Rapine in trasferta nelle banche e negli istituti postali: una decina di arresti

Rapine in trasferta nelle banche e negli istituti postali: una decina di arresti
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Giovedì 27 Settembre 2018, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 23:40
BRINDISI - Ingegnoso il meccanismo per le rapine seriali in trasferta. La banda di brindisini, considerata dagli inquirenti una associazione per delinquere, avrebbe puntato esclusivamente a banche e uffici postali del Veneto e del Friuli Venezia Giulia: qualcuno si calava con una corda in aree interne ai locali non coperte dall’allarme, poi l’assalto, una volta entrato in agenzia il direttore per dare avvio alla giornata lavorativa.
I colpi avrebbero fruttato circa 250mila euro ai nove brindisini che sono stati arrestati ieri dai carabinieri di Pordenone - in collaborazione con i carabinieri del comando provinciale di Brindisi, guidati da Giuseppe De Magistris - in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip. Si tratta di Antonio Boccadamo, 49 anni, di Brindisi; Gervasio Del Monte, 52 anni, di Brindisi; Pasquale Carparelli, 64 anni di San Vito dei Normanni; Massimiliano Galasso, 43 anni, di Fasano; Orlando Morleo, 43 anni, di Brindisi; Lorenzo Battisti, 64 anni di Brindisi; Lorenzo Boccadamo, 58 anni di Brindisi; Simone Giordano, 40 anni di Ostuni; Lorenzo Mastrovito, 47 anni di Ostuni.
Le indagini sono durate un anno, e sono state condotte anche con intercettazioni telefoniche. Secondo quanto è emerso gli indagati, tutti residenti nel Brindisino, organizzavano assalti e relative trasferte con tanto di famigliari al seguito, per non destare sospetti. Terminato il colpo tornavano a casa, in auto.
Le indagini sono partite nel Pordenonese il 31 dicembre 2016 dopo una rapina all’ufficio postale di Casarsa della Delizia: la banda avrebbe incassato 100mila euro. La targa di una delle auto utilizzate per scappare via è stata però ripresa da una telecamera di sorveglianza. Da lì, il resto delle indagini.
I componenti della banda - hanno spiegato ieri in conferenza stampa, il comandante provinciale dell’Arma, Luciano Paganuzzi, e il suo omologo del Nucleo investigativo, Federico Zepponi - entravano, alle prime luci dell’alba, in un’area priva di allarme degli edifici che ospitano banche e uffici postali, talvolta calandosi dal tetto, oppure attraverso feritoie o finestre alle quali avevano segato, nel corso della notte le inferriate. Quindi, attendevano nascosti l’arrivo del direttore costringendolo a consegnare il denaro contenuto nella cassaforte. In particolare sono state accertate le responsabilità del sodalizio criminale nelle rapine all’ufficio postale di Casarsa della Delizia (Pordenone) del 31 dicembre 2016; alla banca Monte dei Paschi di Siena, filiale di Cessalto (Treviso), del 14 aprile 2017; all’ufficio postale di San Dorligo della Valle (Trieste) del 31 maggio 2017; alla Banca Nazionale del Lavoro di Trieste del 2 luglio 2017; all’ufficio postale di Duino (Trieste) del primo ottobre 2017; all’ufficio postale di Ceggia (Venezia) del 2 novembre 2017; all’ufficio postale di San Biagio di Callalta (Treviso) del 2 dicembre 2017. In quell’occasione, cinque persone vennero arrestate in flagranza di reato.
Le accuse contestate, a vario titolo sono di associazione per delinquere, rapina pluriaggravata, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco, sequestro di persona e ricettazione.
Secondo quanto emerso, al vertice dell’organizzazione ci sarebbe stato Antonio Boccadamo. Sarebbe stato lui a individuare i bersagli, dopo una accurata selezione. Quanto alle modalità operative nel provvedimento restrittivo si fa cenno alla serialità delle condotte che avevano selezionato il Nord Est come territorio “prediletto”. A chiedere l’arresto dei componenti della banda è stato il pm di Pordenone, Maria Grazia Zaina. La procura così, ritiene di aver smantellato l’intera cellula delinquenziale.

 
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