Il territorio colpito da xylella rigenerato grazie ai vini Dop

Il territorio colpito da xylella rigenerato grazie ai vini Dop
di Oronzo MARTUCCI
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Febbraio 2021, 10:16

Un finanziamento di 600.000 euro è stato messo a disposizione del Consorzio di tutela Dop Brindisi come contributo per la rigenerazione di un territorio colpito dalla xylella e per rilanciare e promuovere i vini a denominazione di origine protetta di Brindisi. Il finanziamento fa riferimento al progetto Radici virtuose: presentato dal Distretto Agroalimentare di Qualità Jonico Salentino (Dais), coinvolge insieme al Consorzio di tutela della Dop Brindisi, i consorzi del Salice e del primitivo di Manduria e ha ottenuto il contributo dell'Università del Salento. Il presidente è il vice presidente del Consorzio Dop Brindisi, Angelo Maci e Carmine Dipietrangelo, hanno dichiarato e ricordato che «il progetto è stato finanziato grazie anche all'impegno della già ministra Teresa Bellanova che lo ha sostenuto sin dall'inizio». E hanno aggoiunto: «Si tratta di un progetto che per quanto riguarda il consorzio Dop Brindisi ha una importanza decisiva per il suo rilancio e per la promozione di un territorio da tempo vocato alla vitivinicoltura».


Gli interventi di promozione e valorizzazione si svilupperanno nei prossimi 30 mesi, con riferimento ai territori di Brindisi e di Mesagne, e saranno rivolti a: promuovere il doc prodotto nel territorio di Brindisi e Mesagne attraverso il vino; mostrare il territorio e il suo vino come stile di vita, luogo di storia e bellezza che investe nel futuro (sostenibilità); divulgare informazioni scientifiche su aspetti nutrizionali attraverso la collaborazione con organismi di ricerca; affermare l'importanza della sostenibilità ambientale, economica e sociale del settore del vino; promuovere e rilanciare i territori ricadenti nell' area della dop attraverso l'enoturismo, eventi locali che coinvolgono le comunità del territorio. Il lavoro di promozione e valorizzazione servirà anche a creare «un'identificazione tra territorio e prodotto attraverso campagne pubblicitarie, sviluppo di immagini evocative anche attraverso l'utilizzo di chef, influencer, giornalisti».
Grazie alle iniziative finanziabili con il progetto Radici virtuose, il consorzio intende promuovere le esperienze collegate al prodotto e fruibili nel territorio di origine (attraverso azioni di marketing e comunicazione come, ad esempio, la realizzazione di tour anche virtuali visionabili con Visori per la realtà virtuale) per costruire nella mente del consumatore finale la sovrapposizione identitaria tra cibo, vino e luoghi, che ha fatto la fortuna di altre regioni vitivinicole (come la Franciacorta).


Di pari passo il Consorzio Brindisi Dop «sfrutterà sia la partecipazione ad eventi di settore di richiamo nazionale ed internazionale, sia l'organizzazione di eventi propri che prevedono il coinvolgimento di professionisti del settore, i media e gli appassionati». Il Dop Brindisi si coordinerà con gli altri consorzi partecipanti al progetto Radici virtuse per organizzare iniziative comuni capaci di valorizzare il Salento come terra di vini da assaggiare, conoscere e visitare.
«Il format narrativo prevede il racconto di storie di contrade, cultivar, personaggi, esperienze per unire territorio, vino, arte, cultura, storia, sostenibilità, innovazione non in modo didascalico», sottolineano di dirigenti del consorzio.

Il vino di Brindisi può dare un contributo significativo alla rigenerazione del territorio colpito dalla xylella. «Ma la rigenerazione deve andare oltre la xilella, deve dare nuova vita a luoghi e tradizioni attraverso le cantine, i vigneti, le masserie, i terreni, i borghi e il vino stesso che, attraverso l'innovazione tecnologica, ha raggiunto nuovi livelli di qualità», ha sottolineato Dipietrangelo, amministratore della tenuta Lu Spada di Brindisi. I dirigenti del Consorzio Brindisi Dop hanno infine evidenziato che a fronte di questo percorso immaginato per la rigenerazione del territorio, «spetta anche al Comune di Brindisi e di Mesagne, tra l'altro, soci onorari del Consorzio, saper cogliere tale opportunità per riconsiderare il ruolo che la vitivinicoltura del territorio e la Doc Brindisi può avere per lo sviluppo e l'attrattività turistica ed enogastronomica delle loro città».

© RIPRODUZIONE RISERVATA