Il vino in vetrina: le cantine brindisine protagoniste al Vinitaly

Il vino in vetrina: le cantine brindisine protagoniste al Vinitaly
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Martedì 19 Aprile 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:05

BRINDISI - Hanno riscosso un ottimo apprezzamento degli operatori del comparto i vini della provincia di Brindisi che sono stati presentati al Vinitaly di Verona, la kermesse vinicola che ha chiuso i battenti da pochi giorni. Tanti i contatti avuti che adesso si dovrebbero trasformare in contratti. Due le principali novità che interessano le nostre aziende. 
La prima è positiva e si riferisce ad un aumento dell’export dell’8%, con la Puglia che si conferma la seconda regione d’Italia nella produzione di vino, con quasi 9 milioni di ettolitri nell’ultima annata, sempre più graditi sui mercati nazionali ed esteri. La seconda novità è la congiuntura negativa che impera sulle aziende a causa dell’aumento dei costi di produzione, sia per i postumi legati alla pandemia sia al conflitto Ucraina-Russia, arrivati ad aumentare fino al 35%. Nel 2022, infatti, una bottiglia di vetro costa più del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli in altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20%, per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo un’analisi Coldiretti. Rincarato anche il trasporto su gomma del 25%. Poi vi sono gli aumenti vorticosi come, ad esempio, i costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. Purtroppo la guerra nell’Europa dell’Est, con i relativi embarghi, sta mettendo a rischio quasi 150 milioni di euro di export di vino Made in Italy esportato in Russia. Nel 2022 aveva raggiunto il record storico con una crescita del 18% rispetto al 2020, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. L’Italia, infatti, è il primo Paese fornitore di vino in Russia, con una quota di mercato di circa il 30%, davanti a Francia e Spagna.

Il bilancio

Nonostante ciò le aziende del territorio per difendersi hanno puntato sulla qualità che è al top. Svetta tra tutti Cantine Due Palme di Cellino San Marco che al Vinitaly ha allestito uno stand di 160 metri quadrati con uno staff qualificato tra enologi, direttori vendite e sommeliers. “Per noi, ma in generale per tutta la Puglia, il Vinitaly è stato sicuramente una rassegna di settore positiva poiché abbiamo avuto contatti con nuovi operatori, sia nazionali sia internazionali, che sono rimasti particolarmente soddisfatti dei nostri prodotti”, ha spiegato Angelo Maci, presidente onorario di Cantine Due Palme, particolarmente soddisfatto dei nuovi canali di vendita che andranno ad esplorare dopo le festività Pasquali.
Per C2P sono stati premiati il Primitivo San Gaetano 2018, il 1943, il Selvarossa e il Negramaro Selvamara 2020. Soddisfazione si registra anche in casa delle “Tenute lu Spada” di Brindisi presenti al Vinitaly nella nuova sezione Micro Mega Wines, ideata da Ian D’Agata dedicata ad alcune piccole cantine italiane - in tutto 27 - caratterizzate da vini nati da varietà d’uva e terroirs unici. 
«Siamo stati selezionati per i nostri vini, tutti biologici, strettamente espressione di vitigni autoctoni del nostro territorio», ha spiegato Carmine Dipietrangelo, patron dell’azienda brindisina. I loro vini, apprezzati da operatori e buyer, sono stati il Negroamaro e il Susumaniello, vinificati come rossi doc Brindisi e come rosati, a cui si aggiungono i due bianchi, il Vermentino e il Minutolo. Inoltre, il Philoniamun, Susumaniello Brindisi Doc, è stato selezionato nella rassegna da Ian D’Agata come l’unico vino biologico di Puglia per una degustazione internazionale di operatori, esperti e giornalisti del settore. L’etichetta di Fuoco Rosa, il rosato da Negroamaro e Susumaniello di Tenute Lu Spada, si è aggiudicato il secondo posto in assoluto nella categoria rosati del 26° Vinitaly Design International Packaging Competition. 
Da Brindisi a Ostuni il passo è breve. Ed è qui che da circa dieci anni ha ripreso vigore la coltivazione di un antico vitigno: l’Ottavianello. Un vitigno da cui si sta producendo un vino tradizionale, ma con passo moderno. Ieri, in contrada Conca d’oro, l’imprenditore Enzo Iaia, proprietario dell’azienda Villa Agreste, ha impiantato un altro ettaro di questo antico vitigno autoctono. 
«L’Ottavianello – ha spiegato Iaia – è un vino che ci sta dando molte soddisfazioni. Un vino che una volta era classificato “minore”, ma che alla luce della sua attuale qualità meriterebbe di essere maggiormente blasonato. Parliamo di un rosso particolare che va nel solco della raffinatezza, della gentilezza con profumi molto eleganti che ne fanno un vino, grazie ai bassi tannini, da abbinare anche a piatti a base di pesce». Al Vinitaly era presente anche le Cantine Paolo Leo di Sandonaci che hanno presentato il nuovo vino “MoraMora”, ottenuto da uve di malvasia nera in purezza, al rebranding di diversi prodotti del vasto assortimento, tra cui la nuova immagine di Grècìa, Battigia e Calaluna. Positivo anche il bilancio per la casa vinicola Marco Carrisi di Cellino San Marco che presso la fiera internazionale del Vinitaly ha presentato una vasta gamma di prodotti, degustati e apprezzati da tanti tra operatori del settore, distributori e importatori esteri.

Allo stand espositivo hanno brindato, tra gli altri, il senatore Dario Stefano e l’assessore all'agricoltura della Regione Puglia Donato Pentassuglia. «All'interno della stand, spiega Carrisi, si sono concluse importanti trattative e contratti internazionali con delegazioni cinesi, giapponesi, vietnamite, belghe, svizzere, tedesche e slovacche, puntando su un prodotto destinato ad un mercato del lusso». 

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