altri gruppi tecnici istituiti dal Comitato di indirizzo; il primo si occuperà di definire il kit localizzativo da contrattualizzare con i comuni e conterrà tutte le procedure e le fiscalità di vantaggio che gli stessi comuni si impegneranno a riconoscere alle imprese che decideranno di insediarsi nella aree Zes di competenza; il secondo si occuperà di offrire un contributo alla redazione della legge regionale sulle semplificazioni alle quali il presidente Ugo Patroni Griffi e i rappresentanti delle associazioni di categoria stanno lavorando in collaborazione con gli uffici regionali da alcuni mesi. Gli aspetti giuridici collegati al kit localizzativo e alla legge sulla semplificazione saranno coordinati dall'avvocato Fulvio Mezzina, con la parteciperà dell'avvocato Beppe Macchione. Il lavoro dei gruppi di lavoro dovrebbe essere completo nel giro di 60 giorni.

Finalmente ci siano messi in pari con la Zes interregionale jonica il cui comitato di indirizzo è operativo da circa un anno e da aprile scorso ha ottenuto anche il decreto di perimetrazione della zona franca doganale. Stiamo lavorando per formalizzare nel giro di 60 giorni la bozza di zona doganale interclusa per l'area di Capobianco, così da poterne ottenere l'istituzione nei 60 giorni successivi. Su questa tempistica c'è la piena cooperazione del direttore dell'Agenzia della Dogane, Marcello Minenna, spiega il presidente del Comitato di indirizzo della Zes Ugo Patroni Griffi. La zona franca doganale interclusa viene istituita proprio con determinazione del direttore delle Dogane.
E' urgente individuare e rendere operativo nel più breve tempo possibile un ambiente attrattivo per le imprese a Brindisi in modo da evitare che la transizione energetica si trasformi in macelleria sociale, ha detto ancora il presidente dell'Autorità di sistema portuale. Il nostro obiettivo è quello di costruire un ambiente ospitale per le imprese così da garantire: autorizzazione unica per opere ed attività pubbliche e private, termini ridotti, semplificazione doganale, sospensione iva, esenzione dai dazi e anche per la manifattura. Entro 120 questa Ferrari tra le Zes sarà una realtà.

Nell'area di Brindisi il presidente dell'Asi (Area di sviluppo industriale) Mimmo Bianco sta lavorando per candidare aree retroportuali nella zona doganale interclusa in via di costituzione. Dunque ai 40 ettari già individuati se ne dovrebbero aggiungere molti altri, così come la zona doganale dovrebbe inglobare anche alcune banchine già operative o da costruire secondo quanto previsto dal Piano regolatore del porto. Per arrivare alla istituzione delle altre zone franche doganali della Zes interregionale adriatica, che nasceranno a Bari, Manfredonia e Termoli) è previsto il coinvolgimento dei consorzi Asi, degli interporti, dei gestori dei lodi logistici dei retroporti interessati e Termoli dovranno presentare la proposta della perimetrazione delle zone franche.

Qual è il valore aggiungo di una zona franca doganale interclusa? I territori perimetrali non sono considerati parte del territorio doganale dell'Unione europea. Le merci extra-europee non sono sottoposte al pagamento di Iva e dazi doganali perché non si considerano importate. Iva e dazi dovranno essere eventualmente pagati solo nel caso di introduzione delle merci nel territorio doganale italiano o dell'Ue. Nel caso di merci lavorate o non lavorate ma destinate alla riesportazione in paesi extra-UE (senza mai rientrare nel territorio doganale europeo) non è previsto alcun pagamento di Iva o di dazi. Dunque ai vantaggi fiscali e di semplificazione previsti per le Zes, con la istituzione della Zona franca doganale gli investitori aggiungono i vantaggi legati al blocco di Iva e dazi vari.
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