Una family dietro gli assalti «Domani voglio 40mila euro»

Una family dietro gli assalti «Domani voglio 40mila euro»
di Maria GIOIA
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Domenica 19 Luglio 2020, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 09:29
Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Brindisi, Stefania De Angelis, è racchiuso l'impianto accusatorio nei confronti delle nove persone arrestate nel corso del blitz compiuto ieri dai carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana. Un impianto accusatorio che getta luce su quella criminalità sotterranea, capace di radicarsi nel territorio attraverso molteplici reati e che, a sorpresa, ha come protagonisti giovani leve, anche incensurate. In questo caso si parla di ventenni con alle spalle già una gavetta.
Nelle 292 pagine firmate dal giudice delle indagini preliminari c'è tutto quello che questi giovani (dai 23 ai 27 anni) avrebbero compiuto negli ultimi anni a partire dalla base, Villa Castelli. Tra gli innumerevoli episodi contestati, corredati da lunghe intercettazioni compiute dagli investigatori, ce ne sono diversi che mostrano come tutti si muovessero nel circuito criminale portato alla luce. I furti delle auto erano pane quotidiano per poter compiere altri reati. Sullo sfondo, il traffico di droga, l'usura e i tentativi di estorsione, tra cui si contano quello ai danni del gestore di un'attività di compravendita di olive.

Il caso risale alla fine del 2016. La sera del 23 novembre di quell'anno, il commerciante preso di mira si recò nella caserma dei carabinieri di Villa Castelli e riferì di essere stato raggiunto alle spalle da un individuo che gli puntò qualcosa alla schiena. Voltandosi si trovò di fronte un uomo, con il volto coperto da passamontagna, che gli puntò un fucile in faccia e lo colpì con un calcio alla gamba sinistra, pronunciando parole inequivocabili: «Dì al tuo padrone di farmi trovare per domani 40mila euro, non avvisare i carabinieri altrimenti vengo e vi combino un casino, vi ammazzo».
Poi, brandendo il fucile e continuando ad intimare di non avvertire le forze dell'ordine, l'uomo si allontanò a bordo di una Fiat Grande Punto di colore bianco con un'altra persona alla guida. In quella stessa occasione, la vittima fu pure colpita da un altro soggetto con una pala.
Furono avviate le indagini e la svolta arrivò agli inizi di dicembre, quando la Fiat fu intercettata dai carabinieri. Ci fu un inseguimento e il veicolo in questione si fermò contro il muretto di recinzione dell'attività del commerciante di olive. Il conducente dell'auto riuscì a scappare e il passeggero fu bloccato: imbracciava un fucile ed era minorenne. Secondo le accuse, quella sera nella Fiat c'erano il fuggitivo Domenico Marangi e il fratello più piccolo, impegnati nel raggiungere il magazzino per esplodere colpi di arma da fuoco al fine di ottenere i soldi richiesti, guardati a distanza dal cugino Donato Carlucci, a bordo di un altro mezzo, in funzione di palo. E, stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, gli stessi fratelli sarebbero stati gli autori della richiesta estorsiva rivolta al commerciante giorni prima, mentre il padre Martino Marangi si trovava nella Punto, risultata rubata.
Nonostante l'arresto di un componente della famiglia, le intimidazioni sono andate avanti, come hanno documentato i carabinieri a proposito dell'esplosione di colpi di fucile verso casa del commerciante di olive e il danneggiamento del cancello con un'altra auto rubata. Reati, questi ultimi, contestati a Martino Marangi, Donato Carlucci e Martino Barletta.

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Tra le tante intercettazioni è venuta fuori, inoltre, la paura espressa dalle donne per il pericolo di arresto dei congiunti, ma anche il disprezzo di Marangi per le forze dell'ordine ed il carabiniere autore dell'arresto del fratello minore, verso cui risulta aver pronunciato: «Lo ammazzo stasera».
Si sarebbe dedicato a traffico di droga, usura e furti, invece, il più grande del gruppo dei giovani arrestati, Leonardo Leone, pronto a prestare soldi ad imprenditori in difficoltà per guadagnarci con gli interessi, come avvenuto per un ristoratore villacastellano, a cui avrebbe prestato 2mila euro per ottenerne 7mila.
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